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Gli antibiotici hanno di certo rivoluzionato la nostra vita. Il genere umano iniziò a servirsi dei primi antibiotici naturali migliaia di anni fa, fino ad arrivare a sintetizzare antibiotici artificiali prendendo spunto dagli esempi che l'ambiente ci forniva.
Ma non solo gli esseri umani sono in grado di sfruttare le proprietà antibiotiche di alcuni microrganismi. Lo fanno anche le femmine di vespa scavatrice del genere Philanthus, grazie ad un particolare sistema di accumulo di sostanze antibiotiche all'interno del loro corpo.
Martin Kaltenpoth, ricercatore del Max Planck Institute for Chemical Ecology, ha scoperto che queste vespe sono in grado di conservare delle colture di batteri del genere Streptomyces all'interno di speciali ghiandole poste vicino alle antenne, e rilasciarle nelle larve.
Le larve di questo particolare tipo di vespa vanno in ibernazione per diversi mesi allo scopo di raggiungere lo stadio adulto. Durante lo sviluppo, la larva sarebbe particolarmente vulnerabile a malattie e funghi se solo non fosse per il bozzolo che la protegge.
Le larve, come ulteriore meccanismo di protezione, diffondono sul bozzolo il batterio-antibiotico, creando un film protettivo in grado di schermarle da funghi e batteri nocivi. I batteri utilizzati in questo rapporto simbiotico rilasciano infatti almeno nove sostanze antibiotiche e protettive.
La tecnica è simile a quella utilizzata da alcune terapie antibiotiche umane, in cui si sfrutta l'azione complementare di due o più antibiotici per massimizzare l'effetto contro una vasta gamma di agenti patogeni e ridurre la loro resistenza.
"Comprendere come gli insetti utilizzino questo approccio per difendersi contro agenti patogeni ci potrebbe fornire qualche informazione per realizzare strategie migliori per combattere la resistenza in aumento degli agenti patogeni umani" afferma Kaltenpoth. "E identificare i componenti del cocktail di antibiotici prodotti da diverse specie di vespe potrebbe fornire nuovi composti antimicrobici utili per la medicina umana".
"Stiamo studiando uno dei pochi rapporti simbiotici noti in cui il batterio difende il proprio ospite contro agenti patogeni, invece che fornire un beneficio nutrizionale come accade più comunemente" dice Kaltenpoth. "Queste interazioni difensive state fin troppo sottovalutate, anche se probabilmente sono molto più diffuse di quanto si sia ipotizzato".
"Comprendere le simbiosi difensive ci aiuterà a capire come le interazioni mutualistiche tra gli insetti e i batteri si possano evolvere" continua Kaltenpoth. "Ci dirà anche di più sullo sfruttamento degli antibiotici batterici da parte degli animali, e sul ruolo poco studiato degli antibiotici in natura".
Bacteria in wasp antennae produce antibiotic cocktails
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