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Vestali (della Costituzione) con poco seguito. Perché?

Creato il 13 marzo 2011 da Zfrantziscu
Il pm Antonio Ingroia, prendendo la parola in una manifestazione contro il Governo, ha dato corpo alle paturnie del presidente del Consiglio italiano. E ha mostrato come le grida di Berlusconi contro alcuni pubblici ministeri politicizzati non sono solo paranoia come, sotto sotto o palesemente, molti pensano. Un magistrato, si dirà è un cittadino come altri, titolare di ogni diritto, compreso quello di esprimere liberamente le proprie convinzioni. Ma è proprio così? Davvero si può avere tanta fiducia in un magistrato che pubblicamente ci sbatte in faccia come la pensa? Se il suo pensiero politico è all'opposto del mio, con che tranquillità accetterò che sia lui a chiedere che io sia assolto o condannato? Ci sarà, è vero, un giudice terzo a decidere della mia sorte. Ma in attesa che lo incontri, chi mi ripagherà – nel caso il pm mi ritenga colpevole – della immagine che di me avranno avuto i vicini, il paese, la città e dei danni subiti? Certo non il pm, che non ha responsabilità civili e che, soprattutto, non vuole averne. Qualcuno ha mai chiesto ad un medico, ad un architetto, ad un impiegato delle poste, a un commercialista se è felice di rispondere dei suoi errori o delle sue negligenze? No, evidentemente. A stabilirlo è una legge, approvata dal Parlamento e applicata dai magistrati, quelli inquirenti e quelli giudicanti.È un attacco alla Costituzione fare leggi in questo senso? No e nessuno l'ha mai detto. È invece un attacco alla Costituzione, oltre che una misura punitiva dei magistrati, prevedere che anche essi paghino se sbagliano. Ne va della indipendenza della magistratura, dicono molti magistrati e i partiti di riferimento. Quelli che erano in piazza ieri per “difendere la Costituzione”. Da che cosa? Dalla riforma della Giustizia che, va da sé, costituisce un duro colpo alla Costituzione che non va toccata. Ohibò, ma non fu toccata – e sostanzialmente – proprio dal centrosinistra sponsor della manifestazione di ieri? Ne riscrisse addirittura un intero Titolo, il Quinto, e lo approvò con soli quattro voti di maggioranza. (Detto per inciso, votai sì al referendum confermativo).E alcuni manifestanti di spicco non tentarono di riformare addirittura uno dei principi fondamentali, quelli definiti intoccabili? Per la cronaca, si trattava dell'articolo 12, l'ultimo dei “fondamentali”, nel quale l'on. Angela Napoli e altri volevano si aggiungesse: “Lingua ufficiale è l'italiano”. Con quale credibilità chi ha tentato di riformare la Prima parte e cambiato sostanzialmente la Seconda si erge oggi a vestale della Costituzione? Per di più a strenua difesa di una sola categoria o, per meglio dire, di una sola casta? Forse è per questo deficit di credibilità che non ostante la mobilitazione di tutta la sinistra e dei nazionalisti di Fli, alla fin dei conti in tutte le piazze della Repubblica hanno manifestato solo un milione di persone secondo gli organizzatori, molti ma molti di meno secondo le questure: 45 mila, metà dei quali a Roma.Nei panni dei magistrati, politicizzati o non politicizzati, farei una qualche riflessione, anche dando per buone le cifre fornite dagli organizzatori.

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