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Vestire gli Yellow per lo Sziget, V!P e i soliti tirchi italiani
Creato il 06 luglio 2013 da Frank_romantico @Combinazione_CLa domanda è sempre la stessa: in che stato versa la cultura italiana? "Non buono" diremmo se ci guardassimo un po' attorno, eppure la risposta è cambiata come è cambiato il senso della domanda da qui a qualche anno fa. Ormai lo stato di salute della cultura italiana lo si dovrebbe misurare in termini internazionali, essendo la cultura diventata un concetto globale o, meglio, globalizzato. Il problema è che l'italiano medio è afflitto da una sindrome chiamata "provincialismo" che si traduce con il concetto di arretratezza che impedisce alla nostra nazione di assimilare le novità.
Un esempio sono le raccolte fondi: all'estero funzionano, qui da noi chissà, quando si tratta di dover "pagare" l'italiano storce la bocca e pensa "perché mai?". Poi magari si lamenta che all'estero si vive meglio, ci sono più servizi (che, guarda un po', si pagano) e tutti gli altri luoghi comuni che ne derivano. Il più grande problema non è mai la nazione, ma è chi ci vive (e quindi mi ci metto in mezzo pure io): pigro e poco incline al sacrificio soprattutto economico quando si tratta di dare pochi euro a qualcun'altro in nome di un progetto.
Progetti: nessuno se ne accorge ma se ne fanno ancora, solo che non tutti hanno la forza di autofinanziarsi (vedi qui) e allora si ricorre alle raccolte fondi. E qui in Italia ne stiamo avendo qualche esempio proprio in questi giorni.
Ad esempio ci sono gli Yellow, una band pugliese di cui ho già parlato più volte. Ecco, gli Yellow sono stati selezionati per lo Sziget Festival, uno dei festival musicali più importanti d'Europa. Ma partecipare ad un evento di dimensioni internazionali è dispendioso. Così la band ha deciso di inaugurare una raccolta fondi tanto provocatoria quanto geniale: "Vestiteci per il Sziget", su Indiegogo. Lo scopo è tanto raccogliere fondi per finanziare la spedizione a Budapest (e il futuro della band stessa) quanto quello di valorizzare altri talenti permettendo ai giovani stylist italioti di farsi conoscere e vincere premi in denaro ideando il look con cui il gruppo si esibirà. In nome del progetto i musicisti si sono letteralmente spogliati e il risultato potete vederlo qui. Mancano meno di 40 giorni al termine della raccolta fondi e il budget prefissato è ancora lontano. Ce la faranno gli Yellow a raggiungere il loro obiettivo finale? Basterebbe donare anche solo un euro per permettere ad un sogno di realizzarsi.
Sempre su Indiegogo si sta svolgendo un'altra raccolta fondi, quella dedicata al progetto V!P (Very Important Powers). Si tratta di un web-comics, ovvero un fumetto nato sul web, che nonostante le buone idee e l'originalità è incappata nei classici problemi che affliggono progetti del genere: ogni lavoro necessita di un budget per poterlo portare avanti oltre che fatica, impegno e sudore. Ed ecco allora che gli ideatori hanno deciso di provare il tutto per tutto, raccogliendo fondi per pubblicare un volume cartaceo che restituisca alla loro creatura la dimensione originale del fumetto. Anche questa è una prova che nel nostro bel paese si rimane sempre al di fuori di dinamiche culturali globali che vedono il formato digitale come un passo in avanti rispetto a quello cartaceo, ma anche in questo caso c'è da premiare l'iniziativa. Per donare anche solo un euro basta cliccare qui e dimostrare che anche in Italia si può realizzare qualcosa di bello e 100% italiano.
Solo che qui da noi aspettarsi che qualcuno si sacrifichi anche solo un po' è da sciocchi. E lo dico con l'amaro in bocca dopo aver visto com'è finita con la raccolta fondi per finanziare il film Dylan Dog - Vittima degli eventi. Sì, un film italiano su Dylan Dog totalmente finanziato dai fan. Non una fan-fiction, né un obbrobrio come quello realizzato negli States qualche anno fa. Un vero film che avrebbe necessitato di 30.000 euro ma che ne ha ottenuti più o meno la metà. Eppure sono tanti i fan del Dylan nazionale, si sarebbe potuto fare molto meglio. Poi ci si lamenta della non professionalità dei nostri film, che nessuno vuole più produrre video, dischi o eBook. Perché donare un euro vuol dire rinunciare a un caffè. Perché per un cocktail ce ne vogliono 5 di euro e, nonostante la crisi, ristoranti e locali sono pieni. Ma è più facile lamentarsi che fare qualcosa a riguardo.
In fondo, si sa, il pianto rende.
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