Nei giorni scorsi è stato aggiornato da parte del Governo il piano d’emergenza per il rischio vulcanico del Vesuvio. Anche se non ci sono pericoli imminenti per la popolazione (circa 700 mila abitanti a ridosso del vulcano) sono stati predisposti dei gemellaggi tra i 25 Comuni campani, ricadenti nella Zona Rossa – quella più a rischio – e le Regioni che accoglierebbero nei loro territori le persone evacuate.Le aree interessate al piano di evacuazione, secondo la Protezione Civile, sono sia quelle “ad alta probabilità di invasione di flussi piroclastici”, ossia la colata lavica e di gas ad alte temperature, relative alla Zona Rossa 1, sia quelle “soggette ad alta probabilità di crolli delle coperture degli edifici per importanti accumuli di materiale piroclastico”, riguardanti la Zona Rossa 2. Per rendere operativi i gemellaggi, che prevedono il trasferimento, l’accoglienza e l’assistenza della popolazione evacuata è necessario sottoscrivere i protocolli d’intesa tra le Regioni, le Province autonome ospitanti, la Regione Campania e le amministrazioni comunali ricadenti nelle Zone Rosse, d’intesa con il Dipartimento della Protezione Civile.
Nel dettaglio i gemellaggi tra le Regioni, le Provincie autonome ed i Comuni della Zona Rossa:
- Piemonte – Portici;
- Valle d’Aosta – Nola;
- Liguria – Cercola;
- Lombardia – Torre del Greco e Somma Vesuviana;
- Provincie di Trento e Bolzano – Pollena Trocchia;
- Veneto – San Giuseppe Vesuviano, Sant’Anastasia, Pomigliano;
- Friuli Venezia Giulia – Palma Campania;
- Emilia Romagna – Ercolano;
- Toscana – San Giorgio a Cremano;
- Umbria – San Gennaro Vesuviano;
- Marche – Poggiomarino;
- Lazio – Ottaviano e Napoli (parte della circoscrizione di Barra – Ponticelli – San Giovanni a Teduccio);
- Abruzzo – Terzigno;
- Molise – Massa di Somma;
- Puglia – Torre Annunziata e San Sebastiano al Vesuvio;
- Basilicata – Boscotrecase;
- Calabria – Boscoreale;
- Sicilia – Scafati e Trecase;
- Sardegna – Pompei;
Molto probabilmente i più scaramantici riterranno opportuno dover fare gli scongiuri del caso nel leggere l’aggiornamento del piano di evacuazione per il rischio vulcanico del Vesuvio ma è bene ricordare che interventi di tale tipo rappresentano l’unica possibile soluzione ad una catastrofe tanto imprevedibile quanto devastante in termini di eventuali danni: è bene, dunque, pianificare per tempo ampliando la Zona Rossa a 150 mila persone e ottenendo la solidarietà ed il gemellaggio da parte delle altre Regioni italiane (non solo Meridionali), che in pieno spirito solidaristico darebbero assistenza alla popolazione evacuata, dimenticando gli atavici contrasti Nord-Sud.
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