Se ne è andato con i primi raggi del sole, Ciro Esposito, 28 anni, ferito a morte per essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Se ne va così Ciro, dopo un mese e mezzo di lotta tra la vita e la morte, dopo un mese di speranze, miglioramenti e ricadute. Muore di calcio Ciro, di un calcio balordo che non conosciamo e non vogliamo conoscere. A nulla sono valsi gli striscioni, il sostegno della gente, il calore della sua città perché il cuore di Ciro all’alba ha smesso di battere, fermato dalla mano dell’estremista di destra Daniele De Santis (detto Gastone), tifoso romanista, fomentatore di odio razziale, sostenitore di un tifo violento che a Napoli, città del sole, della musica e del folklore non trova posto.
Era un ragazzo tenace Ciro Esposito, si è visto dalla forza con cui è rimasto attaccato alla vita per 52 lunghissimi giorni. Accanto a lui mamma Antonella, il padre Giovanni, la fidanzata Simona e il fratello Michele, mentre il resto della famiglia vegliava in silenzio, una famiglia che dopo oggi non sarà mai più la stessa.
Gli Esposito hanno chiesto ancora una volta giustizia e non vendetta per la morte di Ciro, vittima dell‘odio, dell‘ignoranza e del razzismo, colpevole solo di essere napoletano in un contesto in cui l’accento fa la differenza e noi speriamo che giustizia venga fatta, il prima possibile.
Vesuviolive.it ti saluta Ciro e spera che la tua morte serva a tutti da esempio. Vogliamo che il calcio torni ad essere calcio, motivo di aggregazione, condivisione e socialità, solo così potremo dare un senso alla morte di chi, a soli 28 anni (e con tutto un futuro davanti), è strato costretto a salutare la vita! Anche il cielo di Napoli, questa mattina, sembra voler piangere..
Intanto Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, proclama il lutto cittadino.