vetrine di fiori

Da Aboutgarden

Se viaggiando
avete avuto modo di attraversare la Liguria di ponente, avrete notato la forte presenza di serre che colonizzano selvaggiamente le prime fasce dell’entroterra. La maggior parte di esse sono ormai dismesse e abbandonate ma la pesante traccia lascia immaginare un glorioso passato agricolo fatto di coltivazioni intensive soprattutto di fiori, rose e garofani in particolare e in seguito fronde di ginestra e mimosa, vendute su tutti i mercati europei hanno regalato l’appellativo a quelle terre di “Riviera dei fiori“.

La produzione negli anni è calata, il mercato è diventato ancor più competitivo e le coltivazioni si sono spostate all’estero.

Le serre sono rimaste a testimonianza. Da quelle parti si chiamano vetrine, per dire che si coltivano le rose in serra si dice: “Ho fatto una vetrina di rose”.

Vetrine anche per l’uso domestico e per l’orto come questo piccolo reperto che ho fotografato non lontano dalla piana albenganese. Costruite interamente in legno e vetro erano belle, funzionali e dopo qualche anno, quando il legno iniziava a marcire e per disinfettare terreno, si smontavano i pannelli che la componevano e gli si dava fuoco. Dalla cenere si recuperavano i vetri per costruirne una nuova.

Le odierne serre industriali hanno guadagnato in funzionalità forse, ma hanno perso fascino e quel che sconta sono decisamente ben poco ecosostenibili!



Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :