Tra poco più di una settimana le vetrine dei negozi di Berlino andranno in frantumi. Non c’è fortunatamente nessun pericolo di attentato e non si vedranno neppure schizzare schegge di vetro. Sulle vetrine verranno infatti semplicemente applicate delle pellicole che creeranno l’effetto “vetro infranto”.
Se l’effetto illusorio può sembrare divertente, il motivo per cui viene realizzato è più che mai serio. Settantacinque anni fa, infatti, le vetrine di quei negozi andarono in frantumi per davvero.
Siamo nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938. In Austria, in Cecoslovacchia e soprattutto in Germania le SS, sotto le vesti di persone comuni, misero in atto il “pogrom”, la devastazione, che diede a quella notte il triste epiteto di Notte dei Cristalli.
7500 negozi di persone ebree furono distrutti, 191 templi ebraici dati alle fiamme e altri 76 furono devastati da atti vandalici. Novanta ebrei morirono durante quella notte e altri 30.000 furono deportati nei campi di concentramento.
Il motivo ufficiale di quella devastazione fu la morte di un diplomatico tedesco, ucciso a Parigi da uno studente ebreo. In realtà rientrava nei piani antisemiti nazisti, che, procedendo per tappe, stavano sempre più avvicinandosi alla soluzione finale.
Inizialmente, infatti, l’essenza antisemita del movimento nazifascista si era manifestata attraverso la semplice definizione degli ebrei come “parassiti”, espressa da Hitler nel suo ”Mein Kampf”. Dalla definizione si era poi passati alla discriminazione vera e propria: basti pensare alle Leggi di Norimberga del 1935 con le quali veniva meno, di fatto, l’uguaglianza degli ebrei di fronte alla legge.
La Notte dei Cristalli segna il definitivo passaggio dalla discriminazione alla deportazione. Inizialmente, al contrario di quanto si può pensare, lo scopo della ghettizzazione non era però la morte degli ebrei. Questi venivano infatti ritenuti schiavi che dovevano quindi lavorare per rafforzare la razza ariana. Ovviamente erano in molti a morire per le cause più varie: dalla denutrizione al sovraffollamento agli aspetti psicologici.
Infine, il 20 gennaio 1942 si tenne la conferenza di Wannsee durante la quale fu decisa la soluzione finale: lo sterminio di tutti gli ebrei attraverso le fucilazioni prima e le meno sanguinose camere a gas dopo.
Una soluzione finale che era del tutto assimilabile ad un piano industriale: individuazione, cattura, concentrazione e infine uccisione.
Una macchina industriale razionale con scopi disumani che non si può e non si deve dimenticare. La commemorazione della prossima settimana, a Berlino, ha proprio questo scopo.
Profilo di Ivan Lagrosa
Nato nel 1994, studente di Economia e commercio, da sempre appassionato di giornalismo. Mi interesso principalmente di economia e di politica nazionale. Le mie passioni sono la musica, la scrittura e il nuoto.
- More Posts (21)