Published on novembre 27th, 2012 | by Giulio Scaccia
0Sebastian Vettel vince ad Interlagos il suo terzo titolo mondiale consecutivo.
La notizia è questa: Sebastian Vettel, classe 1987, nato ad Heppenheim in Germania, vince il suo terzo titolo mondiale consecutivo. Un risultato che, già di per se, lo fa rientrare tra i grandi dello sport dei motori. Ma c’è di più. E’ riuscito, nel vincere in sequenza, dove erano arrivati solo due grandissimi campioni: Juan Manuel Fangio e Michael Schumacher. Ma niente paragoni.
Prendiamo solo atto del risultato numerico, comunque di rilievo assoluto. Per chi scrive, i paragoni nel mondo dello sport, vanno fatti con grande attenzione. Ad esempio, spesso capita di incappare nella querelle se è stato più forte Senna o Schumacher. Stiamo parlando di piloti diversi, con caratteristiche diverse, temporalmente non lontani. Stiamo parlando dell’assoluto. Di un primo gradino del podio diviso a metà. Poi ognuno può avere i suoi gusti e le sue preferenze. Ma i paragoni vanno fatti con grande attenzion e poi, in fondo, a che servono? Solo per la chiacchiera da bar, ma l’appassionato di F1 non è un tifoso da bar
Sebastian Vettel ha vinto. Perfetto interprete del Newey pensiero. A Monza era dato per spacciato, poi con un poker di vittorie, supportato da una Red Bull stratosferica, ha dato il colpo definitivo alle speranze di Alonso, troppo presto dato per vincitore da professionisti della carta stampata e del tubo catodico… Chi sa di F1 e di sport, sa l’imprevedibilità e la bellezza dei motori e di qualsiasi manifestazione agonistica. Chi dava Alonso vincente erano gli stessi che davano vincitore Kimi Raikkonen nel 2008 dopo 4 gare….
Ma Seb il suo mondiale lo ha vinto anche in due gare in cui poteva dimostrare le sue debolezze. Il tedesco è un campione con ben precise caratteristiche. Velocissimo se ha possibilità di scappare e dettare il suo ritmo, in affanno o incline all’errore se in bagarre o comunque a stretto contatto con gli avversari. In questo, per chi ama i paragoni, è molto simile a Jim Clark. Vettel non è un muscolare come Alonso o Hamilton o come un grande del passato come Moss. E qui stiamo paragonando le caratteristiche, non siamo nella ricerca del dire chi è più forte di chi.
Vettel invece ha dato il colpo decisivo ad Abu Dhabi. Partito dal fondo, incappando in un errore, è riuscito a recuperare con bravura e buona sorte e risalire fino alla terza posizione e limitare i danni. Solo 3 punti persi in una giornata in cui il mondiale poteva essere completamente riaperto. E la faccia di Alonso sul podio era la sintesi perfetta, del sentimento di impotenza del ferrarista.
Ad Interlagos, dopo la partenza sbagliata e l’incidente alla curva 4 in cui ne è uscito con la macchina praticamente indenne, ha fatto una rimonta intelligente, senza esagerare. A quel punto il mondiale era vinto.
Vettel è stato più efficace di Alonso negli ultimi Gran Premi ed anche fortunato sui dettagli ma si sa, i dettagli fanno la differenza.
I suoi detrattori dicono che guida una astronave. Ma una astronave bisogna saperla guidare. E lui la guida molto bene.
Onore al campione.