Anni fa mi chiedevo cosa significasse sto VFNO che tutte le fighette nominavano: ora ho capito che non sta solo per Vogue Night Fashion Night Out, ma per VaFf** NOn ci torno. Grande delusione di una festa che assomigliava più alla notte bianca del mio paese natale piuttosto che ad un party mondano della Milano da Vestire.
Caproni di ogni razza si inseguivano in Via della Spiga, piangendo sulle vetrine senza prezzo e soffrendo su tacchi improbabili. Donne in carriera che in contesti simili diventano solo apparenza, ragazzine semi nude che probabilmente speravano di inciampare in qualche Lele Mora dei poveri.
Nonne annoiate, promoter sberluccicanti, cestini dell’immondizia sepolti.
Un tripudio di Coca Cola Zero e di bicchierini Lavazza ornavano i muretti delle vetrine più chic e i bicchieri da cocktails buttati in ogni angolo ricordavano più un rave anni ’80.
Alzi la mano, e verrà mutilato, chi ha partecipato alla VFNO per i seguenti motivi:
1. ottenere lo sconto del 20% sulle mutande di Tezenis
2. avere la possibilità di conoscere Chiaretta Ferragni
3. farsi la vasca in via dopo le 8 di sera, in fila per 3 col resto di INDIANINI
Gli unici motivi validi per quel che mi riguarda erano i seguenti:
1. ascoltare Bob Sinclair che suonava per Kristina T all’OVS
2. Provare abiti imbarazzanti senza venir disturbati dai commessi
3. Farsi leggere la mano in vetrina (privacy portami via)
Augurandoci che il prossimo anno cancellino dalla lista le tamarrate vedi sopra, vi auguro di andarci e divertirvi in mezzo alla mandria!
Salut,
Beth
Foto: Marta Lo Bracco