Enrico Pozzo – Foto di Massimo Pinca
Il Piemonte è pieno di sportivi famosi che hanno dato lustro al tricolore italiano. Molti atleti nati o cresciuti in questa regione hanno partecipato a diverse olimpiadi in passato e ce ne sono altri che stanno per volare in Inghilterra in vista di Londra2012. Tra questi c’è Enrico Pozzo, ginnasta 31enne che oggi vive a Novara. Nato a Biella nel 1981, si è trasferito a Cavaglià fin da piccolo e gareggia per la Ginnastica Vercelli. Specificare i vari luoghi è importante visto che in passato diversi comuni hanno reclamato la paternità del famoso ginnasta e pare che qualcuno se la sia anche presa per non essere stato citato. Lui ci ride sopra e commenta: “Non sono di nessuno. Anzi, quando me lo chiedono dico che sono piemontese”.
Ha iniziato a 6 anni un po’ per caso e soprattutto per gioco: “Da piccolo ero una peste in casa. Così i miei genitori mi mandarono a sfogare nel neonato corso di ginnastica nella scuola di Cavaglià. Da lì è iniziato tutto. A 8 anno sono passato alla Ginnastica Vercelli ed ho conosciuto gli allenatori che mi seguono tutt’ora: Andrea Sacchi e Alberto Fornera”. Essendo fisicamente molto prestante, ha dovuto diventare un ginnasta estremamente tecnico. Forse da giovane non era il migliore, ma ha saputo ascoltare e fare tesoro degli insegnamenti ricevuti nel corso degli anni. A 25 anni è entrato nel Gruppo Sportivo dell’Aeronautica Militare, società in cui milita ancora oggi. Tuttavia quando gareggia a squadra continua a farlo con i colori della Ginnastica Vercelli. Il motivo è presto detto: tutti i più forti sono stati “reclutati” dall’esercito per cui, in un ipotetico campionato con la squadra dell’Aeronautica, non ci sarebbero chance di vittoria per gli altri. Così, nei tornei per società indossa la maglia della Vercelli, mentre nelle gare individuali concorre per l’Aeronautica.
Il prossimo impegno sarà tra qualche settimana Londra per le Olimpiadi. Pozzo e compagni ci sono arrivati un po’ per caso. Non erano tra i favoriti per la qualificazione, ma con grande impegno e dedizione hanno stravolto i pronostici: “Ci davano più morti che vivi. Ci siamo massacrati di lavoro e ci abbiamo creduto fino alla fine. Se ci metti il 100% sempre il risultato lo raggiungi”. Lo dice con grande orgoglio e con la consapevolezza di poter affrontare la terza olimpiade. Difficile, forse impossibile raggiungere una medaglia questa estate, ma entrare nella finale del concorso generale sarebbe già un obiettivo realistico. Non resta che fargli un grosso in bocca al lupo.
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