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Vi presento "Sacco di Pulci" // Vocenovella

Da Fiaba


Mercoledì 20 Febbraio 2013 12:21 Scritto da GiamPiero Brenci

Miei arguti Lettori oggi intendo presentarvi un ‘personaggio’ che vive ed opera alla ‘corte’ del  “Peste”: egli è il mitico ed incommensurabile “Sacco di Pulci”.

Che mica tutti hanno la fortuna di conoscerlo!

E’ un cavallo dimesso, schivo,  magro, di pelo grigio con le orecchie molto sviluppate e mobilissime che attraggono l’attenzione per i loro movimenti repentini.

Qui tutti gli episodi de "Il nonno e il peste".

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La vocenovella

Il testo originale

Miei arguti Lettori oggi intendo presentarvi un ‘personaggio’ che vive ed opera alla ‘corte’ del  “Peste”: egli è il mitico ed incommensurabile “Sacco di Pulci”.

Che mica tutti hanno la fortuna di conoscerlo!

E’ un cavallo dimesso, schivo,  magro, di pelo grigio con le orecchie molto sviluppate e mobilissime che attraggono l’attenzione per i loro movimenti repentini.

Gli occhi sono miti e pazienti come si conviene ad un cavallo da tiro.

E fin qui, miei arguti Lettori, egli appare ed è un cavallo come tanti altri….Ma….

Uno: potete passare un pomeriggio a strigliarlo con le spazzole più acconce e lui vi lascerà fare con aria paziente muovendo appena la lunga coda nera; quando v’allontanerete, per valutare il risultato del vostro lavoro, scoprirete che il pelo è opaco ed arruffato come quando avete iniziato.

Lui piegherà il collo per fissarvi, poi farà frullare le orecchie con piglio allegro, torcerà le labbra in un ghignetto intrigante  ed assumerà un’espressione che potrebbe essere tradotta nelle parole:

< Fatica sprecata…. Che ti aveva detto il Peste? >

Poi sbrufferà e si muoverà per raggiungere la sua mangiatoia ricolma di fieno.      Due: un’altra sua peculiarità è la sua golosità. Adora la frutta, in particolare le mele e le pere.  Quando giunge a distanza utile dal frutto potrete intuire, più che vedere, il movimento così veloce da far invidia a quello di una vipera quando colpisce la preda!

Segue lo schianto secco dei forti denti sul frutto, la testa gettata all’indietro per favorire la masticazione rapida, gustosa, con l’ accompagnamento del movimento frenetico delle orecchie!

Credetemi sulla parola o venite qui a Capanna Tassoni ed io vi farò dare una dimostrazione proprio da lui, da Sacco di Pulci.  E di lui vi parlerò ancora….

Ma, ora il Nonno interrompe le mie meditazioni,  guarda il cielo,  mi guarda e:

<  C’è il tempo di mettere Sacco di Pulci tra le stanghe del carro, scendere a Casona, caricare le due botti di vino e tornare su prima del tramonto. Te la se senti? –

Potrei io, miei arguti lettori, rifiutare un piacere al Nonno? Certo che no! Provvediamo a tirar fuori il cavallo dalla stalla e mentre controlliamo il carro lui rimane pacioso a far dondolare la coda. Cosa che i cavalli da tiro sono soliti fare…. Già….ma….

Con la coda dell’occhio vedo il suo collo che  pare allungarsi e la velocità è tale che le lunghe orecchie si piegano all’indietro.

Qualcuno ha lasciato un canestro ricolmo di mele sul sedile d’innanzi all’Ostaria!

Temendo che ci si precipiti ad ostacolarlo il cavallo lascia che il succo del frutto schizzi  qua e là, mastica frenetico  e, in un amen, ripete l’operazione.

Nel tempo impiegato per intervenire, non più di dieci passi, scompaiono cinque belle mele.

Allontano il cesto ed  esprimo una vibrante protesta. Lui frulla le orecchie, torce le labbra in un ghignetto ed ha un’ espressione che potrebbe essere tradotta a parole, così:

< E quanto la fai lunga per qualche mela…. Vorrei vedere te mangiare erba tutti i giorni! >

Poi assume un’aria mesta, abbassa le orecchie come attendendo una qualche punizione. Io mi volto per non fargli vedere che mi scappa da ridere e lui mi dimostra quanto io sia ‘tardo’ di cervello!

Ho ancora in mano il cesto e voltandomi lo lascio indifeso!  Altre due mele finiscono tra i suoi denti ed il frullo irriverente delle orecchie la dice lunga.

Il Nonno gli urla contro e lui s’avvia, regale ed indifferente, verso le stanghe del carretto.

Si posiziona ed sbruffa sonoramente come ad incitarci a muoverci che v’è un lavoro da fare prima del tramonto!  Alè!

Proprio il degno cavallo del Peste! O, no?

< Birbone, goloso e dispettoso più, se fosse possibile, del Peste! – tuona il Nonno, poi mi fa l’occhietto e, a voce bassa, prosegue : - La verità è che questo cavallo dall’aspetto dimesso è capace di trainare un carro stracarico di legna per sedici ore di fila senza un cedimento. E vorrei sapere dove trovi la forza per farlo…

Però va strettamente controllato se nei dintorni vi sia della frutta matura e dolce!

In pianura sentii i lamenti di un contadino che si ritrovò un pero spogliato dei frutti più grandi e succosi. L’uomo imprecò contro i famelici fanciulli che gli avevano rubato le pere.  Gettò il cappello al suolo, lo calpestò con rabbia e prese a calci un incolpevole sasso.  Sacco di Pulci, lo guardò sorpreso, mentre masticava svogliatamente un filo d’erba!  – a questo ricordo il Nonno ridacchia, afferra un’altra mela e, dopo aver fischiato sonoramente, la lancia verso il cavallo…

Un frullo delle orecchie, un guizzo del collo e anche questa mela è spacciata.

* * *  *

Sacco di Pulci ha un’andatura ingannevole, tra il trotto stentato ed il passo brioso, ma la strada sfila sotto le ruote con una serie infinita di lievi ondeggiamenti.

In queste condizioni può capitare che il birocciaio, dondolato ritmicamente, s’assopisca.

Vengo destato da uno scroscio argentino: un ciarliero getto d’acqua purissima esce da una roccia per cadere in una pozza ove Sacco di Pulci ha immerso il muso: si disseta.

Nulla di anormale, se non fosse che siamo nel folto del Bosco e non sarei un onesto Narratore se vi nascondessi che non so assolutamente ove ci troviamo. Ci saremo persi?

Ora, miei arguti Lettori, sono arcisicuro che non andrete certo a raccontarlo in giro,  però io un minimo di preoccupazione la covo! Le tenebre non sono poi così lontane…

E vi posso garantire che nel fitto del bosco solo gli incoscienti se ne stanno tranquilli!

Voi, miei arguti Lettori sapete che io sia solito domandarmi: se debban capitare tutte a me? Nevvero?  E secondo voi cosa dovrebbe essere quell’essere seduto su un mozzicone di un albero stroncato  da una qualche furiosa tempesta di vento?

L’essere ha tutto quello che dovrebbe avere un Folletto Dispettoso, stando alle descrizioni che ne sentii fare in varie Ostarie : orecchie a punta, due piccole corna,  gambe da cerbiatto con piccoli zoccoli, occhietti furbi e capelli ribelli.

Già vi dissi che io NON credo a questi esseri fatati che vivrebbero nel bosco, nevvero? Già, per l’appunto….

Però quello se ne sta lì seduto con un sorrisetto sardonico vagamente inquietante.

E Sacco di Pulci che, ignorando gli strattoni che do alle redini, continua a bere imperterrito!

Ma sempre tutti a me debbono capitare? Penso, una volta di più, un po’ indispettito.

< Certo che dobbiamo capitare tutti a te! Se no che gusto ci sarebbe, Tardo?- esclama quello con una vocetta sottile dal tono ironico ed irriverente.

Ora mi permettete, miei arguti lettori di rimanere interdetto, stupito  ed anche a bocca aperta? Si?   Vi ringrazio di cuore!

Ma, per un Belzebù con la diarrea, come fa quest’essere, che non esiste, ad appellarmi con il soprannome che mi ha affibbiato il Peste e fa riferimento al mio acume mentale ?

Son preoccupato che ben si sa che i Folletti Dispettosi si dilettino di far sperdere  nel bosco gli incauti viandanti a cui si palesano! Che usualmente sono invisibili!

Si afferma e spergiura che usino una polverina od un unguento che spargono nell’aria…..

< Ma tu credi davvero a codeste baggianate? Gli Umani, e in special modo i ‘tardi’ di cervello pari tuo, si sperdono da soli senza bisogno di polveri.. Con tutto il daffare che abbiamo non perdiamo tempo a far certe corbellerie!   Ma ti dico io!  - e mi fa vedere una piccola ampolla che tiene in mano: - Questa è per la saggia Franca. Gliela puoi consegnare, Tardo? – e, poi, fa due cose in rapidissima successione.

Mi lancia l’ampolla e, un battito di ciglia dopo, scompare!

Ora voi, arguti Lettori, ben sapete che io sia un po’… ma pochino, pochino, tardo di cervello. Ma saprete anche che sia sufficientemente veloce di mano e di piedi, nevvero?

Sto per lasciar l’ampolla al suo destino e darmela fulmineamente a gambe quando Sacco di Pulci  solleva la testa, con uno dei suoi scatti, dischiude  la bocca ed afferra l’oggetto.

Lo fa con una delicatezza tale che il piccolo tappo d’ottone vibra appena ed il liquido rimane all’interno dell’ampolla, un po’ agitato, ma nulla più.

Poi volge la testa e mi guarda invitandomi a darmi da fare con un’espressione imperiosa.

< Ecco, ci mancavi solo tu, Sacco di Pulci! E se quello fosse veleno? – chiedo come se fosse normale parlare ad un cavallo da tiro, seppure alla corte del Peste!

< Ehi, Pellegrino lo sai che sei più stolto di quanto vada dicendo in giro il mio amico Peste? – esclama il Folletto che è ricomparso e se la ride sardonicamente: - E, poi, io non sono scomparso come credi tu. Mentre tu fissavi l’ampolla, sparuto e distratto, io sono scivolato dietro il tronco. Tutto qui! Ma ti dico io! –

Recupero l’ampolla dalle labbra di Sacco di Pulci e quando rialzo lo sguardo quello non c’è più!

Sacco di Pulci con uno sbruffo, che non so definire se di ilarità o di sopportazione, si muove e senza la minima indecisione imbocca un sentiero mettendosi ad un buon trotto.

Ho la certezza assoluta che il mitico, incommensurabile, inimitabile Sacco di Pulci mi farà giungere a Capanna Tassoni prima di buio.

Giocherello con la fiala, mi gratto la testa e mi pongo mentalmente, la solita domanda….

< Certo che dobbiamo capitare tutti a te! Se no che gusto ci sarebbe, Tardo?- esclama la vocetta sottile dal tono ironico ed irriverente.

E vi posso anche giurare che sia stato Sacco di Pulci a parlare. La voce proviene da lui!

Ma lui fa frullare le orecchie come per avvertirmi che lui non c’entra né poco, né punto!

< D’accordo, Sacco di Pulci, ti devo almeno una mela! – esclamò poco dopo intravedendo tra gli alberi la sagoma dell’Ostaria e la luce che esce dalla finestrelle.

Lui pare annuire e le orecchie ‘vanno’ come le foglie delle canne nel vento di tramontana.

< E non fare lo spilorcio! Meglio due mele…. anzi tre! – esclama qualcuno con la solita vocetta sottile.

Sto per domandarmi se debbano…… Ma mi mordo le labbra e me ne taccio!

Alla prossima, forse!

***

Le immagini sono gentilmente fornite da Rubens Fogacci e Gabriele Brenci

© VoceNovella ideata e realizzata da  GiamPiero Brenci www.basiliscohistory.it e recitata da Edoardo Camponeschi che pubblica con Menestrandise Audiolibri Indipendenti i 13 episodi delle < VociNovelle Nel Bosco>

L’Autore pubblica  < ISTORIE DI UN BASILISCO > con la Maglio Editore



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