Vi racconto la storia dell’Universo
4 giugno 2014 di Dino Licci
Una definizione biologica dell’uomo recita così: “L’uomo è l’animale che sa di dover morire” intendendo con ciò che l’uomo è capace d’astrazione avendo sviluppato, nel corso dei milioni di anni, la corteccia e con essa la capacità di parola, (il centro di Broca ) e poi la possibilità di crearsi organi accessori, dalla clava al computer mediante la modificazione della mano (il pollice opponibile) ma soprattutto con la relativa area cerebrale preposta a questa funzione. E quando conquistò questo stato, subito cominciò a guardarsi intorno incuriosito e cominciò a farsi quelle stesse domande che noi ancora oggi ci poniamo: Chi sono? Da dove vengo, e dove vado? Allora non esisteva ancora l’inquinamento luminoso e di notte la volta celeste risplendeva di stelle, di tanti puntini luminosi a volte oscurati da terribili temporali che lo atterrivano e affascinavano.
Il giorno veniva illuminato dal Sole e la notte dalla pallida Luna e non ci volle molto perché l’uomo primitivo scambiasse questi astri per dei. Così si cominciò ad adorarli a volte in forma così cruenta da farci inorridire. I Maia per esempio credevano che i raggi del Sole fossero lingue fameliche assetate di sangue ed al Sole sacrificano giovani vite per sedare la sua fame o la sua presunta ira. La comparsa dell’uomo sulla terra è relativamente recente dovendosi più o meno datare in 2.500.000 di anni fa laddove la comparsa della terra delle forme primordiali di vita risale a circa 4,5 miliardi di anni e la nascita dell’Universo a 13,7 miliardi di anni fa! Ma la sua evoluzione biologica e gnoseologica ha compiuto passi da gigante. Forse questo è dovuto alla sua naturale curiosità di soddisfare quelle domande essenziali che ancora oggi ci affliggono e al suo guardare al cielo, alle stelle, alla sua paura della non conoscenza, o forse alla possibilità di trasmettere le sue conquiste alle nuove generazioni ora che aveva acquistato l’uso della parola e, più tardi della scrittura! Che l’uomo abbia da tempi immemorabili cercato di capire le regole che governano il mondo, lo possiamo dedurre dagli antichi miti come quelli di Prometeo che cercò di rubare il fuoco agli dei e che, per questo suo ardire, scontò una punizione esemplare. Ma l’uomo, uscendo dal mito, continuò nelle sue affannose ricerche e qui, nel nostro occidente, a partire dal sesto secolo prima di Cristo ci fu un fermento di intelligenze che cominciarono razionalmente a chiedersi quale fosse la verità sulla propria natura e sulla natura dell’Universo che tutti ci contiene: I primi grandi pensatori, i presocratici, cercavano gli “archè”, i principi vitali che giustificassero l’essenza stessa delle cose (ilozoismo). E se Talete identificò nell’acqua l’incorruttibile materia che genera il mondo, Anassimene pensava che essa andasse ricercata nell’aria e Anassimandro la identificò con “l’apeiron”, l’infinito indefinito da cui tutto proviene. Parmenide coniò la filosofia dell’Essere statico e immutabile mentre Eraclito vedeva nel movimento e nell’eterno divenire (Panta rei) l’essenza primaria delle cose.
Il primo grande unificatore di queste contrapposte teorie fu il grande Platone che al divenire del mondo sensibile contrappose l’iperuranio, il mondo delle idee, dove l’uomo tenderebbe e dove ci sarebbe lo “stampo” primigenio ed immutabile di ogni apparenza terrena. Aristotele razionalizzò ancor più queste impervie ricerche, analizzando “scientificamente” i fenomeni osservabili e identificando nel primo motore (Dio) il propulsore di una catena altrimenti infinita di causa-effetto (se ogni effetto ha una sua causa, il processo durerebbe all’infinito senza una causa prima). Ai filosofi si affiancavano i primi matematici (Pitagora, Euclide, lo stesso Talete) e i primi astronomi e scienziati ( Archimede, Eulero, Eudosso, Aristarco, Ipparco, Tolomeo). Gli atomisti del calibro di Democrito o Leucippo descrissero l’infinitamente piccolo avvicinandosi tanto alla realtà che soltanto la modernissima meccanica quantistica ne ha parzialmente smontato l’apparato, mentre l’epicureismo, lo stoicismo, il neoplatonismo, cercavano teorie che aiutassero l’uomo a lenire le sue sofferenze.
Il bisogno di Dio aleggiava sempre nel pensiero dell’uomo le scoperte scientifiche come pure le credenze religiose si condizionavano reciprocamente! A quei tempi era opinione comune che l’Universo fosse sempre esistito, ma già con gli Stoici si cominciò a parlare in infinite creazioni e distruzioni che si sarebbero replicate sempre allo stesso modo. Anche la Rivelazione ebraica, il Cristianesimo e il Giudaismo credevano al creazionismo : Già da tempo si osservavano i cieli formulando varie teorie intorno i movimenti della terra . Aristarco (310 a.c.) aveva già capito che era la terra a girare intorno al Sole, ma ebbe più fortuna la tesi di Tolomeo (367 a.c.) con la sua teoria degli epicicli, che vedeva la terra al centro del sistema solare. Dovettero passare molto secoli prima che Copernico mettesse a punto la sua teoria eliocentrica dando la stura alle molte ricerche scientifiche da parte di Keplero prima, di Galileo e Newton poi. Stava nascendo la Scienza moderna nonostante che l’inquisizione tentasse di frenare ogni conquista bollandola come eresia! Giordano Bruno come pure il nostro Cesare Vanini pagarono con la vita le loro “Eresie” e furono arsi ed anzi il Vanini fu anche mutilato della lingua e strozzato prima di essere dato alle fiamme!
Passarono i secoli, la visione meccanicistica del mondo si affermò sempre di più fino a far credere che tutti gli avvenimenti potessero essere predeterminati, ma con l’inizio del XX secolo due nuove teorie avrebbero spento l’entusiasmo positivista: la meccanica quantistica di Plank e le relatività di Einstein. Si scoprì insomma che le leggi meccanicistiche scoperte da Newton non erano più valide per l’infinitamente piccolo o per l’infinitamente grande e questo gettò nello sconcerto il mondo della scienza e spense di colpo l’entusiasmo positivista. Alcune conseguenze di queste nuove scoperte furono veramente sconcertanti e cambiarono completamente la nostra visione sulla nascita dell’Universo. Ci stiamo avvicinando al momento cruciale in cui tutto ebbe inizio Stiamo per capire come tutto è avvenuto, stiamo per capire cosa sia il Big Bang. Questo termine fu coniato in modo ironico e dispregiativo da uno studioso inglese che insegnava a Cambridge, certo Hoyle che aveva formulato la teoria dello Stato Stazionario. Egli insomma credeva che l’Universo fosse statico e che fosse sempre esistito, ma oggi sappiamo, perché lo si è potuto ormai variamente sperimentare, che Hoyle aveva torto: L’Universo ha avuto un inizio 13,7 miliardi di anni fa ed è tutt’altro che stazionario. Esso si espande a grande velocità con un curioso meccanismo laddove le galassie si allontanano le une dalle altre pur senza muoversi direttamente ma come se fosse lo spazio stesso a dilatarsi. Anche Einstein pensava, a torto, che l’Universo fosse statico e ipotizzò l’esistenza di una forza misteriosa, la costante cosmologica che impediva agli astri di collassare secondo le leggi della gravità. Ma la sua teoria della relatività suggeriva proprio il contrario . Il primo a formulare la teoria del BIG Bang o UOVO cosmico fu padre Lemaitre che aveva tratto le sue conclusioni proprio studiando le formule di Einstein.. Fu Hubble, con l’aiuto di potentissimi telescopi e l’analisi spettroscopica, a fornire le prove che l’Universo in effetti si dilata espandendosi in ogni direzione e da qualsiasi punto lo si osservi. Egli, per calcolar la velocità d’espansione, si basò sul metodo delle candele standard e cioè di alcune stelle di cui si conosca la luminosità e che pulsino con ritmi costanti (le Cefeidi per esempio). Se l’Universo si dilata, ciò voleva dire che prima era più piccolo e via via, andando indietro nel tempo, sempre più piccolo fino alle dimensioni sub microscopiche laddove la temperatura e la pressione dovevano essere altissime.
Hubble inoltre aveva scoperto la galassia di Andromeda,cioè un altro mondo immenso fuori dalla nostra via Lattea che fino al 1920 si pensava comprendesse l’intero Universo. Hubble in una sola notte ci fece capire che l’Universo era immensamente più grande di quanto si pensasse a quei tempi!!! Non una sola galassia con 100-200 miliardi di stella ma 100 miliardi di galassie simili alla nostra che ruotano tutte insieme nell’Universo infinito Ma quali prove si avevano che si era intrapresa la strada giusta? A questo punto entra in scena uno scienziato russo. Gamov pensò che se l’Universo, andando indietro nel tempo diventava sempre più piccolo, allora la sua pressione e la sua temperatura dovevano essere enormemente più alte e quindi ipotizzò l’esistenza di una Radiazione cosmica di fondo che non riuscì a trovare personalmente ma che fu scoperta poi quasi per caso da Penzias e Wilson, due scienziati insigniti del premio nobel nel 1978. La teoria dello stato stazionario veniva così abbandonata per sempre mentre tutti gli scienziati del mondo confermarono la teoria del BIG BANG Furono però mosse Critiche alla teoria del big bang Problemi sull’equilibrio termico dello spazio profondo e sui tempi delle formazioni delle galassie: L’Universo è troppo grande e non abbastanza vecchio perché la sua temperatura sia costante in tutti i suoi punti, si disse. Ma tali problemi furono superati con la teoria dell’Inflazione di Alan Guth che prevede che l’Universo, piccolissimo e incredibilmente caldo, si sia espanso ad una velocità molto superiore a quella della luce in modo tale da giustificare l’uniformità della temperatura- Le quattro forze della natura inizialmente sarebbero state fuse insieme e l’espansione sarebbe avvenuta quando ancora le leggi di Einstein non potevano essere valide. Poi la gravità si sarebbe staccata dalle altre forze nei primi istanti di vita, liberando energia e consentendo l’inflazione di Guth. Sarebbe stato questo il momento in cui venne emessa la radiazione cosmica di fondo (380.000 anni). Il WNIP, il satellite inviato dalla Nasa per avere conferma della teoria dell’inflazione (2001) ci fornì nel 2003 un’immagine dell’Universo bambino (380.000 anni di età)- Tutto corrispondeva alle teorie proposte!!! Il Big bang non è più solo una teoria ma quasi una certezza verificata sperimentalmente.
Vediamo ora come finirà: Fra circa 5 miliardi di anni Il Sole starà esaurendo l’idrogeno di cui si “nutre”. Il Sole diventerà una Gigante rossa: l’enorme nuvola di gas che lo compone sfuggirà all’attrazione del suo nucleo ed ingoierà prima Mercurio poi Venere e quindi la Terra. Poi il nucleo si contrarrà ancora di più ed il nostro astro diventerà una nana bianca, per evolvere ancora in una nana nera quando tutto il suo calore residuo si sarà disperso. Dopo qualche miliardo di anni spinto da una misteriosa Energia oscura, sulla cui natura ancora s’indaga, l’Universo continuerà ad espandersi fino a dissolversi nel grande strappo dove le molecole, i nuclei, gli stessi atomi si disgregheranno costituendo la FINE dell’Universo. Molte stelle che oggi vediamo splendere nel cielo sono già estinte da anni: Dobbiamo pensare che la velocità della luce, per quanto grande, è pur sempre limitata e che occorrono a volte miliardi di anni per percorrere gli spazi infiniti dell’Universo. E dobbiamo pensare che le immagini del nostro presente saranno ancora captate tra miliardi di anni da mondi lontani. Mi piace immaginare, fuori dai rigidi schemi della Scienza che, se disponessimo di una macchina più veloce della luce, potremmo raggiungere i volti dei nostri genitori bambini vagare nello spazio infinito. Questi pensieri mi affascinano e sconvolgono e, per vincere l’emozione che me ne deriva a volte non mi resta che rifugiarmi nella poesia: Copernico, Keplero, Galileo, La Luce L’interruttore scatta, una scintilla… /e la luce si perde all’improvviso /e sei nel buio a domandarti dove sta proiettando,/ rubate agli occhi tuoi,/ le immagini e il tepore che ora devi provare a ricordare./ E non sai come /e perché e dove/ vagano per lo spazio con furore/ volti che ritenevi tuoi,/ cose d’amore, /che forse incontreranno altre scintille, /si fonderanno, /correranno insieme/ tra mille stelle/ o bruceranno al Sole.