Dal ponte che sorpassa lo scalo Farini della stazione di porta Garibaldi si possono ammirare tutti i nuovi grattacieli di Porta Nuova, tra i quali la guglia snella del palazzo Unicredit che ormai è diventata un ponti di riferimento per orientarsi in città, essendo visibile da lontano; poi però si arriva nella via Carlo Farini, piuttosto squallida, fiancheggiata da case con intonaci anneriti dallo smog, qualche volta sbrecciati, senza ombra di verde. Ci siamo arrivati per caso, attirati da una pubblicità di un fast food e ristorantino vegano. Siamo rimasti contenti della scelta. Pur essendo un franchising, il locale è molto grazioso, si mangia bene ed il personale è cortese e disponibile. Inoltre è dotato di wi-fi, e molti giovani avventori ne approfittano. Inoltre c’è un piccolo spazio dedicato ai più piccini, con tavolini, colori e lavagnetta.
Uscendo poi ci siamo imbattuti in un bar molto particolare gestito, tanto per cambiare, da cinesi, ma con il piano superiore dedicato a quattro gatti, ansiosi di farsi fare le coccole (almeno quelli che non dormivano).
Più avanti, il 7s giò (per i non milanesi, dico subito che è un gioco di parole: sètes giò, ossia siediti giù), dove siamo stati attratti dai panettoni artigianali, ottimi per un pensierino (caruccio :-) ) per Natale. “L’è propi bûn, l’è propi bèl el panetûn in del sidèl”, ossia “è proprio buono, è proprio bello il panettone nel secchiello”. Il tipico dolce natalizio è infatti confezionato in un secchiello di latta (anche se arricchito da un fiocco natalizio), tanto che a trasportare i due panettoni acquistati sembravamo una coppia di imbianchini dal ritorno dal lavoro. :-).
Il bello di quel negozio (che funge anche da gastronomia, oltre che bar e pasticceria) è che vi si respira aria meneghina,in quanto molte scritte sono in milanese.
Quindi, anche se la strada non è quel granché, i localini belli ci sono comunque.
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