Via Giulia vale più di un parcheggio

Creato il 07 ottobre 2014 da Carteinregola @carteinregola

scavi per il parcheggio in VIA GIULIA visti da vicolo del Malpasso verso il Virgilio e ponte Mazzini

In Via Giulia/Largo Perosi il Piano Urbano Parcheggi aveva  previsto un parcheggio interrato su più livelli da centinaia di posti. Dopo anni di proteste dei cittadini e dei comitati, e le polemiche in seguito alla proposta della ditta di realizzare cubature “chiudendo” la piazza,  gli scavi preliminari hanno portato alla luce le scuderie di Augusto, e sembrava che il progetto dei box sotterranei  sarebbe stato archiviato. Invece i reperti archeologici sono stati ricoperti, e il progetto dei garages riadattato nell’unico spazio privo di preesistenze. I cittadini sono stati chiamati a partecipare alla progettazione della superficie, ma la contrarietà resta, anche perchè   dai nuovi elaborati si evince che il parcheggio in realtà non è del tutto interrato…

IL LUOGO

Siamo a via Giulia, all’altezza della chiesa di San Filippo nell’area lasciata irrisolta dopo le demolizioni del 1939 tra il Lungotevere Sangallo e la via Bravaria da un lato e la via Giulia dall’altro con i due edifici del Liceo Virgilio e del Dipartimento Antimafia ai lati.

La rete topografica dell’area è storicamente segnata e non può essere impunemente stravolta dalle esigenze primarie del parcheggio di 293 posti previsto al di sotto della vasta area di 7mila metri quadrati che cerca una soluzione da più di 70 anni.

Via Giulia è la prima strada in Roma tracciata ad andamento rettilineo aperta all’inizio del sec. XVI da Giulio II che si avvalse dell’opera del Bramante. Nell’idea del pontefice la via doveva garantire un migliore collegamento mediante Ponte Sisto fra Trastevere, dove in quello stesso periodo si andava ristrutturando via della Lungara, e la zona dei Borghi e di S.Pietro mediante un erigendo ponte di fronte all’ospedale di S.Spirito. Inoltre lungo il rettifilo si sarebbero dovuti concentrare gli edifici di maggiore importanza per lo Stato Pontificio.

Per questo Via Giulia può essere considerata la prima strada “moderna” del mondo, frutto di una progettazione urbanistica unitaria e lungimirante.

Via Giulia la strada più illustre del Rinascimento italiano oggi corre il pericolo che la profonda ferita inferta nel 1939 dalla demolizione del Palazzo Ruggia e del Palazzo Lais davanti al ponte Mazzini, venga irrimediabilmente aggravata con un progetto di edificazione di un parcheggio di 4 piani di profondità con l’ultimo parzialmente emergente sul piano di via Bravaria, che il Comune intende portare avanti senza alcuno studio preliminare, né concorso di idee, né processo partecipativo dei cittadini. O meglio, il processo di partecipazione l’ha già iniziato il primo Municipio, ma solo per la sistemazione della vasta superficie di 100 metri per 70 che ricopre il parcheggio da una parte e gli importanti resti archeologici dall’altra.

Infatti, durante i primi lavori di scavo nell’area del parcheggio furono rinvenuti tre importanti complessi archeologici tra cui le scuderie di Augusto.

I PROGETTI DI PARCHEGGIO ED ALTRO DAL 2008 AD OGGI

Già nel 2008 sembrò improprio e assai discutibile che si accettasse la proposta di una ditta privata di piazzare lì sotto un parcheggio, invece di risolvere l’annoso problema del vuoto prodotto dallo sventramento, sul quale peraltro erano state prodotti moltissimi materiali consistenti in studi, ricerche e progetti di ogni genere.

Dopo i ritrovamenti archeologici e le prescrizioni della Soprintendenza, la ditta CAM concessionaria dell’area e costruttrice del parcheggio presentò un secondo progetto con parcheggio sotterraneo, albergo e residenze in superficie ed un museo con una soluzione di fronte strada assai discutibile sulla quale la Soprintendenza architettonica non ebbe nulla da dire (vedi la scheda con la ricostruzione della vicenda)  Ma per fortuna nel febbraio 2014, dopo il pronunciamento del Mibact, arrivò finalmente il veto della Soprintendenza Archeologica sul progetto.Il concessionario presentò quindi un nuovo progetto, conforme ai pareri dalla Soprintendenza, prevedendo 293 posti auto distribuiti su 4 piani, di cui il superiore solo parzialmente interrato.

il 3 luglio la Giunta Capitolina ha approvato l’intervento “limitatamente ed esclusivamente alla sola parte interrata del progetto” e “con la sola esclusione delle sistemazioni di superficie e con le prescrizioni approvate in conferenza dei servizi”. Il 31 luglio è stata firmata la convenzione tra il Comune e la ditta costruttrice che quindi, una volta ottenuto il permesso a costruire, potrà iniziare i lavori.

LA PROGETTAZIONE DEL PARCHEGGIO STACCATA DA QUELLA DELLA PIAZZA NONOSTANTE I PARERI DELLA SOVRINTENDENZA E DEL DIPARTIMENTO URBANISTICA

Così, in maniera artificiosa il progetto del parcheggio è stato staccato dalla progettazione partecipata dell’area superficiale che si trova quindi ad essere una variabile dipendente dal parcheggio stesso come già rilevato ampiamente nei pareri espressi dal Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica della Città Storica e dalla stessa Sovrintendenza capitolina ai Beni Culturali. In particolare dal Dipartimento P.A.U. viene  espresso il concetto di una progettualità insufficiente rispetto al contesto storico-architettonico per una mancanza di relazione con il contesto e per la mancanza di relazione tra il progetto del parcheggio ed il progetto della piazza troppo condizionato da esigenze funzionali della costruzione interrata. Similmente dalla Sovrintendenza capitolina ai Beni Culturali viene sottolineata la mancanza di un asse visivo che colleghi ponte Mazzini con il prospetto della chiesa di San Filippo, ribadendo poi che la sistemazione superficiale, anche solo dell’arredo urbano, sarà pesantemente influenzata dalle esigenze del parcheggio sottostante e non dal valore storico, architettonico e paesaggistico dell’area.

LA RETE TOPOGRAFICA DELL’AREA MESSA IN DISCUSSIONE DAL PARCHEGGIO

La rete topografica dell’area è storicamente segnata e non può essere impunemente stravolta dalle esigenze primarie del parcheggio di 293 posti previsto al di sotto della vasta area di 7mila metri quadrati che cerca una soluzione da più di 70 anni.

Da Ponte Mazzini parte la via San Filippo (che vogliono far scomparire), la quale continua con vicolo della Moretta (in effetti una piazza) e via dei Cartari, per giungere a piazza della Chiesa Nuova e dunque alla grande arteria di corso Vittorio.

Dal Lungotevere parte vicolo della Scimia, giunge a via Giulia, prosegue per via delle Carceri, costeggiando la Chiesa di Santa Lucia e giunge a Banchi Vecchi.

Vicolo delle Prigioni costeggiando il palazzo dell’Antimafia giunge a via Giulia e prosegue a sinistra della chiesetta di S Filippo con il nome di vicolo del Malpasso e arriva infine a Banchi Vecchi-Moretta.

Infine da largo Perosi parte via Bravaria che costeggia in trincea lungotevere Sangallo; da essa si dipartono via S Filippo, vicolo. delle Prigioni, vicolo della Scimia, via del Gonfalone e via de’ Bresciani.

La via S. Filippo (che si vuole eliminare) è essenziale per il collegamento tra Trastevere, i Lungotevere e corso Vittorio.

LA COPERTURA INCLINATA OBBLIGATA DEL PARCHEGGIO CONDIZIONA IL PROGETTO DELLA PIAZZA

Il parcheggio situato sotto una parte dell’area di 7000 metri quadrati, emergendo verso il lato fiume per circa 3 metri dal livello di via Bravaria, determina l’esigenza di costruire una copertura inclinata di circa il 2,5% che va da quota zero rispetto a via Giulia a quota 3,10 metri rispetto al piano di via Bravaria. Andrebbe verificata la preesistenza di questa inclinata nel periodo post unitario successivo alla costruzione dei muraglioni del Lungotevere, ma comunque, essendoci la continuità di un terrapieno inclinato, la via Bravaria era complanare ed ortogonale alla via San Filippo ad una quota di + 3 metri circa dal livello di via Giulia, ma oggi c’è una trincea e la via Bravaria sta ben al di sotto del piano inclinato artificiale che dovrebbe contenere il tracciato di via San Filippo che però non troverebbe più l’antica confluenza complanare con la via Bravaria per l’attuale salto di quota. Inoltre quella trincea di via Bravaria serve per accogliere la corsia a doppio senso per l’entrata e l’uscita dal parcheggio in corrispondenza con Lungotevere Sangallo e Ponte Mazzini.

LA PARTECIPAZIONE DEL MUNICIPIO PRIMO

Insomma, una vera partecipazione presupporrebbe di effettuare studi approfonditi con l’apporto di storici, archeologi, urbanisti, architetti, topografi, ingegneri idraulici.

Questo deve capire il Municipio che sta gestendo il processo partecipativo in corso. Non possiamo fermarci a stabilire il numero e la posizione dei lampioni, delle panchine, dei cestini portarifiuti o a scegliere la natura della pavimentazione. Anche i criteri pre-progettuali che deve dare il processo partecipativo non possono considerare il progetto del parcheggio invariabile ed avulso dalla sistemazione della parte superiore e dell’intero contesto urbanistico dell’area. Ed inoltre questa partecipazione non può essere fatta in venti giorni con tre assemblee e senza l’apporto di veri laboratori di studio.

Via Giulia vale più di un parcheggio.

Paolo Gelsomini (Segretario Coordinamento Residenti Cittaà Storica)

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