Dopo anni di battaglie, quasi 10 anni di discussioni, tra varie proteste, guerre tra gruppi imprenditoriali e molti Governi contrari, a marzo scorso l’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) ha approvato la nascita dei domini internet di primo livello con estensione .xxx, quindi indirizzi caratterizzati da contenuti porno. A condurre la battaglia la ICM che gestia’ anche la vendita di tali domini ai clienti interessati.
Come detto la ratifica era di marzo, ma solo oggi si iniziera’ la vendita vera e propria che sara’ organizzata in maniera molto complessa. Infatti in questi primi 50 giorni la vendita sara’ dedicata solo ai marchi piu’ noti, aziende mondiali, nomi noti. In pratica se sono Nikon e non voglio che qualche bontempone (o anche detto ricattatore) acquisti un dominio www.nikon.xxx lo compro io e lo tengo bloccato. E stessa cosa in pratica faranno tutti i colossi mondiali per evitare accostamenti pericolosi (Apple qualche giorno fa ha acquistato, mi sembra, 20 domini diversi riferiti ad iTunes, con varianti di lettere della stessa parola, frutto di possibili errori di battitura, cosi’ da indirizzare comunque al sito corretto).
Al termine di questi 50 giorni ve ne saranno ulteriori 17, dedicati solo alle aziende del porno che potranno dare libero sfogo alla fantasia e acquisire tutti gli indirizzi piu’ accattivanti del settore, e successivamente sara’ possibile per chiunque acquistare un dominio del genere.
Ulteriore accorgimento, e’ stato quello di rendere impossibile la vendita di domini con riferimento a nomi di personaggi pubblici, cosi’ da evitare possibili ripercussioni.
Ma veniamo alle perplessita‘. L’industria del porno e’ divisa sulla questione, chi eccitato dal poter creare una zona “rossa” in rete, che invece crede che sara’ un modo per ghettizzare il ramo, rendere piu’ facili le barriere di accesso e allontanarsi da quel concetto di rete “libera” che Internet rappresenta.
Cerchiamo di capire.
Su questo blog ho inserito una sola volta un post che conteneva la dicitura youporn, e credo sia l’articolo piu’ cliccato. L’industria del porno, la pornografia in generale e’ un mercato che “tira”, l’accesso immediato a immagini e video e’ tanto facile quanto pericolosa pensando alla capacita’ dei bambini di utilizzare il computer. Qualche sera va vedevo un comico che faceva un raffronto tra la sua generazione e quella attuale, faceva un esempio utile in questo caso.
Alla mia eta’ se dovevo fare una ricerca su Martin Lutero, mi arrampicavo sulla libreria per prendere l’enciclopedia che i miei faticosamente avevano acquistato.
Oggi, inserisco su google Lutero, e google mi propone: “forse cercavi l’utero?”, e via di fotografie molto interessanti…
capito il senso? hai voglia di inserire parental control vari, bisogna presidiare live, ma questo e’ solo un aspetto. Uno degli studi che ho letto parlano di frequentazioni di siti porno dai 15 anni, per arrivare ai 20 con seri problemi, l’hanno definiti addirittura anoressia sessuale. La Società Italiana di Andrologia Medica e Medicina della Sessualità, presieduta dal professore Carlo Foresta, segnala la diffusione dei primi casi e spiega come troppa pornografia online impedisce uno sviluppo armonico ed equilibrato dei ragazzi, sara’ la stessa cosa che per i giornalini di un tempo?
Massima liberta’ per chi vuole usufruire del porno, ci mancherebbe, ma se .com rappresentava entita’ commerciali (ma prendiamo d’esempio questo blog, non ha nulla di commerciale), .org organizzazioni, .gov enti governativi, siamo proprio sicuri che racchiudere il mondo a luci rosse in un .xxx sia la cosa migliore?
Non so che transito ci sia su siti porno a pagamento, ma con l’avvento di youporn, e il proliferare di pagine personali multilivello la richiesta di porno a pagamento non credo sia cosi’ grande, a meno che non si propongano anche altri servizi. In Europa, l’Italia è il quarto paese in ordine di visite di siti porno con quasi 8 milioni di visitatori (che non sono pochi), dopo Germania, Francia e Spagna.
Beh vedremo che diffusione ci sara’.
Massi