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Via Mazzini: tra passato e PSC

Creato il 04 giugno 2011 da Ambrogio Ponzi @lucecolore

Via Mazzini: tra passato e PSC

Questa costruzione anni ottanta ha inaugurato l'era del cemento in via Mazzini. Si tratta di un edificio completamente occupato da box privati per auto. Davanti, il parco Guernica è stato recentemente convertito a parcheggio pubblico a righe blu. Alcuni alberi e fazzoletti  di verde sono rimasti.

Via Mazzini scorre per un certo tratto parallela all'asse principale della città rappresentato da Via Romagnosi e Via Cavour, per poi piegare leggermente a sud fino a convergere su Piazza Grandi dove termina anche Via Cavour ed inizia Via Abate Zani. Nel suo percorso aggira a Nord il quartiere Oriola separandolo dalla massicciata ferroviaria. Nata come espressione di una nascente viabilità ha conservato tale caratteristica anche per effetto del sottopasso ferroviario. La storia dei suoi primi quarant'anni e delle opportunità, in parte realizzate, in parte mancate, maturate nel periodo della "ricostruzione" postbellica sono magistralmente riassunte in un articolo apparso sul periodico diocesano "Il Risveglio" nel 1948 che proponiamo sotto. L'altra metà della storia è sotto i nostri occhi: qualcosa è rimasto, qualcosa si aggiunto, ma tutto e sempre in modo occasionale, senza un qualsiasi disegno di assieme. In questo inizio di millennio poi il cemento, che già aveva creato brutture, ha completato l'opera su quel che restava di urbanisticamente pregevole. 
Via Mazzini nella sua vita ormai centenaria ha conosciuto un lungo periodo in cui si qualificava per la presenza di numerose attività produttive. Sino agli anni ottanta, ed in alcuni casi anche oltre, erano presenti uno storico sugherificio, una impresa di trasporti, un forno, una falegnameria, una sartoria, un deposito di materiale ferroso, una unità commerciale di minuterie metalliche ed utensili, una officina di lavorazione del ferro, la fabbrica per la produzione del ghiaccio e una sala da ballo. Il venir meno di queste attività ha ulteriormente impoverito questa via.Esaurito questo sguardo al passato il ruolo futuro di questa via appare problematico, i condizionamenti di cui abbiamo parlato, sottopasso ferroviario e nuovo sottopasso di collegamento tra est ed ovest della città, pesano e qualsiasi soluzione deve fare i conti con queste due realtà e non solo. Se viene confermato il progetto di portare il sottopasso della ferrovia in Via Mascagni chiudendo poi al traffico automobilistico l'attuale sottopasso, si avrebbe l'effetto di rendere più fluido il traffico stesso, ma anche quello di richiamarne altro appesantendo ulteriormente Via Abate Zani e la stessa Via Mazzini. Le due vie verrebbero definitivamente marginalizzate mentre ormai dovrebbero essere considerate a tutti gli effetti vie del centro cittadino. 
Vedi anche: http://fidenza.ponziettore.it/PSC.html

Via Mazzini: tra passato e PSC

L'apoteosi del cemento, quello più recente ed invasivo, è all'inizio di Via Mazzini. Da questa posizione una doppia fila di alberi incorniciava la stazione ferroviaria che oggi risulta avulsa dal restante contesto urbano.

Via Mazzini: tra passato e PSC
Da questa posizione si vedono le brutture già segnalate, il primo palazzo a destra è la "casa dei ferrovieri" commentata nell'articolo sotto. Più in fondo, sul lato sinistro della strada si intravede la "casa popolare" pure citata nell'articolo.


Via Mazzini: tra passato e PSC

All'inizio di Via Mazzini l'area dell'ex Caffè Balilla abbandonata da circa dieci anni in attesa di essere demolita.


Via Mazzini: tra passato e PSC

Al posto dell'antica Rocca prospetta su Via Mazzini il retro di palazzo Porcellini. Deluse quindi le aspettative del nostro cronista che auspicava un intervento più qualificante. 

La ricostruzioneVia Mazzini – E la Rocca? - Il Ponte RomanoVia Mazzini, se non andiamo errati non ha ancora quaranta anni di vita. Molti fidentini ricorderanno, quando venne costruito il sottopassaggio, mentre prima, dove esiste l'attuale stazione ferroviario vi era il passaggio a livello. Il viale era alberato e vi erano comode panchine per il pubblico sotto alte piante. Così venne tracciata l'attuale Via Mazzini, che andò popolandosi di villette e case ad uso civile e commerciale. Il viale alla stazione, col nuovo fabbricato, con la scomparsa della Tranvia Fidenza Salso e tutti gli annessi servizi, assuma una nuova fisionomia, ampliandosi in modo da poter assorbire il traffico stradale. Anche la Rocca, a poco a poco col volgere degli anni perdette delle sue vestigia e, il fossato che l'attorniava scomparve con il relativo parapetto. L'accesso della Rocca dava ancora l'impressione del ponte levatoio. Poi isolato a sé, abbandonato dalla popolazione infantile e di studenti che per tanti anni l'avevano affollata, venne aperta a fianco del fabbricato una strada di accesso, in rilevante dislivello, con Via Mazzini. Ed ora all'inizio di questa Via è sorto un grosso fabbricato dell'Ente Case Popolari di Parma, che ospita un considerevole numero di famiglie fidentine. Le fondamenta di un altro caseggiato di ragguardevoli proporzioni sono pure in atto in quell'area sottostante la stazione ferroviaria, e all'inizio di Via Mazzini. Si tratta della casa per i ferrovieri, che comprenderà un'area di 300 metri quadrati, raggiungendo l'altezza di 16 metri. I lavori già iniziati con gli scavi, procederanno alacremente, e nel caseggiato verranno ospitate dieci famiglie di ferrovieri, in appartamenti da tre a quattro stanze. La nuova casa dei ferrovieri, fatta costruire dal Ministero dei Trasporti, e della quale demmo notizia circa lo stanziamento dei fondi occorrenti in venti milioni, ci auguriamo sia un preludi di nuove costruzioni, occorrenti per allogare numerosi interessati che attendono una decorosa sistemazione. Un accenno sulla costruzione di questo caseggiato è stato fatto da Leonida Fietta sul “Giornale dell'Emilia” il quale si rammarica perché i ferrovieri sono troppo vicini alla strada ferrata e verranno disturbati dai convogli. Non è una incongruenza; in tutte le località i ferrovieri alloggiano presso le stazioni, per esigenze logistiche del servizio. Continuando nella nostra passeggiata in Via Mazzini, vediamo i ruderi della Rocca, che nella parte in piedi ospita i resti di un partito di sinistra. Questa ricostruzione della Rocca sta un poco a cuore a tutti i fidentini, come l'obelisco di Garibaldi, che troneggia ancora storto nella omonima piazza. Bisogna rifare una costruzione degna da essere posta in bella vista a mezza Italia. Dalla linea ferroviaria si vede molto bene la Rocca, che dovrà ritornare una costruzione decorosa, caratteristica. Non vi pare che sia così. Siamo orgogliosi di quel poco di storia che conservano i ruderi, e i pochi monumenti della nostra cittadina. E diciamolo francamente. Quando circa un anno fa, un giovane perito industriale si era posto a capo di una organizzazione per la costruzione di case, con l'impiego di capitali svizzeri, ci si era allargato il cuore. Diceva il bravo giovane col suo candido entusiasmo: “trasformeremo Fidenza, in un solo sonante cantiere!” (vedi nota).Poi gli svizzeri hanno ritirato i loro progettati finanziamenti, e le adesioni e i buoni propositi sono rimasti sulla carta. Proseguendo in Via Mazzini, andiamo a sboccare nel piazzale S. Donnino, tagliato da Via Corsica che va ad innestrasi sulla Via Emilia. Qui c'è il Macello pubblico riattivato e in piena funzione, tutto attorniate da altre costruzioni, che starebbe molto bene invece almeno fuori del perimetro urbano. Il piazzale S. Donnino è tutto un rilevato su terra ivi trasportata: una volta c'era il pozzone, dove affluivano tutte le donne di Oriola e le lavandaie per il bucato che avevano a disposizione un vasto prato per la distesa al sole. Tutto il traffico si svolgeva sotto il cosiddettoo voltone del Duomo, la torre merlata e coperta molto a sproposito da un tetto, indubbiamenteper preservarla dalle intemperie. Quivi nel 1874 vennero rintracciati i resti dell'antico ponte Romano, del quale pubblichiamo al riproduzione di un disegno dell'epoca. 
Via Mazzini: tra passato e PSC

Bisogna tenere presente che tutto il traffico della Via Emilia, transitava qui sotto e sfilava davanti ai Leoni del Duomo, e si può dire fin verso il 1928, e tutti i corridori del Giro d'Italia, hanno conosciuto i ciottoli delle nostre strade principali. All'inizio di Via Corsica, lungo al quale molte case sono andate distrutte, notiamo una recente costruzione della casa del reduce, e di qualche altra iniziativa privata, che segnano pur sempre una dimostrazione, sia pure lenta e faticosa, della ricostruzione che è nel cuore e nella volontà di tutti. Mentre quindici anni or sono, gli amministratori della pubblica cosa, erano preoccupati ad abbattere per aprire varchi, ora i vuoti sono addirittura preoccupanti. Vi furono tempi in cui il traffico stradale aumentato a dismisura, contribuì a far adottare provvedimenti frettolosi, quasi come si fosse dovuto ripiegare alla meno peggio cancellando tratti dalla carta geografica cittadina. Terminiamo per ora la nostra breve passeggiata nelle vie cittadine e ritorniamo alla stazione ferroviaria.Quivi ai primi del prossimo Giugno verrà costruito un nuovo fabbricato al posto di quello vecchio, che venne letteralmente distrutto. Ci riferiamo alla vecchia stazione che sorgeva di fronte a quella della Tranvia Fidenza Salsomaggiore, quello che aveva visto tante cose di cronaca lieta e triste, personaggi, illustri della scienza, dell'arte, della politica. C'era un Principe, il Duca degli Abruzzi, che una volta arrivato alla vecchia stazione, faceva perdere la traccia di sé agli agenti di scorta, e saltava la staccionata compiendo un volteggio degno di un cavallerizzo, preferendo divenire un viaggiatore clandestino, pur di potersi disfare di quell'aureola di notorietà e regalità che circondava il Suo nome. La cronaca aurea della vecchia stazione non si esaurirebbe troppo presto; quello era un passaggio obbligato per Salsomaggiore nota per i suoi fasti dorati, e che i nostri vecchi chiamavano “la piccola Parigi”. Il nuovo fabbricato che quivi verrà costruito, comporterà una spesa di trenta milioni, ed è stato progettato dai tecnici dell'ufficio lavori delle ferrovia, geometri Giuseppe Gatto, Luigi Marcotti e Pilade Boni. Avrà una lunghezza di metri 56 e larghezza di metri dieci. Vi troveranno posto tutti i servizi accessori della stazione, ed al primo piano vi sarà il dormitorio per il personale viaggiante, costituito da venti stanze che verranno arredate in modo adeguato e confortevole.

Via Mazzini: tra passato e PSC

Nota: Il "bravo giovane", non più tanto bravo e non più tanto onesto, è rispuntato a metà anni novanta, gli investitori non erano più svizzeri ma imprenditori locali e cooperative emiliane. L'impresa fallimentare è stata salvata dall'intervento diretto del Comune che vi ha investito venti milioni (?) di euro che ci ritroviamo a dover pagare  nei prossimi vent'anni. Questo il danno finanziario, quello urbanistico peserà molto più di vent'anni. Vedi anche:http://fidenza.ponziettore.it/stazione.html

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