Viaggiare Dandy oggi a Milano
Ecco il programma definitivo, potete iniziare con noi alle 10 al bar Magenta oppure accodarvi a qualche tappa che preferite:
ore 10– Via Carducci 13 – Bar Magenta, colazione con la designer Francesca Mancini e il direttore creativo di Ridefinire il gioiello
ore 10.30 – Corso Magenta 15 – Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, visita
ore 11 – Piazzale Cimitero Monumentale – Cimitero Monumentale, visita
ore 12 – Via Giuseppe Lagrange 1, Salone Les garcons de la Rue, Trucco e capelli
ore 13 – Ristorante sui Navigli, pranzo
ore 14 – Via Corsico 9 – Libraccio libreria, negozio
ore 15 – Via Brera, 32 – Bar Jamaica, caffè con il fotografo Uliano Lucas
ore 16.30 – Via Rinaldo Rigola 1 – Lucie Fontaine, Mostra Pink Writings, visita
ore 17.20 – Via della Spiga, 46 – Sermoneta Gloves, negozio
ore 17.50 – Via Sant’Andrea 6 – Palazzo Morando, Mostra-evento “Brassaï. Pour l’amour de Paris”, visita
ore 18.30 – Passeggiata (Casa degli Omenoni; Via degli Omenoni; Teatro alla Scala, Piazza della Scala; Teatro Filodrammatici, Piazza Paolo Ferrari 6; Galleria Vittorio Emanuele, Piazza Duomo; Casa Ferrario, Via Spadari 3/5)
ore 19.30 – Via Mengoni, 4-angolo Piazza Duomo – Leica Galerie Milano, Mostra “45 frames from PhotoVogue”, inaugurazione
ore 20.30 – Piazza Carlo Mirabello 5 – Ristorante Il Verdi, cena
La fortunata vincitrice del concorso si chiama Roberta, ha 24 anni e studia a Milano. Questo il suo racconto, una tappa (nello specifico il Cimitero Monumentale) è stat inserita nel nostro programma. Ora leggete il suo racconto:
Cosa farebbe un Dandy a Milano?
Un dandy a Milano uscirebbe di casa verso il tramonto, vestito di nero per non catturare gli occhi della folla. L’unico cenno di colore sarebbe quel fazzoletto verde che tiene nel taschino della giacca. Passeggerebbe sui navigli, sentendosi così lontano da quella mediocrità che lo circonda. Si fermerebbe ad osservare la vetrina di un negozio di libri usati alla ricerca di qualche opera di Proust o di Baudelaire.
Insensibile e cinico non farebbe attenzione a quel bastardino che gli scodinzola dietro, troppo preso ad osservare la sua immagine. Si fermerebbe infatti per qualche istante di fronte ad uno specchio fuori da un negozio per scrutare il suo volto. Poi continuerebbe a camminare, sfiorandosi la fronte per constatare che sia ancora liscia e che ne il tempo e ne gli anni abbiano rovinato la sua pelle. Stanco del chiasso di quei luoghi deciderebbe di prendere un tram. Fermata Bramante e poi dritto al cimitero monumentale. Troverebbe il cimitero ancora aperto. Lì tra quelle tombe inizierebbe a respirare un po’ di tranquillità. Tra quelle statue di angeli e le vecchie fotografie che sembrerebbero osservarlo da dentro i loro camei. Amerebbe quel posto decadente e silenzioso. Vorrebbe più tempo, magari sedersi affianco alla rappresentazione dell’Ultima cena per fumarsi un sigaro, ma sarebbe ora di andare.
Per strada incontrerebbe una donna molto truccata. Molti troverebbero quel viso esagerato, ma lui sarebbe così affascinato dal trucco e dall’artificio, rifuggendo tutto ciò che è naturale. Lancerebbe un sorriso a quella donna ed entrerebbe nel bar all’angolo. Ordinerebbe un bicchiere di assenzio e lo farebbe fuori in un sorso come se fosse un bicchiere d’acqua. Tirerebbe fuori il suo orologio da taschino. A quel punto sarebbe ora di tornare a casa per scrivere e magari bere ancora. Desiderando ogni giorno di trasformare la sua vita in un’opera d’arte come quella di Andrea Sperelli o Dorian Gray.