Capodanno 2015: destinazione Cuba, la isla grande
Con una guida e una grande mappa stradale è iniziato il nostro viaggio a Cuba: da troppo infatti viaggiavamo solo in Asia, e sentivo fosse giunto il momento di cambiare aria, paesaggi e cultura.
Ho sempre desiderato visitare Cuba finchè Fidel Castro fosse ancora in vita, perchè solo lui rispecchia ancora quell’orgoglio di classe che in troppi sventolano sulle magliette raffiguranti Che Guevara.
Abbiamo prenotato un volo low-cost in occasione del Capodanno 2015, giusto pochi mesi prima della fine del Bloqueo, l’embargo imposto dagli americani da oltre 50 anni
Arriviamo di notte all’aeroporto di L’Havana carica di valigie e regali che conoscenti italiani vogliono far arrivare sull’isla grande senza passare i controlli alla dogana.
Portiamo cellulari, principalmente, ma anche prese elettriche e medicinali.
Per le prime notti saremo ospiti nella casa particular di Daniel y Fina, una adorabile famiglia che ha unito le case delle madri anziane per ricavare 5 camere da letto per turisti.
La posizione si è dimostrata davvero strategica (Havana Central) per poterci muovere a piedi e raggiungere tutto quello che ci interessava maggiormente:
- Havana Vjeja, che le recenti ristrutturazioni stanno portando all’antico splendore. Le chiese e le piazze si sprecano, ma assolutamnete da non perdere la Plaza de la Catedral, che fa tanto salento con il suo stile barocco (barocco cubano).
Qui sarete fermati da centinaia di procacciatori di ristoranti (ma in tutta Cuba succede) che soffrono della vicinanza con la Boteguita del Medio, il famoso (e fumoso) locale frequentato da Hemingway, situata a pochi passi
- il fascino triste del Malecon, dove si beve rum ammirando la potenza dell’oceano sulle rocce
- il quartiere di Vedado ospita la famosa Plaza de la Revolucion e molto altro.
- l’arte di strada e nelle case, con interi quartieri dedicati. Il Callejon de Hamel, per esempio, una vera e propria galleria a cielo aperto che raccoglie il centro della cultura afrocubana dell’isola. Imperdibile la domenica, giorno in cui si svolgono sfrenate danze e riti di santeria che invocano gli spiriti orichas. (habana centro)
Nonostante nella capitale cubana abitino circa 2 milioni di persone, non si avverte mai la sensazione di pericolo. il nostro tempo migliore lo abbiamo trascorso chiacchierando con la gente: seduti al bar per cubani – quelli dove si paga in moneda national e si beve cerveza despensada (birra alla spina) per capirci – giovani e vecchi sono felici di scambiare due chiacchiere in cambio di nulla.
qui si avverte l’orgoglio rivoluzionario cubano mischiato al machismo sessuale e alla passione per la salsa, la travolgente danza sudamericana.
Conosciamo Osmani, un boxer di circa 30 anni, fanatico della moda e dal made in Italy.
Felice di quell’incontro, trascorriamo il pomeriggio insieme, chiacchierando e imparando i segreti per non farci ingannare dai procacciatori d’affari, vera piaga del paese.
Osmani ci spiega velocemente anche i cardini della santeria, la religione pagana di origine africana che tanto mi affascina.
Scopriamo che proprio in quei giorni a Santiago de La Vegas avrebbe avuto luogo la tradizionale processione al santuario di San Lazaro, nel vicino villaggio de El Ricon.
Decidiamo così di raggiungere la meta in vero stile cubano: bastano un paio d’ore di guagua* (si pronuncia “uaua“) l’autobus locale – per essere catapultati in uno spaccato di vera vita.
Santiago de la Vegas è una polverosa cittadina completamente priva di turisti. Si popola solo dei devoti di San Lazaro, conosciuto con il nome di Babalú Ayé, uno degli Orisha più invocati dai fedeli nella Santeria ma anche dai cattolici cubani. E’ raffigurato come un mendicante coperto di piaghe e offre aiuto ai malati e a chi abbia problemi di salute propria o di persone care.
Durante la processione, i fedeli percorrono il sentiero in ginocchio, vestite di stracci bianchi o coperti di sacchi di iuta e viola (colori della santeria), si castigano trascinando enormi pietre al collo e donano soldi e regali ai tanti mendicanti che si affollano.
Gonfi della nostra avventura, siamo pronti per la prossima meta:
Vinales (Pinar del Rio).
Vinales – Valle del silenzio
la Valle di Vinales merita il viaggio: affittate un cavallo anche se non ci siete mai andati e lasciatevi trasportare nella valle del silenzio.
Come spesso capita a Cuba, Daniel y Fina si erano preoccupati di prenotarci la casa particular di Vinales.
Ad accoglierci una vera imprenditrice: non eravamo ancora smontati dal Viazul* che già ci stava proponendo cene, escursioni, cocktail e tutto quanto ci potesse far spendere il più possibile.
Rifiutiamo tutto con educazione, tranne l’escursione al tramonto nella valle del silenzio, che si è dimostrata davvero soddisfacente.
La titolare, capendo che non ci faremo abbindolare dalle sue moine, ci liquida senza salutare e ci propone di alloggiare il giorno seguente (avevamo prenotato una sola notte) nella casa di una giovane quanto scorbutica prostituta.
Non ci facciamo rovinare l’eccitazione del tour a cavallo, alla scoperta della vita nelle piantagioni di tabacco.
Abbiamo annusato tabacco, rollato sigari, bevuto rum e aspettato il tramonto seduti su una logora sedia a dondolo, con un sigaro in bocca e un mojito in mano.
Lasciamo i cavalli e ci incamminiamo a piedi, brilli ma non ancora stanchi, alla ricerca di un posto per cenare.
E’ qui che incontriamo Coco, la cubana che mi aspettavo.
Coco è premurosa, solare, sorridente, felice e orgogliosa di essere una campesina. Ci cucina quello che ha (carne, riso e fagioli) e ci mostra la camera rosa confetto dove dormiremo il giorno seguente.
Per vivere allevano cavalli: così con il figlio prenotiamo l’escursione di 8 ore del giorno seguente.
ripercorriamo la valle del silenzio, facciamo una lezione di ornitologia base alla scoperta dei mille volatili cubani, guadiamo fiumi, ci fermiamo dai campesinos a bere coco loco, assaggiamo il miele che si utilizza per chiudere la fascetta dei sigari, arriviamo al murales preistorico (che sconsiglio), torniamo con il culo provato dal primo esperimento di galoppo… e Coco ci aspetta con una birra ghiacciata!
Mangiamo tutti insieme e ci prepariamo per la notte. Ci scambiamo il numero di telefono per “farci un timbro” di auguri la notte di capodanno e la mattina ci accompagna al bus, nonostante saremmo tranquillamente potuti andare a piedi.
Mentre attendiamo pazienti il nostro turno per l’autobus, Coco ripassa a tutta velocità e mi richiama alla macchina: mi ha comprato un filone di pane per il viaggio. Pianti di gioia e ancora abbracci. Buena sorte amiga.
E’ ora di raggiungere Santa Clara, dove ci aspetta la famiglia di una cara amica italiana.Avevo sottovalutato come la gratitudine potesse essere travolgente e quello che sarebbe dovuto essere un paio d’ore di scambio di regali si è trasformato nell’imprevedibile mondo dell’ospitalità cubana.
Amaryllis, Realce e Jose Raul sono stati i nostri ciceroni la prima giornata: con loro abbiamo visitato i luoghi delle battaglie del Che, il museo del Che, superato le chilometriche file nelle tiendas per comprare il sapone, le file per comprare la tarjeta telefonica per chiamare in Italia, il porta a porta alla ricerca di una casa particular economica ma sicura.
Ripartiamo quindi per Cinfuegos.
Cosa vedere a Cinfuegos?
Diciamo che non ci è entrata proprio nelle corde ma abbiamo avuto modo di apprezzare alcune situazioni uniche:
- la domenica mattina a chiacchierare nei chioschi di Punta Gorda, bevendo rum e ammirando la naturalezza con cui persone di ogni età ballano e si divertono
- la visita notturna al Castello di Juagua, con lo spettacolare ritorno su una guagua molto affollata e sgarruppata passando per Rancho Luna beach
Anche a Cuba è Natale. E le feste abbiamo deciso di trascorrerle a Trinidad.
Trinidad in tre giorni
Merita il viaggio per l’architettura coloniale, per la recente ristrutturazione che ne ha valorizzato la bellezza senza snaturarla, per l’ospitalità della nostra casa particular, di cui abbiamo avuto l’onore di essere i primi ospiti.
La valle dell’Ingenions si può percorrere a cavallo o a bordo di una dubagee e la salita sulla torre fa godere di tutto il panorama circostante.
La sua spiaggia più famosa è Ancon, che,come una cartolina offre sabbia bianca e acqua cristallina. Si raggiunge con un pullmino per turisti (pochi 5 CUC per andata e ritorno)
Una bella escursione (trekking) la merita il Salto del Caburnì, una cascata con annessa piscina naturale
Ma la spiaggia alternativa (senza turisti) per me è stata La Boca. Non è di certo paragonabile al paesaggio tropicale di Ancon, ma qui la vita è reale. Passeggiamo per il quartiere e ci deliziamo della compagnia degli anziani, sempre sorridenti e pronti a condividere la loro curiosità sul resto del mondo.
Qui ci rinfreschiamo con un corroborante batido de guaiava e al chiosco della cerveza despensada aspettiamo l’ultimo autobus che ci riporterà in città.Cosa fare a Trinidad la sera? Non c’è nulla di meglio di un buon mojito per rinfrescarsi dalle fatiche di una giornata di mare.
I gradini della casa de la musica vi sapranno accontentare. Per chi, come noi, è alla ricerca di santeria, la casa templo di Yemaha merita una visita.
E’ ora di raggiungere l’oriente: Santiago de Cuba ci aspetta. (a breve la seconda parte).
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Il mio capodanno lo racconto anche su BlogDiViaggi>>> Baracoa, selvaggia come le sue spiagge, nera come il suo cacao (blogdiviaggi.com)
Viaggio a Cuba con i mezzi di trasporto pubblici
- Viazul: autobus per turisti. si consiglia di arrivare sempre con largo anticipo per effettuare le prenotazioni. ;). Applica prezzo in CUC.
- Guagua: autobus per locali. copre tratte urbane e si paga in moneda national. molto economico e decisamente più divertente di un autobus per turisti
- Camiones: veri e propri camion adibiti a trasporto pubblico. Si sale sul cassone e si paga direttamente al co-conducente. Meglio chiedere il costo del viaggio agli altri avventori.
- Coco-taxi: taxi motorino a forma di ovetto tipico di L’Havana. Meglio concordare il prezzo a inizio corsa