Abbiamo deciso di fare un breve viaggio in Portogallo, partendo ovviamente da quella che può essere considerata la meta principale, la capitale Lisbona.
Da questo nostro viaggio abbiamo tirato delle considerazioni che raccoglieremo in questo piccolo vademecum che speriamo possa essere utile per chi decidesse di imitarci nella scelta e avventurarsi nel regno del fado, della Ginja e del porto.
Prima di tutto NON COMPRATE la guida Lonely PlanetLISBONA INCONTRI di Kerry Walker. Affidandovi a questa infatti non solo sarete immersi nel pantheon turistico, anzi iper turistico, della città, ma avrete cocenti delusioni sugli orari di apertura e chiusura dei locali (quasi sempre sbagliati o assenti), idee approssimative dei luoghi da visitare e inutili accenni sulla cultura locale.
Oltre a questo NON SOGGIORNATE, se non consci di quello che state facendo, all’Hotel Florida vicino a piazza Marqués de Pombal, perché se deciderete di farlo vi ritroverete catapultati in una struttura surreale, arredata come un film di Tim Burton (ci ha ricordato Beetlejuice la sua hall), con stanze piccole e bagni che vi risvegliano con miasmi indecorosi. Tutto questo impreziosito da stanze a tema cinematografico (stanza Kubrick, Redford e via dicendo) che si ripetono ad ogni piano e due ascensori che hanno le gigantografie della Hepburn e di Bogart. E, a rallegrarvi, l’umorismo mellifluo, sociopatico e lassista di alcuni dipendenti che vi faranno perdere tempo in maniera strepitosa.
Unico merito dell’hotel, la sua totale centralità e connessione urbana.
Superate queste due prime difficoltà, cercate di NON ARRIVARE MAI LA DOMENICA, perché tutto è chiuso o semi deserto, ma questo è un bene perché potrete lasciarvi andare alle meravigliose stradine, agli scorci dei Miradouros, all’odore appetitoso delle sardine che sfrigolano e alla luce che sembra rifrangersi su tutto.
NON CREDIATE CHE L’INGLESE POSSA SALVARVI qui si tende a parlare portoghese e basta, dando per scontato che se siete venuti qui avreste dovuto fare un piccolo corso, e questo nazionalismo dobbiamo ammetterlo c’è piaciuto non poco.
La mattina si fa colazione nelle pastelarias che vi prendono per la gola e vi fanno restare seduti ore a mangiare i pastéis de nata, i migliori sicuramente vengono fatti a Belém all’Antiga Confetaria de Belém, e bevendo bica, caffè espresso, sempre un po’ lungo ma delizioso.
L’acqua è abbastanza imbevibile, ma questo è un nostro personalissimo giudizio e abbiamo aggirato il problema bevendo birra portoghese come la Super Bock o la Sagres, ingurgidando Tortas, per riempirci lo stomaco, che altro non sono che due belle fette di pane imbevute nell’olio e nell’aglio, con prosciutto cotto e formaggio tipico.
Ecco un’ altra cosa da mettere in conto: avrete sempre a che fare con aglio e cipolla e sapori decisamente speziati, quindi fatevi il segno della croce per le vostre relazioni interpersonali.
Il vento ha rinfrescato le nostre scarpinate sulle calçadas e, visto che siamo in tema, ci ha messo appetito quotidianamente, portandoci alla ricerca del buon cibo che, salvo qualche traversia imprevista, non è mancato: alla Cervejaira Trinidade, un ex monastero del XIII secolo, il Bacalhau viene servito in ogni guisa, l’insalata di Polvo è stra saporita e la birra non manca, sempre pieno e con zona fumatori all’aperto, offre una vastissima scelta di pesce, forse dovrebbero avere un pochino più di cordialità, ma d’altronde non si può pretendere troppo; da El Rei D’Frango (Calçada do Duque 5) gestito da due donne, tra caldo asfissiante e gente ogni dove , abbiamo mangiato carne mista, frango (pollo) spettacolare, riso, patate e una salsiccia tritata con il pane, capace di mandare in visibilio le nostre papille gustative; ad Alfama, ci siamo imbattuti nel piccolo ristorante chiamato A Casa e qui abbiamo mangiato pollo speziato, bacalhau e un bife con patate e riso; serata d’altri tempi da Martinho da Arcada (Praça do Comércio 37), a Baixa dal 1782 e un tempo frequentato per le sue gustosissime sardine (provatele!) da Fernando Pessoa (di cui potete cercare una vecchia edizione alla libreria esoterica nella strada che fa angolo con El Rei D’Frango). Lì ci siamo lasciati andare ad un ottimo piatto di sardine, carne di maiale con castagne e patate e del porto.
A Lisbona si mangia bene e si può spendere davvero poco, c’è da poter soddisfare palati pretenziosi e non, da bere potete gustare il rinfrescante Vinho Verde, il meditabondo Porto (fate un salto all’enoteca Napoleão in Rua Fanqueiros 70 e lasciatevi consigliare) e i vini rossi davvero insuperabili come quello che abbiamo stappato in onore di Pessoa, un Villa Ragia Douro del 2007, ma la sorpresa è la Ginjinha, un liquore di origine monastica fatto di ciliegie ginja, dolcemente aspro, che potete bere al A Ginjinha (Largo de São Domingo 8), facendo la fila con gli altri turisti, ingannando il tempo guardando la vetrina accanto la porta, e pregustando magari l’acquisto di un bel panama, quella della più antica cappelleria della capitale la Chapelaria Azevedo. Noi la mattina dopo la nostra bevuta ne abbiamo comprato uno di bella fattura davvero a un prezzo consono, un panama con falda larga ed eravamo tentati di riportarne di ogni foggia.
I nostri momenti di relax erano scanditi da lunghe fumate con le nostre pipe (vari i tabacchi dagli olandesi più duri a miscele profumate) e i nostri sigari, con dissertazioni sulla città e stravaganti studi delle strade e ogni tanto della piantina. A proposito di sigari e tabacchi: in Portogallo non c’è un grande culto del sigaro, pur essendoci un negozio e una casa dell’Habano, hanno tabacchi per pipa stranieri e l’unico tabacco che producono è quello per rollare. Qualche posto con degli avana riuscirete a trovarlo ma non date per scontato che ogni tabaccheria abbia quello che vi occorre!
Quello che ci sentiamo di consigliarvi vivamente, ma prima fornitevi di scarpe comodissime, da ginnastica possibilmente, vestiario fresco e zaino, è Sintra, con il suo Palazzo (imprescindibile per gli amanti dei misteri, visto che abbiamo riscontrato simboli alchemici, rosacrociani e volti di Asmodeo), il Castello Moresco, le mura e tutta la cittadina con il suo Palazzo Nazionale, patrimonio dell’Unesco.
Con il treno da Lisbona, in quaranta minuti si raggiunge questa montagna e le sue meraviglie, rovinata purtroppo da un flusso turistico incontrollato e da un’accoglienza dei locali quasi disneyana. Per un ristoro veloce vi consigliamo il Lord Byron Cafè.
Tornati in sede abbiamo deciso di comprare qualche ricordo gastronomico e ci siamo persi con gran piacere nella Conserveira de Lisboa (Rua dos Bacalhoeiros 34), dal 1930 al servizio di chi vuole portarsi a casa un po’ di piacere in scatola. Prodotti ottimi e gentilezza.
Dal nostro viaggio siamo tornati con il sorriso sulle labbra, la città vale la pena di essere vissuta, indiscutibilmente senza fretta (i portoghesi, scoprirete che la odiano terribilmente), senza mappe (quelle che vi forniscono tanto sono completamente fuorvianti), lasciandosi andare all’intuito e uscendo fuori dagli schemi turistici (non prendete il tram 28! Fatevela a piedi, molto più faticoso ma decisamente più gratificante e interessante).
Ci torneremo, magari con una macchina a noleggio, magari per girare il Portogallo.
Questo è un nostro piccolo resoconto, personale e basato sui ricordi e sulla brevità del trasporlo, che speriamo possa esservi utile.
Buona scelta
IBD