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Viaggio al centro della morte, o le illuminazioni di Bernard Werber

Creato il 30 luglio 2010 da Sulromanzo
Viaggio al centro della morte, o le illuminazioni di Bernard WerberDi Angelica Gherardi
"Les Thanatonautes" di Bernard Werber, autore semisconosciuto nel nostro paese
Esiste un autore francese che vende milioni di copie in tutto il mondo, persino in Russia e in Corea, ma che in Italia è poco e mal conosciuto, “grazie” soprattutto alla pessima politica editoriale del nostro Paese. Sto parlando di Bernard Werber, moderno Jules Vernes, prolifico scrittore di quella che potrebbe essere definita fanta-esotero-reli-filosofo-scienza.Nel sorprendente Les Thanatonautes, (letteralmente I Tanatonauti, i viaggiatori della morte) del 1994 Werber ipotizzava un viaggio al di là della morte, per esplorare questo nuovo continente sconosciuto, l’aldilà appunto. Ma niente a che vedere con il film di Joel Schumacher: qui nessuna paura, niente effetti speciali, solo una ricerca scientifica e spirituale veramente credibile, seguendo il libro dei morti tibetano e quello dei morti egiziano così come le grandi mitologie e i testi sacri di quasi tutte le religioni. Nel corso del libro i protagonisti riescono ad andare sempre più avanti in questo nuovo continente, disegnandone quindi la mappa, passando attraverso angeli, dei e anime in attesa di reincarnazione. 
Ma è giusto che l’Uomo conosca il suo avvenire post-mortem? E se il suo atteggiamento terreno cambiasse, se la consapevolezza del dopo stravolgesse le leggi dell’ora? Gli dei potrebbero accettarlo? Un romanzo assolutamente affascinate, che l’autore ha scritto dopo due anni e mezzo di ricerche sulla morte, sulle religioni e le mistiche, e di cui dice “alcuni brani sono stati scritti in scrittura automatica […] le mie dita correvano da sole sulla tastiera e rileggevo poi per scoprire quello che avevo scritto”. Nel seguito dei “Thanas” (come l’autore stesso chiama il suo libro) L’Empire des Anges (L’impero degli angeli) i protagonisti dei Thanas sono morti (un modo per gli dei di rimettere le cose al loro posto?) e si ritrovano definitivamente dall’altra parte, dove dovranno fare una scelta tra reincarnarsi o diventare angeli e seguire delle anime terrene. Un nuovo viaggio sorprendente alla scoperta del “dopo”.
Di quest’opera l’autore scrive: “[…] È un lavoro sociologico. E mi divertiva farlo partendo da temi riservati alle religioni e disprezzati dal mondo scientifico: deve esistere una terza via tra la religione e la scienza, ambedue hanno mostrato i propri limiti. È fanta-filosofia, fatta affinché il lettore si ponga più domande – e soprattutto se le ponga diversamente. […] È anche il prolungamento moderno della Divina Commedia di Dante, che aveva bisogno di essere attualizzata viste le nuove conoscenze sulle mistiche orientali e sui testi antichi”. Fatto salvo che nello stile la prosa di Werber non è neanche lontanamente, anche secondo i canoni contemporanei, paragonabile ai versi di Dante, il riferimento alla Divina Commedia è assai calzante, fin nella figura del Maestro che aiuta il protagonista ad orientarsi nei dedali di questo dopo che non è l’inferno ma non è ancora il Paradiso, e le cui note su tutto e niente daranno anche luogo ad uno “spin-off”, “L’Encyclopédie du savoir relatif et absolu”. 
Questi due volumi rappresentano una vera e propria ricerca mistico-spirituale, che parte dall’etica della ricerca (il fine giustifica i mezzi? Ci sono persone sacrificabili in nome del progresso e della scienza?) e arriva non ancora ad un’entità suprema ma a qualcosa che la prefigura. Le ricerche effettuate dall’autore sui vari libri dei morti permettono al lettore interessato a questi temi di averne un’interpretazione abbastanza vicina agli originali senza pertanto addentrarsi in una lettura ostica, avvicinandovisi invece attraverso il romanzo.
I “Thanas” e “L’Empire” potrebbero, o meglio avrebbero potuto, bastare ad essi stessi. Ma la ricerca mistica di Werber è andata molto più lontano, con una rivelazione finale stravolgente, questa volta non più basata sulle culture religiose ma frutto solo della sua fantasia o illuminazione. Ma questo, insieme alle accuse da rivolgere al mondo editoriale italiano, sarà oggetto di un prossimo post.
Nota: le dichiarazione di Bernard Werber sono tratte dal suo sito ufficiale http://www.bernardwerber.com/L’autore gestisce anche personalmente la sua pagina fan su Facebook: http://www.facebook.com/?ref=home#!/pages/BERNARD-WERBER-OFFICIEL/113890368647890?ref=ts
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