Oggi voglio parlare di un titolo di uno dei miei autori preferiti, Viaggio allucinante di Isaac Asimov. Nel 1966 gli venne commissionato dalla Twentieth Century Fox di scrivere un romanzo sulla base della sceneggiatura di un film che sarebbe uscito da lì a poco, Bon Voyage, per la regia di Richard Fleischer.
Dato che libro è stato pubblicato prima dell’uscita della pellicola, si pensa erroneamente che il film sia la trasposizione dell’opera letteraria, e non viceversa. A parte questo aneddoto devo dire che il titolo del testo è stato azzeccato, perché sì, è veramente stato un viaggio allucinante.
Un viaggio visionario.
Dopo averci deliziato con l’immensamente grande con capolavori quali il Ciclo delle Fondazioni, la saga dei robot e altre storie siderali come Neanche gli déi, questa volta l’autore russo naturalizzato americano ci miniaturizza in una misura infinitesimale.
L’umanità è oramai divisa in due sole parti, verosimilmente due macro Nazioni, anche se Asimov non si addentra in nessuna definizione geopolitica, se non con la divisione terminologica tra ‘noi’ e ‘gli Altri’. Si capisce chiaramente però che le due fazioni sono in guerra da tempo immemore, ma pare che sia imminente un grosso cambiamento che potrebbe decretare la fine delle ostilità.
Il libro infatti si apre con il viaggio aereo del professor Benes, depositario di alcune informazioni che potrebbero determinare la fine del conflitto, scortato dal protagonista, l’agente segreto Charles Grant. Quando il velivolo atterra e lo scienziato viene prelevato dai militari per essere condotto nei laboratori però, un agente degli ‘Altri’ piomba sull’auto e ferisce gravemente l’uomo di scienza. Si salva ma gli si forma un embolo all’interno del cervello, perlopiù inoperabile.
Le sorti del conflitto sono di nuovo in bilico, e per i nostri urge un tentativo di salvataggio ai limiti dell’impossibile: miniaturizzare un sommergibile e introdurlo all’interno del corpo umano del professore per poter operare dall’interno.
Quindi ci ritroviamo a bordo del Proteus, con una squadra selezionata di persone nelle cui mani è riposta la speranza di tutti.
Ovviamente le difficoltà e gli imprevisti non tarderanno a presentarsi, dato che il corpo riconosce il sommergibile come un corpo estraneo, e per cui farà di tutto per attaccarlo e rigettarlo. Inoltre l’atmosfera tra i cinque pionieri della miniaturizzazione non è proprio delle più distese, per cui Grant, responsabile delle decisioni operative, dovrà stare attento a scoprire un eventuale traditore della causa.
I capitoli portano i nomi degli organi che i nostri eroi visitano man mano, come i polmoni, il cuore, etc etc, fino a giungere, finalmente, al cervello, dov’è situato l’embolo da eliminare. Questa scelta stilistica coinvolge il lettore ancora di più in questa corsa verso lo scioglimento del nodo narrativo.
Con la premessa doverosa che ho compiuto studi umanistici e che non sono né un medico né un biologo, devo dire che la stesura dello scritto mi è parso se non vero in toto perlomeno verosimile, in quanto l’autore, tramite i suoi personaggi dottori, spiega le reazioni scientifiche che seguono le azioni, come l’aggregazione di atomi durante la miniaturizzazione e cose di questo tipo. E anche i microorganismi presenti all’interno del corpo umano si vede che sono trattati da una penna esperta (Asimov era pure un biochimico), per cui posso dire che il patto narrativo tra autore e lettore è stato rispettato.
È stato un libro che a me personalmente è piaciuto, facilmente godibile, e per questo lo consiglio, anche se ho letto che lo stesso autore non l’ha mai considerato troppo accurato scientificamente, nonostante ad un occhio profano come il mio poteva parere il contrario, come ho detto prima.
E adesso non mi tocca che recuperare Destinazione cervello, titolo che Asimov scrisse nel 1987, in cui affronta la sfera scientifica con maggiore perizia, e che non vedo l’ora di recensire per gli affezionati follower di Temperamente.
Isaac Asimov, Viaggio allucinante, Mondadori, 1966