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Viaggio in Portogallo: la Valle del Douro

Creato il 05 aprile 2015 da Nonsoloturisti @viaggiatori

Mi capita spesso di associare esperienze di viaggio a ricordi di infanzia. Il giro nella valle del Douro di ieri è stata una di quelle occasioni. Un ricordo di quando ero piccola erano i liquori che uscivano fuori dal mobile della sala, in occasione di visite ed ospiti, serviti su bicchierini molto anni 70. Uno di questi portava la semplice scritta PORTO. Ecco ieri ho scoperto la terra di quella bottiglia e le sue armoniche pieghe.

Viaggio in Portogallo: la Valle del Douro

Partita dall'adorabile centro storico di una viva quanto vintage Viseu, queste le tappe che mi hanno fatto raggiungere la Valle del Douro: Joao de Tarouca, Lamego, Belsemao, Pinao, San joao da Pesqueira. La valle può essere infatti solo l'ultima tappa di un tuor di una giornata di scoperta di questo angolo di Portogallo, che inizia con la macchia atlantica rigogliosa e colorata da eriche in cui si stagliano massi e pale eoliche spazzate dal vento.

Viaggio in Portogallo: la Valle del Douro

Mano a mano che percorro la strada, boschi, aree di sosta, case rurali e piccole chiese. Tutto sotto un cielo di un azzurro mai sfiorato da una nuvola. Pregevoli le tappe su conventi e santuari di una bellezza unica.

Viaggio in Portogallo: la Valle del Douro

Joao de Tarouca è il convento cistercense più grande del Portogallo. È collocato in una piccolissima valle e, questo edificio monumentale, cela una chiesa con caratteristiche uniche: migliaia di azulejos uno differente dall'altro, pale con giochi prospettici, tombe, tabernacoli con reliquie e un organo con meccanismi teatrali.

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Il monastero, di cui ci rimane solo l'esterno, ha un forte impatto visivo perché le sue grandi dimensioni sono in piacevole contrasto con la minutaggine del borgo, le case quasi di montagna, il ponte romano. Di notevole bellezza e differente stile il successivo santuario a Lamego, in questa ridente e moderna cittadina con un piacevole centro. Salendo sulla sua altura attraverso piacevoli tornanti ombreggiati, raggiunto il santuario rimani colpito dalla scalinata, le guglie, i giochi di forme, gli azuejos di un azzurro intenso che donano ancor più luce a questo cielo.

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Il limitrofo e piccolo santuario di Belsemao lo si raggiunge uscendo dalla moderna Lamego per tuffarsi a breve distanza in una dimensione che sembra montanara e anni 50. Belsemao, ha strade strette dove gli anziani che sostano davanti al bar osservano chi transita e le donne stendono panni sui muretti limitrofi alle loro case.

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Cascate piccoline, la valle e le case in pietra scortano verso la piazzetta che racchiude la piccola chiesa gialla, una fontana e qualche casa. Da qui la valle del Douro non dista molto. I cartelli te lo annunciano con solerzia. I ponti in acciaio e pietra, le dighe ne segnano i confini. Il punto di arrivo è il delizioso paese di San Joao da Pesqueira. Tappa intermedia gli azulejos di Pinhao che raccontano la vita rurale di questa valle nella sua stazione affollata di turisti.

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Fra tutto ciò, viti a perdita d'occhio, borghi, tenute, fiume, navigazioni fluviali e delle forme incantevoli. La strada che porta verso san Joao è la valle in tutta la sua bellezza che ho apprezzato più tornando dal paese che andando. Percorrendola mi è sembrato di essere dentro ad uno spartito musicale. Le colline coltivate terrazzate il pentagramma, la vite ordinata le note, il cielo i colori, il fiume, i bambini che giocavano, la gente e la sua calma, le tenute vinicole, una armoniosa orchestra. Per km si percorre una larga strada che costeggia il Douro dove c'é chi vi sosta x uno scatto o sale su battelli che lo risalgono fra km e km di terrazze con viti la cui unica variazione sta nel nome della tenuta.

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Il paesaggio che si gode, sopratutto al ritorno, con il sole che fa brillare il fiume é superbo. Tutti i colori hanno una gradazione intensa, quasi rarefatta. L'armonia delle sue forme ti sfiora con dolcezza e la sua intensità raggiunge l'apice al ritorno da s an Joao. Si, san Joao, paese di confine il cui centro ti svela un tesoro: una piazza ed una chiesa la cui facciata é preziosa, arricchita da azulejos e paramenti a lutto perché ieri era venerdì santo.

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Dietro alla piazza le strade popolari, i bambini che giocano a nascondino, le loro voci mentre contano e la nonna che seduta bada a loro, una signora che suona una campana per ricordare forse qualche preghiera. Nella piazza un paio di negozi, aperti con le merci ma senza il commerciante, magari da qualche parte a fare due chiacchiere piuttosto che pronto a vendere a qualche turista.

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Nel silenzio e nella luce di San Joao termina quello che da oggi é per me il ricordo dei luoghi di quella bottiglia che usciva dalla dispensa già negli anni 70 per offrire agli ospiti " un goccino di PORTO ". Il mio ricordo ora oltre ha il suo sapore e trattiene da quella valle anche la sua armonia, il lavoro dell'uomo, e la vita della gente che vi vive.

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