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Viaggio nei Balcani (4) In Montenegro

Creato il 19 giugno 2013 da Patrickc

Da Bologna a Trieste, prendendola larga. Capitolo 4: in Montenegro lungo le bocche di Cattaro e oltre.

Over Kotor

Arriviamo alle Bocche di cattaro sotto un cielo plumbeo
(foto di Patrick Colgan, da Flickr)

Sarà il nome evocativo, sarà la fama della sua natura severa e potente e delle sue acque cristalline ancora da scoprire, o ancora la sua marginalità rispetto alle rotte turistiche europee, ma quando parli del Montenegro a volte ti guardano come se parlassi dell’ultima frontiera di un viaggio nei Balcani. E invece il confine è a un’ora dall’affollatissima Dubrovnik e le spiagge sono piene di russi che hanno trasformato le coste in un grande resort di lusso, anche senza andare alla famosa Sveti Stefan. Ma è anche un Paese con dei lati sconcertanti: la moneta è l’euro nonostante lo stato non faccia parte dell’eurozona,  puoi entrare in un centro di informazioni turistiche dove ti guardano come un corpo estraneo e un po’ di curiosità, dietro un promontorio può spuntare un bateau mouche, arrivato chissà come dalla Senna. Ancora, è un Paese che si definisce il primo ‘stato ecologico’ del mondo, ma che ha enormi problemi con lo smaltimento dei rifiuti, dove l’efficacia dello stato di diritto e la lotta alla corruzione sono ancora problemi da risolvere nel processo di adesione del giovane stato all’Ue.

Io però ci tornerei subito. Anche per scoprirlo con maggiore lentezza e per esplorare l’interno montuoso, ricco di promesse e probabilmente meno ‘confezionato’ della costa.

In auto in Montenegro

Da Dubrovnik ci vuole un’ora d’auto per arrivare al confine. Le formalità d’ingresso, scorrono senza problemi con le solite richieste di tutti i Balcani occidentali: il poliziotto, che parla italiano, controlla carta di circolazione, passaporto (che viene timbrato, ma basta la carta d’identità) e dà un occhio a chi è intestata l’auto. La destinazione è Tivat, sulle bocche di Cattaro, dove dobbiamo incontrare un’amica italiana. La località ha un aeroporto, dove però non si arriva dall’Italia: la via più veloce per il Montenegro è quindi sicuramente con il traghetto (per Bar, da Ancona o Bari). In auto, invece, una volta passato il confine croato in auto, per arrivare a Kotor  (o spingersi a sud) il modo più veloce è con il traghetto che fa servizio 24 ore su 24 nel punto più stretto delle bocche di Cattaro, fra Kamenari e Lepetane (4 euro, pochi minuti di traversata). Se non hai la necessità di dirigerti subito a sud, il consiglio è di fare il lungo giro panoramico delle Bocche. Attenzione i controlli della polizia stradale sono estremamente frequenti.

Qui  una mappa delle bocche e il tragitto da Lepetane verso Tivat.


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Tivat

A Tivat incontriamo amici che stanno avviando una promettente attività charter di motor yacht (con un nome splendido, Itaca) per esplorare le coste locali, dalla Croazia all’Albania.  E infatti qua, sulla costa Montenegrina è il turismo nautico a guidare lo sviluppo. Dai caicchi alle piccole barche a vela a servizio di chi vuole vivere una vacanza sempre sul mare, per arrivare fino alle barche a motore con cui esplorare le Bocche di Cattaro (fra le quali spunta pure il bateau mouche). E infine ci sono gli yacht degli ultraricchi russi.

Porto Montenegro

Porto Montenegro
(da http://www.portomontenegro.com)

Qui è appena sorto Porto Montenegro, un lussuoso porto turistico – quasi una piccola città – fornito di ogni tipo di servizi e addirittura case per chi, nei periodi di vacanza, vuole alloggiare vicino alla barca (si va da 850 a 10mila euro di affitto a settimana).  E’ un tipo di iniziativa che si sta moltiplicando e la speranza è che tutto avvenga con criterio senza compromettere l’equilibrio di questa costa spettacolare. Il contesto delle Bocche di Cattaro è infatti meraviglioso e basta allontanarsi poco per trovare belle spiagge con un panorama impagabile. Ma Tivat non ha molto da offrire al viaggiatore, se non come punto di passaggio. La esploro facendo jogging sotto una pioggia battente alla mattina presto e passo in rassegna una fila di incredibili yacht da 50 metri e di alberghi che si affacciano sull’acqua.

Da qui proviamo a partire alla scoperta delle Bocche di Cattaro partendo fiduciosi verso est: non provateci. Dopo alcuni chilometri la strada di fa dissestata e poi sparisce senza alcun avvertimento. Se fai come me e confidi che la strada riappaia ignorando la gestualità allarmata degli abitanti rischi di trovarti con l’auto bloccata con due ruote in una voragine. Cosa che puntualmente accade. Un residente locale che parla italiano ci aiuta a toglierci dai guai scuotendo la testa e pensando (“questi italiani sono pazzi”).

L’unica via per esplorare le Bocche di Cattaro da Tivat è riprendere il traghetto o andare a Kotor usando un tunnel che si imbocca nei pressi dell’aeroporto.

Le bocche di Cattaro

Un bateau mouche

Un vero bateau mouche, terminato l’onorato servizio sulla Senna, è arrivato in Montenegro

Dall’alto ci si potrebbe sbagliare e pensare per un attimo di essere in un fiordo del sud della Norvegia. Alti, scuri monti si affacciano sull’acqua e percorrendo la strada panoramica si scoprono continuamente nuove insenature, come in un puzzle che si crede di avere completato e invece si mostra sempre più grande e  complesso man mano che si avanza. Tecnicamente non è un fiordo (è la gola di un fiume invasa dal mare), ma poco importa. L’impressione è straniante e per chi è stato in Norvegia tutto appare tremendamente fuori posto, sensazione è accentuata dalle cupe nubi che ci accolgono. Lungo la costa si affacciano borghi di grande fascino e strane scoperte (mosaici romani a Risan). Il mio paese preferito è Perasto (Perast), paese di storia veneziana, per 380 anni legato alla Serenissima (e secondo Wikipedia, 140 persone parlerebbero ancora l’antico dialetto veneziano). E con eleganza tutta veneta le belle case si specchiano con grazia sull’acqua. Di fronte ci sono due piccole isole, San Giorgio che ospita un’abbazia abbandonata e un bosco di cipressi (da lontano ricorda il dipinto l’Isola dei morti di Bocklin) e Scalpello, isola artificiale, creata pietra su pietra, che ospita la chiesa della Madonna dello Scarpello. La devozione, testimoniata da numerosi ex voto in argento (sono rappresentate molte navi, naturalmente) si è mantenuta nei secoli. Qui si può arrivare con un servizio di barche e ne vale decisamente la pena, anche se gli onnipresenti grandi gruppi di turisti rovinano inevitabilmente l’atmosfera. Fuori stagione può essere davvero emozionante, immagino.
Il paese è l’ideale per fermarsi in uno dei ristoranti che si affacciano sul mare con splendide terrazze. Scegliamo il pomposo Admiral alla fine del Paese. In tutto il Montenegro il servizio è esageratamente lento, estenuante: i camerieri sembrano rallentati nei movimenti e nell’attenzione e anche la pulizia del pesce diventa un’operazione certosina che richiede cinque minuti pieni. Ma quando i piatti arrivano l’attesa viene ampiamente ricompensata. Probabilmente quello che ricevo è il miglior polipo di sempre, accompagnato con un buon vino Montenegrino, davanti a un panorama impagabile.

Perast

A Perast, il polipo dell’hotel Admiral (foto di Patrick Colgan)

Perast

A Perast, un gradevole chardonnay Montenegrino (foto di Patrick Colgan)

L'isola di San Giorgio

A Perast, l’isola di San Giorgio (foto di Patrick Colgan)

Esploriamo la città vecchia di Cattaro (Kotor) sotto un’acqua pazzesca. I vicoli di questo splendido, labirintico borgo medievale cinto da mura rimaste intatte nei secoli si riempiono di acqua. Le strade vuote, riempite solo dal rumore della pioggia battente sono estremamente suggestive. Uscendo dal centro popolato di pub poco interessanti si finisce fra case rimaste probabilmente immutate da secoli. Ma le scarpe fradicie sono sempre un disastro per i viaggiatori e la visita è più breve di quel che avrei voluto.

Kotor

Cattaro (da Instagram)

Kotor

La piazza di Cattaro
(foto di Patrick Colgan

Verso sud

Avendo a disposizione qualche giorno di più in Montenegro sarei voluto arrivare fino a Ulcinj, ultima città prima dell’Albania che unisce belle spiaggie ad atmosfere che richiamano già l’oriente. Ci fermiamo invece a Budva, un caos di cantieri, maxi alberghi, edifici, giostre, baracconi e una sequenza di bar sul lungomare che circondano un meraviglioso borgo racchiuso da mura adagiato su una spiaggia dalle acque cristalline. Un caffè sulla sabbia ripaga della fatica, del fastidio, del caos e delle brutture attraversati per raggiungerla e il momento è davvero idilliaco. Budva è davvero molto bella, ma non so se ne vale la pena, la stanno rovinando. Se questo è il modello di sviluppo del Montenegro, stiamo freschi. Sicuramente è però uno dei centri più animati della zona, ideale anche per divertirsi.

Qui vicino c’è Sveti Stefan, paradisiaca isoletta con un borgo circondato dal mare e splendide spiagge trasformata in un resort extra lusso e amata dai vip, in particolare da attori di Hollywood. Infatti incrociamo al bar anche l’ex agente 007 Pierce Brosnan in bermuda. Purtroppo non c’è tempo di andare sull’isola (mi risulta che la visita sia possibile, anche se di fatto l’isola è privata), che si racconta abbia un’atmosfera idilliaca, ma un po’ surreale.

Un caffè sulla spiaggia a Budva

Un caffè sulla spiaggia a Budva (foto di Patrick Colgan)

Puntate precedenti

1-Viaggio nei Balcani, libri e documentari

2-Da Trieste a Sibenik

3-Spalato e Dubrovnik


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