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Viaggio nei Balcani (7) Mostar

Creato il 25 luglio 2013 da Patrickc

Da Bologna a Sarajevo, prendendola larga. Sulla via del ritorno l’ultima tappa è a Mostar.

Il ponte di Mostar

Il ponte di Mostar

Frastornante, affollata, turistica, invasa da enormi gruppi pellegrini spaesati di ritorno da Medjugorie che in alcuni casi non sanno nemmeno esattamente dove si trovano. Non posso dire che Mostar mi sia rimasta nel cuore, anche se l’ho visitata nell’arco di una giornata, troppo velocemente. Il senso delle sue pietre, le memorie di una storia secolare vanno cercate con attenzione anche perché – per fortuna - i lugubri monumenti che raccontavano gli ultimi decenni, palazzi sbriciolati, muri sgretolati lungo la vecchia linea del fronte, stanno sparendo. In alcuni casi sono sostituiti da altri segni, meno evidenti, ma ugualmente loquaci (alti, nuovi minareti, ricostruiti ben più evidenti che prima della guerra). Mostar non è però più un archetipo della distruzione e le terribili immagini delle cannonate contro il ponte paiono assurdamente lontane, nonostante siano così vicine. Quelle immagini me le porto dietro dall’inizio del viaggio, sono sulla copertina dell’ultima edizione del libro che mi sta accompagnando, La guerra dei dieci anni e non mi lasciano. A un viaggiatore distratto può sembrare che sia passato un secolo. Non è così e quell’immagine del ponte sgretolato prima del colpo che l’avrebbe sbriciolato continua a tormentarmi.

Se si cerca la storia recente – e non è strettamente necessario – meglio cercarla nella toccante (ma cara) mostra di fotografie in bianco e nero della guerra ‘War photo exhibition’. Lì non c’è nessuno, mentre tutti affollano lo splendido ponte, ricostruito però un po’ troppo pulito e perfetto. Da qui, dopo aver raccolto mance sufficienti, si lanciano (con la muta) i ragazzi del club di tuffatori locali che non ha mai smesso di lanciarsi, nemmeno quando il ponte non c’era. Però, segui il mio consiglio: visita subito la mostra, poi vedrai Mostar con altri occhi. Il negozietto che vende paccottiglia, i tuffatori a petto nudo che chiedono monete da un euro, il flusso di turisti e pellegrini resteranno fastidiosi e un po’ kitsch, ma ti renderai conto che testimoniano un frettoloso, tumultuoso ritorno alla vita e alla normalità che in alcuni momenti deve essere sembrato impossibile.

Però la realtà è questa: tutto è estremamente turistico nella città vecchia di Mostar (la città nuova è davvero poco interessante). Sembra di essere nei punti peggiori di Venezia: negozietti improbabili, ristoranti con camerieri in costume (ma si mangia comunque bene, provate la pastrmka, trota) e ovunque enormi gruppi di pellegrini catapultati da Medjugorie. Se sei fra i pochi che pagano in moneta bosniaca, riceverai il resto in euro. Potresti essere ovunque. Quasi un ‘non luogo’ se non fosse per la storia che, se cerchi di ascoltarla, sussurra l’unicità di questo luogo, per secoli crocevia di culture e religioni. Però serve un po’ di attenzione e bisogna cercare il silenzio, che si trova forse solo quando sono ripartiti i pullman o le comitive si sono sedute al ristorante.

Tutto questo caos – anche a maggio, stagione non altissima probabilmente - fa un po’ passare in secondo piano la bellezza della città vecchia che merita sicuramente una visita, anche come gita in giornata dalla Croazia (si può raggiungere facilmente da Dubrovnik in due ore,  almeno tre da Spalato). La ritroverai soprattutto allontanandoti dalla folla, magari sfruttando una possibilità praticamente unica: salire su un minareto, quello della moschea Koskin-Mehmed Pasha (se conosci altri minareti sui quali si può salire fammelo sapere nei commenti, sono curioso). Sconsigliato a chi teme l’altezza!

Il ponte di Mostar

Il ponte di Mostar, ricostruito dopo la distruzione, dall’alto di un minareto


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