Viaggio nel 2046

Creato il 18 dicembre 2012 da Uskebasi @Uskebasiblog
Ci sono film che non puoi fare a meno di vedere. Il motivo non è poi tanto la loro qualità ma la pressante pubblicità che ci "spammano" dritta nella nostra personale casella di posta: la mente. Non puoi girare l'angolo e trovi la locandina proprio di quel film, quello appena uscito con quel grande attore. Apri il giornale e lo trovi in uno spazio pubblicitario e chissà, probabilmente vedrai anche il trailer in tv, mischiato a spot di argomento ben peggiore. Come puoi non andare a vederlo? In molti casi le tue aspettative saranno soddisfatte. Uscirai dalla sala entusiasta e ne parlerai per giorni. Altre volte invece avrai visto solo uno dei tanti film o peggio ancora dei flop clamorosi. 
Spesso i film migliori li si incontra per caso. Una frase trovata su internet, uno spezzone di video che qualche tuo amico ha postato su Facebook, la curiosità per il titolo.Questo è forse il caso di 2046, film uscito nel 2004, diretto dal regista cinese Wong Kar-Wai. Un film che ai più, almeno tra i non addetti ai lavori, risulta sconosciuto o quasi.

2046 è la storia dello scrittore Chow Mo-Wan e dei suoi amori, dei suoi turbamenti, delle sue donne, della sua amata Su li-Zhen2046 è il titolo del suo romanzo, in cui il protagonista rievoca se stesso, trasportando le sue esperienze in un racconto fantascientifico, dove le persone viaggiano verso un futuro incerto, appunto nell'anno 2046, alla ricerca dei ricordi perduti. 2046 è il numero di una, anzi due stanze d'hotel. 2046 che è anche un riferimento del regista, nemmeno troppo velato, all'anno in cui Hong Kong comincierà quel periodo di transizione che la porterà, dopo 150 anni, a tornare sotto l'amministrazione cinese nel 2047.

Wong Kar-Wai ripercorre temi a lui cari e ricorrenti da sempre nella cinematografia e nella letteratura, come l'amore impossibile. Lo fa però in modo studiato, con un perfetto simbolismo, in spazi angusti situati tra Hong Kong e Singapore, in un tempo completamente anacronistico, spaziando tra la realtà del protagonista e la sua immedesimazione nel personaggio del romanzo. Eventi che si svolgono incorniciati tra drammatiche riflessioni sull'amore e corpi sinuosi di donne (e androidi), mostrate in una chiave poetica, quasi divina, in una sorta di pittorica rappresentazione ideale. Che siano ragazzine o prostitute, ogni personaggio femminile ha una sua forza, una sua statura, un suo alone quasi mistico. Il tutto è poi magistralmente armonizzato da una colonna sonora adattissima a rendere l'atmosfera desiderata dal regista.

Un treno verso il futuro che è perfetta metafora del viaggio esistenziale ed interiore del protagonista, alla disperata ricerca della donna amata. Trasfigurata, sognata, cercata in tutte le donne che incontrerà, al punto da fargli scegliere sempre, ossessivamente, il numero della stanza in cui l'ha incontrata. Una visione drammatica dell'amore, rassegnata. Un amore che si nutre di memorie passate ma che è condannato e non essere mai vissuto, mostrando crudelmente tutti i limiti dell'uomo, la sua finitezza di fronte ad un sentimento tanto complesso. Drammaticità e malinconia sono una presenza costante durante tutto lo svolgersi della vicenda,  facendo da fedeli compagne ai personaggi principali e, in particolar modo, al protagonista e alla sua spasmodica ricerca di quei momenti perduti che non potranno più essere ritrovati. Quei ricordi che, citando direttamente la pellicola, "sono sempre bagnati di lacrime".

Un film carico di significati e simbolismo, da gustare con voracità, immergendosi nelle sue atmosfere. Inadatto a chi si sazia di cinepanettoni o di violenti film d'azione poco impegnativi da seguire. Per chi non ha voglia dei soliti film hollywoodiani e vuole fare un viaggio  di 120 minuti nel 2046.

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