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"Viaggio nell'interno del Giappone", anno di grazia 1872...

Da Nerolooper

Dipinto d'epoca sulla lavorazione della seta


Prima di tutto informo che ho superato il secondo anno del corso di giapponese dell'Istituto Giapponese di Cultura, con il risultato di 90,5/100. Con la speranza di poter continuare il prossimo anno...
Rovistando tra gli scaffali della biblioteca dell'Istituto è venuto fuori un interessante resoconto di viaggio di tale Cesare Bresciani, semaio bresciano esperto nell'allevamento dei bachi da seta. Il titolo del testo Viaggio nell'interno del Giappone, 1872.  
C'è da sapere che verso la metà dell'800 si scatenò una violenta epidemia di bachi da seta, cosiddetta pebrina. Questa malattia rende inutilizzabile il baco e in breve tempo si diffuse in tutta Europa e nel mondo. Tra i vari semai europei ci fu una aspra competizione nel raggiungere luoghi sempre più remoti, alla ricerca di allevamenti non ancora contaminati. L'Italia era all'epoca  tra i maggiori produttori mondiali di seta, molti italiani si recarono in zone remote alla ricerca di bachi non ancora contaminati. Alcuni si spinsero fino in Giappone, il quale grazie alla sua posizione geografica e alle restrittive norme in materia di importazione, rimase praticamente immune dall'epidemia.

Bachi da seta

In Giappone all'epoca si era da poco concluso il periodo Tokugawa e gradualmente si stava aprendo agli scambi con l'estero, dopo secoli di chiusura delle frontiere. Immaginate quale meraviglia provarono i primi viaggiatori occidentali nell'addentrarsi nell'entroterra giapponese, e lo stupore degli abitanti dei villaggi interni del Giappone a vedere questi strani viaggiatori provenienti dall'altro capo del mondo. Tra questi primi ci furono alcuni semai italiani come Cesare Bresciani. Il suo resoconto è molto dettagliato nel descrivere i luoghi percorsi dalla sua spedizione, la calorosa accoglienza ricevuta dai giapponesi e le varietà e le metodologie di allevamento dei bachi giapponesi. Senza dubbio molto interessante, innanzitutto il punto di vista di un italiano che descrive direttamente la sua esperienza di contatto con la cultura e la società nipponica di allora, senza saperne nulla o quasi. Anche se scarno nei particolari che trascendono il motivo della spedizione. Inoltre il metodo di scrittura è un italiano cortese di fine '800 macchinoso e a tratti noioso. Rimane senza dubbio un documento di eccezionale valore storiografico.

Contadini giapponesi Periodo Edo


Il volume, di 112 pagine, edito dalla Fondazione Pompeo e Cesare Mazzocchi - onlus è a cura di Claudio Zanier. Comprensivo di una traduzione a fronte in Giapponese arricchito da suggestive immagini del Giappone dell'epoca e da carte topografiche che descrivono il percorso della spedizione del Bresciani. 

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