Cosa poteva capitare di peggio?
Tornata a casa, avevo scritto che erano iniziati i lavori per sostituire l’ascensore, quindi ogni mattina puntualmente alle 8 veniamo rallegrati dal martello pneumatico, in quanto bisogna abbattere 2 solai per fare arrivare l’ascensore al livello delle cantine e del cortile sul retro con i posti auto e staccare i marmi per consentire l’allargamento delle porte. Poi penso a quei poveri cristi che lavorano in quel cunicolo: saranno anche dotati di mascherine antipolvere, cuffie antirumore ed altro, ma senza dubbio stanno peggio di noi. Inoltre una signora del piano sotto il nostro è praticamente reclusa in casa, essendo costretta alla sedia a rotelle, mentre quelli del piano terra sentono letteralmente tremare il pavimento sotto i loro piedi.
Da quando a Milano ha chiuso la lavanderia a gettone sotto casa, devo portare un sacco di biancheria per la casa per il ricambio, quindi appena torno devo caricare lavatrici a tutto spiano…fortunatamente le belle giornate mi hanno consentito di stendere sul balcone. Stamattina avevo deciso di attaccare col lavaggio del vestiario (jeans e camicie varie oltre all’intimo) e, sorpresa, l’acqua non c’era, perché sempre per i lavori dell’ascensore i tubi debbono essere spostati. L’avviso della chiusura fino ieri pomeriggio alle 16- ora in cui siamo tornati a casa – non era ancora stato affisso, così siamo rimasti “fregati”. Abbiamo fatto giusto in tempo a lavarci, poi quando è stato il turno dell’ennesima lavatrice..siamo rimasti letteralmente all’asciutto. Giusto le bottiglie dell’acqua per bere (parecchie, per fortuna)… e come al solito ho pensato a quei poveracci a Messina senz’acqua da giorni e giorni.
Mai lamentarsi…c’è sempre chi sta peggio.
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