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Victor Vran – Solo, contro l’oscurità

Da Videogiochi @ZGiochi
di Giovanni "plutarco" Calgaro

Victor Vran, oltre ad avere un nome gotico, rispetta in pieno il cliché del classico cacciatore di mostri originario delle lontane terre dell’Est Europa, da sempre fertile luogo per la nascita di miti e mostruose leggende legate alla tremenda figura del principe di Valacchia Vlad Tepes III, meglio conosciuto come il simpatico Impalatore. Giunto da pochissimo in Early Access, Victor si presenta munito di un cappello a tesa larga, un ghigno sornione da chi la sa lunga in fatto di abominevoli amenità e diverse promesse che vorremo mantenesse. No, non abbiamo incontrato Hugh Jackman nel sequel del dimenticabile Van Helsing bensì, dopo aver fatto prontamente benedire mouse e tastiera ed aver baciato il santino di Gabe Newell per sicurezza, abbiamo accompagnato Victor a caccia di mostri per alcune ore. Rientrati fortunatamente incolumi da una perigliosa avventura piena di ragni giganti, scheletri che ci facevano la mano morta ed alcuni bug insistenti, e dopo esserci scrollati di dosso la terra sconsacrata che ci sporcava le vesti, vi raccontiamo come si è comportato questo novello cacciatore di mostri.

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ASCOLTATELI, I FIGLI DELLA NOTTE…

L’avventura di Victor Vran si inserisce perfettamente nell’ormai ampio universo degli action-RPG che, come ben saprete, vanta esponenti di immensa caratura e radici ancora più importanti. Sembra quasi scontato fare i primi nomi che ci vengono in mente. Diablo e Torchlight su tutti dominano il panorama, assieme a quel Baldur’s Gate: Dark Alliance che ci regalò un paio di capitoli degni sulla gloriosa PlayStation 2. Se ne potrebbero citare altri, nati e sviluppatisi all’ombra, nel fitto e vivace sottobosco che caratterizza il genere da qualche anno. In questo ambiente affollato, in cui c’è poco ossigeno, muove i primi passi Victor, che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare in questi giorni. Il terreno pieno di insidie sembra non spaventarlo durante l’inizio della sua permanenza in Early Access; va dritto per la sua strada, con qualche buona idea, alcuni interrogativi e, speriamo, diverse sorprese. Il titolo è ancora immaturo, sotto molti punti di vista. Lo si nota sin dalla scarna introduzione, con l’etichetta “placeholder” piazzata in bella mostra. Di etichette simili se ne sono viste anche molte altre; ovunque. Nulla è definitivo, tutto muta. Victor continua infatti ad evolvere, anche grazie al supporto di chi l’ha acquistato. L’ultimo aggiornamento, tra l’altro, è giunto giusto qualche ora dopo l’inizio della nostra prova, apportando diverse correzioni, grazie al lavoro costante di Haemimont Games; team di sviluppo bulgaro di lungo corso, responsabile tra gli altri, di ben due Tropico e di buona parte della serie Imperium, dalle Guerre Puniche a Civitas Online.

HO ATTRAVERSATO GLI OCEANI DEL TEMPO PER TROVARTI

Nonostante il lavoro sia in continuo divenire, possiamo tuttavia analizzare sin d’ora alcuni dei punti fermi che dovrebbero caratterizzare Victor Vran quando si potrà svelare al 100%. Anzitutto, come anticipavamo poc’anzi, il genere è quello dei classici action-RPG con visuale isometrica. Nella parte di gioco resa disponibile dall’Early Access, si nota subito che Victor poggia essenzialmente su solide fondamenta chiamate Diablo. Per buona parte, nella visuale di gioco e nell’azione mantenuta a livelli importanti può riconoscersi l’importante lascito dei giganti. Al contrario di altri action-RPG però Victor gode di alcune particolarità degne di nota, che caratterizzano in modo deciso il titolo di Haemimont Games elevandolo da quella pletora di titoli “fotocopia” che è possibile ritrovare nel marketplace digitale di Valve. Anzitutto Victor è l’unico protagonista dell’avventura; egli si prende tutta la scena e con lui dovrete conviverci. Nessuna personalizzazione estetica o di classe; la caccia agli abominii inizia senza tanti preamboli. La stessa progressione del personaggio avviene in automatico. Ogni avanzamento di livello prevede infatti ricompense predefinite e non è possibile metter mano alle statistiche dell’eroe. Sotto questo profilo, il lavoro degli sviluppatori si è concentrato più sulla personalizzazione dell’equipaggiamento prevedendo, su tutto, una pletora infinita di armi di ogni foggia e tipo (raccolte, comprate o craftate), talismani che consentono di cambiare alla bisogna le magie equipaggiate e, infine, le “carte destino“. Queste rappresentano i bonus passivi dell’eroe e, a quanto è dato sapere, se ne potranno equipaggiare sino a tre contemporaneamente, sopperendo in parte alla mancata caratterizzazione delle skill e delle statistiche di Victor. La nostra speranza è che il bilanciamento degli oggetti e delle carte destino non venga mai messo in secondo piano, perché c’è il concreto rischio di trovare oggetti che potrebbero sbilanciare in modo grave la progressione nell’avventura dato che, al momento, non è possibile switchare in modo rapido da un equipaggiamento all’altro ma tocca entrare nell’inventario ed equipaggiare manualmente ciò che ci serve. Al momento l’operazione avviene un po’ troppo spesso, perché i nemici sono molti e, anche se rientranti nel tradizionale bestiario di ogni gioco di ruolo, sono dotati di caratteristiche, debolezze ed abilità abbastanza varie da portarci ad adattare il nostro pattern d’attacco.

Veniamo ora al capitolo comandi di gioco. Iniziamo col dire che il titolo supporta appieno il controller Microsoft. Chi non avesse dimestichezza con i tradizionali mouse e tastiera questa è una buona cosa, in quanto Victor Vran si discosta leggermente dalla mappatura dei comandi a cui ci ha abituato Diablo ed introduce le feature del salto e dell’acrobazia. Procediamo con ordine. Il movimento avviene essenzialmente con la tastiera (a cui si associano anche l’utilizzo di oggetti e le abilità attive legate alle armi), mentre la telecamera può esser ruotata con il mouse; a quest’ultimo è demandato anche la direzione e l’ordine di attacco fisico. Per questo motivo è essenziale prendere un po’ di dimestichezza con la combinazione per non incastrarsi durante i momenti più concitati. Nel complesso la mappatura (che può esser modificata) funziona abbastanza bene, la visuale non viene impallata da strutture ed edifici alti, i quali si “dissolvono” non appena ci si passa sopra la telecamera. Le strutture alte però non costituiscono solo un mero orpello estetico, dato che possono risultare utili per eseguire le famose acrobazie di cui abbiamo accennato l’esistenza. Victor può saltare, grazie alla barra spaziatrice, ed utilizzare i muri ed altre strutture come punti di appoggio per darsi lo slancio e saltare ancor più in alto per superare ostacoli oppure per accedere ad aree segrete. Purtroppo non vi sono state occasioni per testarla a lungo, ma queste abilità sino ad ora non appaiono fuori posto e, anche se un po’ macchinose di primo acchito, una volta coordinata con la rotazione della visuale non dovrebbero dare grossi problemi, ponendosi in questo modo come una piacevole variante ad una formula da anni ben collaudata.

DOPO MOLTO PEREGRINARE SIAMO GIUNTI QUI…

La sezione introduttiva del titolo messa a disposizione ci ha permesso, infine, di dare uno sguardo a ciò che sarà il set in cui si muoverà Victor. Al contrario dei suoi colleghi che si muovono in ambienti generati casualmente, il mondo di gioco in questo caso sembra esser immutabile. I molti dungeon infatti, essendo realizzati in modo preciso e certosino, non cambiano la loro conformazione e ciò potrebbe costituire un malus per ciò che attiene la longevità in riferimento al livello di rigiocabilità del titolo. Ciò nonostante, come abbiamo appena detto, gli ambienti, gremiti da centinaia di nemici e segreti da scoprire sembrano comunque esser realizzati in modo abbastanza articolato e ogni sezione prevede una determinata quantità di sfide secondarie da portare a termine (ad esempio uccidere tot nemici di un certo tipo in 120 secondi e così via), le quali ci ricompensano sempre con una buona quantità di oro, esperienza od oggetti speciali per arricchire il nostro inventario. Sulla varietà non ci possiamo ancora pronunciare, mentre sul fronte della qualità tecnico-stilistica qualche parolina la possiamo spendere. Victor Vran è un titolo non troppo esoso in termini di requisiti hardware e può esser goduto appieno anche con settaggi inferiori. Filtri, antialiasing ed un buon grado di personalizzazione di texture di ambienti ed effetti permette di adattare bene l’esperienza visiva a seconda delle nostre esigenze, mantenendo la qualità a livelli più che accettabili. Con i settaggi massimi è possibile ovviamente godere di ambienti curati e caratteristici, nonché di buoni effetti di illuminazione ambientale, per un risultato finale che dovrebbe apparire, sotto questo profilo più che dignitoso, così come appare abbastanza coinvolgente la colonna sonora, anche se ancora mancano la maggior parte degli effetti e dei dialoghi parlati.

Victor Vran – Solo, contro l’oscurità


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