Le festività natalizie sembrano essere congelate nel tempo. Si tende a identificare le tradizioni dell’epoca in cui si vive come le tradizioni natalizie per eccellenza, quasi come se il Natale si fosse da sempre festeggiato in quel modo. Non è così. I rituali natalizi e l’importanza stessa del Natale hanno subito, come ogni altro fenomeno sociale, cambiamenti e sconvolgimenti causati dalla storia, dall’arte, dalla politica e dall’economia.
È curioso il fatto che molte delle odierne consuetudini natalizie siano nate in epoca vittoriana o abbiano acquisito prestigio e popolarità in questo periodo storico. Curioso, ma logico: la crescente industrializzazione inglese e lo sviluppo repentino della cultura di massa non possono non aver influito su quella che ormai si può definire senza timore la festa più consumistica dell’anno.
Fondamentale per la nascita del Natale moderno è la figura della regina Vittoria, che regna dal 1837 al 1901 e che dà il nome all’età vittoriana. Vittoria capisce che il Natale ha un grandissimo potenziale di influenza su una società problematica come quella di metà Ottocento: influenza moralizzatrice da un lato, atta a ridimensionare i forti contrasti sociali e le problematiche che ne derivano, quali il diffuso alcolismo; influenza economica dall’altro, con l’obiettivo di dare un forte impulso consumista ad una società sempre più propensa all’acquisto e strettamente legata allo sviluppo dell’industria britannica. Ovviamente, però, la nascita del Natale come lo conosciamo è il risultato dell’incontro/scontro tra personalità creative e situazioni favorevoli. Le seguenti sono solo alcune di esse.
IL RUOLO DI DICKENS
Charles Dickens può essere ritenuto uno degli autori inglesi più influenti dell’Ottocento. La mole di opere da lui scritte è enorme; tra queste figurano anche i volumetti natalizi, il cui più conosciuto è il celeberrimo A Christmas carol, pubblicato nel 1843. Questi romanzi brevi venivano pubblicati ogni anno durante la prima settimana di dicembre, in un’edizione con copertina rossa (il colore natalizio per eccellenza). La loro fama era spropositata, tanto che spesso si rendeva necessaria una seconda edizione prima del giorno di Natale. Attraverso questi racconti, Dickens scolpisce quella che oggi è ritenuta l’immagine tradizionale del Natale, sviluppando in particolare l’aspetto che pone la famiglia al centro della festività. Prima dell’età vittoriana, infatti, non vi era alcuna connessione tra Natale e famiglia. Solo da metà Ottocento i festeggiamenti del 25 dicembre cominciano a rappresentare anche una celebrazione della famiglia e della vita casalinga.
Altro aspetto curioso è quello che classicamente lega il Natale ad un panorama innevato: in effetti molto spesso questa connessione non è così scontata, dal momento che solo in alcune parti del mondo la neve è un fenomeno comune e quasi logico durante il periodo natalizio. Per quale motivo, allora, in quasi tutto il mondo la concezione del “white Christmas” è così solida? È stato proprio Dickens ad introdurre la neve come elemento fondamentale del Natale, forse ispirato dal fatto che durante i primi otto anni della sua vita il periodo natalizio fu salutato in Inghilterra da grandi nevicate.
L’ALBERO DI NATALE
La tradizione dell’albero di Natale è molto antica. Ne troviamo tracce nella Germania del XVI secolo, ma numerosi predecessori possono essere scovati in molte delle tradizioni germaniche, ad esempio quelle scandinave. L’albero di Natale, però, comincia ad essere conosciuto fuori dai confini tedeschi solo nell’Ottocento. In particolare è Charlotte, la moglie tedesca di George III, a introdurlo in Inghilterra, durante una festa per bambini da lei organizzata nel 1800. Tale consuetudine, però, rimane confinata alla famiglia reale fino al 1841, quando la regina Vittoria sposa il proprio cugino tedesco, Albert. Il matrimonio porta ad una germanizzazione dei costumi e l’uso dell’albero di Natale comincia a diffondersi tra le famiglie nobili e alto-borghesi. La nuova attrazione natalizia è un successo: nel 1844 viene pubblicato un libro illustrato che ne descrive origini e uso, mentre Dickens ne tratta in un suo lungo articolo. La consacrazione definitiva dell’albero come simbolo natalizio per eccellenza giunge nel 1848, quando “The Illustrated London” descrive gli alberi del castello di Windsor e pubblica in copertina l’immagine di un grande albero di Natale circondato dalla famiglia reale. Negli anni successivi la nuova moda viene adottata anche dagli strati sociali meno abbienti.
LA DECORAZIONE DELLA CASA
Come l’albero di Natale, anche la decorazione della casa tramite piante e rami era conosciuta e praticata ben prima dell’età vittoriana. In alcuni casi, tale tradizione risaliva addirittura a celebrazioni pagane: è il caso dell’agrifoglio, simbolo importante durante i Saturnalia romani, o del vischio, che veniva colto dai druidi cinque giorni dopo il solstizio d’inverno e che per la sua importanza nella tradizione pagana pagana fu a lungo tenuto lontano dalle chiese. Per la tradizione norvegese, inoltre, quando due guerrieri si incontravano sotto ad un ramo di vischio erano costretti a dichiarare una tregua per quel giorno. Durante l’epoca vittoriana, il vischio viene riabilitato e appeso al soffitto delle case. Non è però l’unica pianta utilizzata: anche l’edera, assieme al già citato agrifoglio, riveste una tradizione fondamentale. Mentre fino all’inizio dell’Ottocento i rami vengono posizionati in modo piuttosto casuale all’interno della casa, ora tutto dev’essere ordinato al fine di creare la giusta atmosfera natalizia. Nei periodici dell’epoca vengono addirittura dati dei consigli per l’organizzazione di tali faccende; un esempio è il “Cassell’s Family Magazine”, che nel 1881 sottolinea come l’ambiente abbia una grande influenza sul buon esito della giornata festiva e di conseguenza ritiene necessario un po’ di impegno nel disporre le decorazioni in modo ordinato.
I BIGLIETTI DI AUGURI NATALIZI
In Italia non sono molto diffuse, ma in Inghilterra le Christmas cards sono ancora oggi molto utilizzate. Si tratta di bigliettini d’auguri che vengono inviati a parenti, amici e conoscenti poco prima di Natale. Prima della nascita della Christmas card era comune scriversi lettere di auguri. La svolta arriva nel 1843, quando Henry Cole commissiona ad un artista delle cartoline con stampe natalizie e le spedisce ai propri cari al posto della tradizionale lettera d’auguri. Le cartoline in eccesso vengono vendute, ma il commercio non prende piede velocemente: il prezzo di uno scellino al pezzo, infatti, è proibitivo per la maggior parte della popolazione. Nonostante ciò, i bambini vengono spronati a decorare loro stessi le cartoline natalizie, e l’esempio è di nuovo dato dalla famiglia reale, con i bambini della regina Vittoria in prima linea nel diffondere la nuova moda. Pian piano l’avanzamento delle tecniche grafiche e l’introduzione della spedizione postale al prezzo di mezzo penny rendono l’acquisto e l’invio delle Christmas cards accessibile a molte più persone. L’industria che vi si sviluppa attorno esplode: solo nel 1880 verranno prodotte più di undici milioni di cartoline.