Una video che raccoglie preziose immagini d’epoca e costituisce una ricca testimonianza di come era la città di Ercolano-Resina fino agli anni Settanta, più o meno. Il toponimo Resìna, usato fino al 1969, sembra sia comparso per la prima volta nel X secolo, quando si hanno i primi riferimenti a un casale di Resina o Risina.
L’origine del nome è incerta, in quanto alcuni studiosi la fanno derivare dal nome Rectina, patrizia romana che possedeva una villa ad Ercolano e che chiese soccorso a Plinio il Vecchio; altri, invece, la associano al termine retincula, ossia le reti utilizzate dai pescatori di Ercolano, o dalla resina degli alberi dei boschi cresciuti sulle antiche lave, oppure dal nome del fiume che scorreva ai margini della città. Infine c’è chi scorge in Resìna l’anagramma di sirena dato che una sirena è stato il simbolo del casale e del Comune fino al 1969.
Il video pubblicato su youtube dal sito Vesuvio in Rete e condiviso su alcune pagine Facebook, mostra una sequenza di foto e cartoline con i luoghi più noti di Ercolano. Si inizia con Piazza S. Caterina e Piazza Colonna, denominata così per la colonna che si erge al centro e culminante con una madonnina. Fiore all’occhiello della città è rappresentato dal cosiddetto Miglio d’Oro, il tratto del Corso Resina che dagli scavi archeologici arriva a Torre del Greco, sul quale si allineano le splendide ville del XVIII secolo alcune delle quali visitabili. Villa Aprile, oggi sede di un lussuoso hotel, villa Favorita acquistata da Ferdinando IV di Borbone e destinata a residenza reale. Si prosegue con Piazza Pugliano dove sorge la Basilica di Santa Maria a Pugliano, Villa Faraone, la spiaggia degli antichi Bagni “Favorita”, Villa Borrelli, Villa De Bisogni, Quattro Orologi, Bagni Ondina, Palazzo della Favorita, Villa Cantani e Villa Campolieto.
E ancora la barocca chiesetta di San Vito, che nel 1767 fu circondata dalla lava senza subire alcun danno e famosa per il tradizionale Volo degli Angeli, l’ingresso agli Scavi Archeologici famosi in tutto il mondo e meta fissa di circa 300.000 turisti l’anno, il Palazzo del Corallo detto anche di “Sordo e Donadio”, concepito per l’esposizione e la vendita degli artistici manufatti di corallo ed ogni anno visitato da migliaia di turisti che possono osservare da vicino la lavorazione del corallo che in questa zona è molto sviluppata. Si prosegue con Via IV Novembre, Corso Italia, Piazza Trieste, con la Villa Comunale ed infine con Piazza S. Croce.
Una ricca collezione di immagini che emoziona ma allo stesso tempo rammarica chi ha vissuto Ercolano in quei tempi ed oggi la vede profondamente cambiata e soprattutto i giovani che sono figli di questi anni malati e che possono solo immaginarlo un mondo così.