Un enorme “campo minato”, metaforicamente parlando: è così che Greenpeace prospetta il futuro del Canale di Sicilia. Questo fazzoletto di Mediterraneo potrebbe diventare presto una distesa di pozzi e piattaforme petrolifere con enormi rischi non solo per l’ambiente, ma anche per il turismo e l’economia siciliana.
L’urlo di denuncia arriva da Palermo che in questi giorni è stata eletta capitale di una protesta indetta dalla storica organizzazione ambientalista Greenpeace. Venerdì 4 luglio una decina di attivisti della suddetta organizzazione hanno simulato un disastro petrolifero sulla spiaggia di Mondello, con tanto di piattaforme petrolifere in miniatura e barili, al fine di denunciare il pericolo che corre il “mare nostrum” dopo la firma, avvenuta lo scorso 4 giugno, di un protocollo di intesa tra la Regione Sicilia e Assomineraria, Eni, Edison ed Irminio per lo sfruttamento dei giacimenti di petrolio e gas naturale presenti nel Canale di Sicilia.
“Il decreto che autorizza queste trivelle è scandaloso - ha dichiarato il direttore campagne di Greenpeace Alessandro Giannì in occasione dell’attracco a Palermo il 5 luglio della nave di Greenpeace Raimbow Warrior - la commissione che doveva valutare il rischio ambientale non lo ha fatto per nulla. Le trivelle sono già arrivate e bisogna fermarle”.
Sono 20 in tutto le autorizzazioni in via di concessione da parte del Ministero dell’Ambiente per altrettante operazioni di ricerca ed estrazione del petrolio al largo delle coste siciliane che si affacciano sul Canale di Sicilia.
“Greenpeace impugnerà davanti al Tar i decreti del Ministero dell’Ambiente che ha autorizzato le trivelle. Chiediamo sostegno – prosegue Giannì – non alla Regione che si è accordata con i petrolieri, ma all’Anci Sicilia e a tutti i Comuni siciliani. I Siciliani devono ribellarsi e fare sentire la propria voce e non devono farlo solo le istituzioni”.In tal senso sono giunte parole di sostegno da parte del sindaco di Palermo e presidente dell’Anci Sicilia Leoluca Orlando, anch’egli a bordo della nave dell’organizzazione ambientalista lo scorso 5 luglio, che ha detto chiaramente “Siamo con Greenpeace oggi per difendere il Mediterraneo”.