Una delle pratiche più degradanti che si sta sviluppando in Italia è quella del frugare nei cassonetti dell’immondizia alla ricerca di un suppellettile o un capo di abbigliamento, magari poco logoro, che può avere una seconda vita.
Il riutilizzo di questi rifiuti non è spesso ad uso personale ma, dopo avergli dato una veloce spolverata, vengono messi in vendita tramite mercatini abusivi di pubblico accesso.
Ed è questo quello che ha mostrato il giornalista Luca Abete di Striscia la Notizia durante uno dei suoi ultimi, discussi, servizi nella città di Napoli.
Strade lunghissime ricoperte da bancarelle zeppe di scarpe usate, vestiti sporchi, prodotti hi-tech poco difettosi, bottiglie di spumante e, cosa più raccapricciante, bambole e giocattoli destinate alle mani di bambini ignari di tutto ciò.
La scusa è che “c’è la crisi e qui si trovano le cose a 50 centesimi”, senza considerare i gravissimi problemi sanitari che un prodotto del genere potrebbe portare.
Durante il servizio si vedono transitare nel “mercatino della disperazione” due pattuglie della Polizia. I poliziotti, sorridendo, vanno avanti come se stessero passando per il Bloemenmarkt, il mercato dei fiori e tulipani di Amsterdam.
Forse ignorano che, chi si appropria di beni abbandonati nel cassonetto commette un reato poiché nel momento in cui viene gettato nel cassonetto, diventa di proprietà comunale e se io lo sottraggo, commetto un furto, ai danni proprio del Comune.
Inoltre siamo sicuri che quella merce esposta sia stata reperita in maniera proprio legale?
Lo scenario è squallido, agghiacciante, se si pensa in che modo verranno riciclati quei prodotti ma questo è anche il risultato di una raccolta della spazzatura differenziata che ancora fatica a partire e che in molti casi non ha raggiunto un buon livello di funzionalità.