Internet, nel corso degli anni, si sta rivelando uno strumento sempre più potente ed efficacia, dimostrando di avere buone possibilità di contrastare il monopolio (dis)informatico dei grandi mass media tradizionali. In particolar modo ci sono utenti che usano sapientemente canali comunicativi come il celebre YouTube, per cercare di raccontare ciò che i grandi poteri non gli permetteranno mai di fare.
In particolar modo, un video piazzato sul web può avere la capacità di sfatare miti e luoghi comuni, e di mostrare il reale volto delle cose. Quel che oggi vi proponiamo è un servizio realizzato da Vincenzo Luca Forte e Giovanna Testa, youtubers stanchi dell’ipocrisia nazionale, per la quale, mentre si priva una città si diritti e servizi necessari, nello stesso momento ne si critica il degrado, di cui però la società stessa ne è la causa. La colpa però si cerca sempre di farla cadere su ignari cittadini, ricoperti sempre di un alone di criminalità e odio per le regole.
Il video parte da una chiara denuncia di Fortunato Iorio, che permette di realizzare un’autentica panoramica sul famigerato Rione Stella, descritto sempre come un Far West dei nostri secoli. Ciò di cui si parla e dell’inutile abusivismo edilizio, che condanna un quartiere, o, per l’appunto un rione, alla mancanza di stimoli e di svaghi, di luoghi dove poter far crescere bambini nel divertimento e nel gioco, e non in un ammasso di abitazioni, sterili, in cui è più semplice essere a contatto con realtà criminali, che in realtà sono presenti un po’ ovunque. In parole povere, forse per la prima volta, finalmente si spiega alla grande utenza, che non si tratta di essere un popolo barbaro e rozzo, ma di essere vittime di uno Stato assente.
“Ci sono solo abitazioni, convenienza personale. Non si può dare sfogo o spazio ai bambini. Il comune di queste cose se ne interessa solo quando avviene qualche guaio, e lo fa solo per fare discriminazioni.”
Una dimostrazione di tutto ciò viene fatta quando ad essere intervistato è il proprietario di un locale, il quale è stato vittima del tristemente noto SputtaNapoli, da parte de Il Mattino, per cui il suo locale è stato associato ad un presunto degrado del quartiere. L’inganno starebbe nel fatto che il giornalista, autore dell’articolo, aveva proposto di fare un’ intervista, per il semplice scopo di pubblicizzare il locale.
Successivamente l’obiettivo si sposta su Scampia, precisamente nelle Vele, altro posto martorizzato da un vero e proprio stupro mediatico, alla quale ha contribuito anche la serie Gomorra. Gli intervistati Vittorio Passeggio e Lorenzo Liparulo non negano di certo la presenza di criminalità, ma c’illustrano come, con il loro attivismo e l’impegno di tante persone come loro, può risolvere e cambiare tante piccole difficoltà. L’esempio che riportano, è ancora legato, ad un’amministrazione lontana dalla realtà, che chiude gli occhi, dinnanzi a pericoli e problematiche dei cittadini.
L’argomento in questione è una fogna a cielo aperta, lasciata lì, fra mille attenzioni dei bambini, che giocano inconsapevoli del pericolo che corrono. L’assurdità avviene nel momento in cui vengono contattate le forze dell’ordine, e il loro accorgimento consiste in una barriera inutile, facilmente ignorabile da qualsiasi persone, e che inoltre non tutela affatto dal pericolo che rappresenta quell’enorme buca. Loro, comuni abitanti delle Vele, hanno compiuto un semplice gesto che in tanti in realtà, tutti i giorni fanno, fra il totale menefreghismo dei vari mass media: hanno coperto la fogna, rendendola quasi innocua.
Insomma il conflitto che emerge fra realtà narrata e verità effettiva, si combatte sui campi dei social e dei telegiornali. Da una parte ci sono persone che vivono in prima persona realtà definite spesso difficili, e dall’altra, giornalisti e scrittori, distanti non solo fisicamente, ma ideologicamente, dai posti descritti, che realizzano servizi d’ogni genere, aggrappandosi sempre ai luoghi comuni, in un terribile tentativo di colmare le lacune della loro effettiva conoscenza.
Qui il video completo: