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Video. Roberto Saviano racconta Napoli a Jovanotti

Creato il 15 maggio 2014 da Vesuviolive

Roberto Saviano e Jovanotti

Il cantante Jovanotti ha caricato su YouTube la prima di quattro parti di una conversazione-intervista con Roberto Saviano, l’autore di “Gomorra”. Il dialogo tocca varie questioni: Napoli, la serie TV “Gomorra”, la persona di Saviano.

Per quanto riguarda Napoli, Jovanotti chiede allo scrittore di dirgli quali sono le 3 cose che più ama di Napoli, e riceve a mio avviso una risposta stupenda. Dopo aver indicato la terrazza di Castel dell’Ovo, fa riferimento a “qualcosa tra lo stato d’animo e la luce”, cioè il sentimento che chiunque ami Napoli sente quando si trova nella città, qualcosa di inesplicabile che la persona ha dentro e gli dice che è a Napoli. La terza cosa è via dei Tribunali, una zona della città che conserva “vestigia antiche”, ha in sé la propria millenaria storia e dimostra l’affinità verso antiche e leggendarie città come Persepoli e Babilonia: il mondo è condensato ai Tribunali, lì vi è tutto il male e tutto il bene possibili. Parla dunque dell’inesplicabile Saviano, di ciò che la ragione non può esprimere a parole, e a questo punto c’è un bell’intervento di Jovanotti: “è difficile parlare di Napoli ma si può cantare. Il canto ti permette di dire l’indicibile, e quindi senti la Canzone Napoletana, che in effetti è la grande canzone italiana”.

Gomorra - La serie

Poi passano a una questione controversa che ha ha suscitato e sta suscitando molto dibattito: la serie TV “Gomorra”. Roberto Saviano è dell’avviso che “raccontare il male non è stare dalla parte del male”, anzi raccontarlo è utile per portare a conoscenza delle problematiche, rimuovere il velo che non consente di guardare la realtà in modo oggettivo e affrontarla. Opinione condivisibile, ma poi effettua un paragone in seno al quale c’è l’argomento (da lui non rilevato) attraverso cui confutare tale tesi. Cita la serie “Breaking Bad” e i gangster movies ambientati a New York, affermando a ragione che questi prodotti non hanno leso l’immagine del New Mexico o della metropoli, ma è qui che crolla tutto: Saviano parla degli Stati Uniti, mentre Napoli è in Italia, una nazione che copre da oltre un secolo questa città di tutto ciò che è capace di infamarla, come dimostra il recente caso della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli. Napoli e i Napoletani, seppur con le loro colpe, vivono una situazione in cui è il male e il pregiudizio, agli occhi delle altre persone, che prende il sopravvento su tutto il bene, il quale è di gran lunga più consistente del male.

Infine Jovanotti chiede a Saviano come era a 15 anni, cioè quali erano i suoi progetti, e se quando ha scritto “Gomorra” il suo intento era quello di cambiare le cose o se era solo ambizione letteraria, se voleva fornire una testimonianza o scrivere un grande libro. La risposta è vaga, si intuisce il desiderio di estirpare il male da questa Terra ma allo stesso tempo Roberto Saviano ribadisce la propria ambizione, la propria aspirazione di diventare uno scrittore importante, cose sulle quali pone un accento più marcato.

A questo punto, nel bel mezzo di un aneddoto raccontato dallo scrittore, Jovanotti lo interrompe dando appuntamento agli utenti al prossimo caricamento.


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