Siamo in un bar: “Signora, la posso prendere una brioche?”, e la donna, in tono un po’ seccato, “No, se prende il caffè, un cappuccino, le do anche la brioche, perché questa qui non è una pasticceria, è un bar”. È quanto racconta un ragazzo siciliano, attraverso un video che ha caricato su Facebook, in visita a Venezia, che entrato in un bar di Piazza San Marco si vede rifiutare un cornetto dalla barista. Un episodio che molti avvertiranno come surreale, sia per la motivazione del rifiuto di vendere il cornetto, sia per la scortesia della donna, perché da chi per lavoro è a contatto con la gente, specialmente quando si tratta di turisti, ci si aspetta quanta più gentilezza possibile.
Se qualcuno può essere portato a pensare che questa sia una prassi diffusa e comunemente accettata a Venezia, il commento di un veneziano è molto utile da questo punto di vista: “Ci sono due venezie: quella dei vecchi veneziani, generosi altruisti e “splendidi”, affatto tirchi, anzi, famosi per la loro scarsa parsimonia col denaro, specie quando c’è da far festa, e una Venezia di arricchiti abbuffini, evasori, menefreghisti, che vendono qualità pessima a prezzi vergognosi, e che contribuiscono con questi comportamenti, a ferire ancor di più questa città. Io mi vergogno di questo, mi scuso, ma invito a non generalizzare. C’è un’altra Venezia”. Costui dunque denuncia una pratica assai comune del resto a molte città italiane meta di turisti, dove non è raro trovare esercizi commerciali che vendono la propria merce a prezzi esorbitanti, truffando i visitatori, come vendere una bibita a 5 Euro, esibire conti da centinaia di Euro per un semplice pranzo di due persone, far pagare un cono gelato anche 10 Euro, motivando il tutto con la location, come se la Basilica di San marco, la Fontana di Trevi o le scalinate di Piazza di Spagna bastassero da sole a incrementare smisuratamente la qualità di un acquisto.