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Videogiochi – Recensione di The Last of Us (Playstation 3)

Creato il 17 giugno 2013 da Molipier @pier78

La fine del mondo…o almeno del mondo come noi lo conosciamo, la caso specifico la fine della civiltà umana: è un tema affascinante perchè si presta a molteplici interpretazioni e soprattutto spinge verso una sensazione concreta che attualmente ci rappresenta a volte solo a livello psicologico: il senso dell’abbandono, di sentirsi soli senza nessuno che possa aiutarci o farci compagnia. Lo sfaldamento del tessuto sociale da noi creato, con le sue sicurezze ed i suoi servizi essenziali, potrebbe rappresentare un vero cataclisma per noi che siamo nati e cresciuti in questo contesto di “certezze”. E l’inizio della fine potrebbe arrivare dalla più inaspettata delle direzioni: un piccolo innocuo fungo che si sparge in modo incontrollabile, e che diventa la più pericolosa delle minacce alla sopravvivenza umana. Da questi presupposti inizia la storia di The Last of Us.

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The Last of Us – il canto del cigno per PS3

Ogni console ha la sua nascita e la sua fine, e la fine di Playstation 3 arriverà presto per lasciar spazio alla neonata Playstation 4 ma va detta una cosa importante: quando i ragazzi di Naughty Dog hanno creato questo titolo (DA AVERE assolutamente) ci hanno riversato tutto ciò che di meglio può esistere a livello videoludico, tutto ciò che rende un gioco degno di essere giocato e tutto ciò che l’arte di creare videogiochi può offrire (perchè di arte si tratta, si arrendano coloro che ancora ostinatamente giudicano i videogiochi come “passatempi per bambini”). Il titolo è in esclusiva su Playstation 3 e può senza dubbio rappresentare una valida motivazione per accaparrarsi la console in questi suoi ultimi periodi di vita. Gli sviluppatori (che si presentano da soli con i giochi della serie Uncharted e Crash Bandicoot) hanno dato una svolta di maturità a questo titolo, prediligendo una storia coinvolgente e con molte tinte emotive.

Le migliori speranze e le peggiori paure

La civiltà umana è allo sbando: un misterioso fungo ha generato un’epidemia e trasformato gran parte della popolazione in mostri simili a zombie, violenti e bestiali (pur dotati di un barlume di intelligenza residua). I nostri protagonisti ricalcano un rapporto “padre-figlia” molto particolare ed emotivamente coinvolgente: Joel è un ex cacciatore, vende droga ed armi, ha perso sua figlia all’inizio dell’epidemia, rappresenta un classico anti-eroe che vive alla giornata e cerca di acchiappare quello che può senza troppi scrupoli…di contro Ellie è una ragazzina quattordicenne assennata e di animo buono,  ma ass0lutamente incapace di adattarsi al nuovo mondo violento e senza pietà. Lei, che sembra essere totalmente immune al morbo, viene affidata a Joel che avrà il compito di proteggerla dai pericoli e portarla al sicuro lontano dalla città, per tentare di trovare una cura alla malattia. Si mescolano sapientemente i sentimenti più nobili dell’animo umano con le più basse ed egoistiche pretese, perfettamente incarnate dai sopravvissuti ostili che tenteranno di eliminarci con il solo scopo di appropriarsi delle nostre risorse e soprattutto della povera Ellie, che dovrà imparare nel modo peggiore cosa significa “saper sopravvivere”.

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