Video”Sorvegliare e punire”

Creato il 19 maggio 2011 da Trame In Divenire @trameindivenire

Via del Balì, Fasano - Foto Chicco Saponaro

Videosorveglianza in centro storico?

Lo stato delle cose

Il centro storico di Fasano è da anni nel più totale stato di abbandono.

Nonostante nel recente passato sia stato oggetto di recupero architettonico e urbanistico (se pur discutibile) al fine della riqualificazione e della ridestinazione commerciale dell’area, le attese non sono affatto realizzate.

La rivitalizzazione tanto declamata, tesa a soddisfare i flussi turistici e le esigenze di commercianti e artigiani, tarda ad arrivare. Come del resto tardano i flussi turistici. Diverse attività commerciali, dopo un breve periodo di sperimentazione e di disattesa delle aspettative, hanno preferito abbandonare l’idea. Le attività che invece resistono lo fanno con grandi difficoltà e sacrifici. A volte perché non hanno alternative.

A peggiorare la situazione si aggiungono i continui fenomeni di microcriminalità e vandalismo. Il quadro è tutt’altro che pittoresco, tra muri imbrattati e vicoli trasformati in orinatoi a cielo aperto. Bisognerebbe parlare, anche, dell’uso di anticorodal e dei chioschi fittizi che fanno da cornice all’arredo abitativo e commerciale. Si dovrebbe dunque parlare di dequalificazione e di fallimento del programma amministrativo, qualora un programma ci fosse.

In questo desolante panorama si ritorna a parlare di videosorveglianza per il centro storico. E’ l’associazione culturale “U ‘mbracchie” – nata per la riqualificazione del centro antico – a sollecitare l’amministrazione comunale per l’installazione di telecamere di sorveglianza e dissuasori per autovetture.

Vada per i dissuasori che fungerebbero da delimitatori del centro e limitatori del traffico. Ma in merito alla videosorveglianza ritengo necessaria una riflessione, non solo e tanto riguardo alla riservatezza e alla libertà delle persone (che pure è una questione di primaria importanza), quanto alla modalità con cui la comunità si amministra e si da regole.

Quale progresso?

Quando una famiglia, una comunità, una società o una civiltà(?), non è più in grado di educare e soprattutto di “formare” (Platone parlava più correttamente di “paideia”, che non era di certo riferita al modello spartano), quando si abbandona la pratica dei principi universali che costituiscono l’etica e che sono necessari al progresso dell’umanità, alla sua emancipazione, è allora che la comunità ripiega nella sorveglianza e nella punizione. Ce lo ricorda anche Michel Focault nel suo saggio “Sorvegliare e punire” edito in Italia da Einaudi.

E’ una modalità che potremmo definire “reazionaria”, praticata soprattutto dai regimi tirannici che si fondano su coercizione e repressione, anche quando questi regimi assumono le appariscenti sembianze di un sistema democratico evoluto e libero.

Al contrario questo è il segno della regressione dell’umanità verso la condizione della bestia, dove la “legge” non è tanto un valore universalmente riconosciuto, necessario allo sviluppo armonico della società umana, quanto l’esercizio della forza coercitiva, l’abuso del potere, l’esercizio della violenza, spesso sorretti e alimentati dalla demagogia e dai proclami.

Alternative di civiltà

All’investimento in videosorveglianza si potrebbe proporre l’impiego di quelle e ulteriori somme per un programma di educazione alla coscienza dei beni comuni e del patrimonio storico e culturale su cui poggiano le nostre radici essenziali, la nostra identità. Un programma che non può che essere diffuso e partecipato, esteso ai diversi ambiti della comunità cittadina.

Capisco però che in tempi in cui si tende a cedere al privato l’amministrazione dei beni pubblici, come il governo vorrebbe fare con l’acqua, questa proposta risulta anacronistica e contrapposta alla logica della speculazione e del profitto individuale, giammai di quello collettivo.

Videosorvegliare non risolve il problema. Tutt’altro, i teppistelli incivili, semplicemente, andranno alla ricerca di un altra collocazione, magari più sicura e al riparo dagli occhi indiscreti delle telecamere. Ma soprattutto i teppistelli resteranno tali, se non peggio.

Se questa è democrazia… Se questa è civiltà… Se questo è progresso!

giuseppe vinci


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