19 novembre 2010
Vientiane Vang Vien
Mi sveglio e sento già il bisogno di partire e spostarmi al nord, a Luang Prabang, ma non posso non fermarmi a Vang Vien. Si dice che per questa città c’è amore e odio da parte dei turisti.
Mi prendo il biglietto con partenza all’una e ho tutta la mattinata per vedermi la città, soprattutto quello che mi interessa cioè il mercato locale.
Sono pronto dopo una colazione a base di panino con la baguette e caffè laotiano. Qui finalmente trovo il pane, non è loro ma è stato importato grazie al colonialismo Francese.
Il mercato è meraviglioso, sono l’unico bianco in mezzo a migliaia di persone, non passo inosservato e molti mi sorridono e si lasciano fotografare.
Quì è tutto un delirio e le cose nuove da vedere sono infinite. entro nei vicoli strettissimi e bui, pesci che saltano dalle vasche, cavallette fritte e frutta e verdura stranissima. Non è il posto migliore per fotografare e anche le parole per descrivere il tutto non riesco a trovarle.
Ormai è giunta l’ora per partire, sul pulmino siamo in 4 backpacker, ma in un attimo l’autista fa salire altre persone locali e siamo full.
Per fare i 140km ci mettiamo 5 ore, non riesco a chiudere gli occhi, il paesaggio che mi circonda è surreale, metto via anche il libro e incollo il naso al finestrino.
Arriviamo a Vang Vien prima del tramonto, ho il culo distrutto e male alle mani a forza di tenermi per non saltellare durante il tragitto movimentato. Diciamo che viaggiare in Laos è una buona palestra, mi fanno persino male gli dominali.
La guest house è un pò fuori dal centro, per mangiare faccio una passeggiata di 5 minuti e fuori da un locale c’è un’australiana che mi rimorchia con il suo free shot di Tiger Lao ( un whisky non male ).
Mi siedo e ordino da mangiare, la ragazza continua a versarmi bicchieri tutto il tempo, all’ottavo le dico stop e da lì non l’ho più vista. Anche perchè il locale, come tutti gli altri si riempito di giovani australiani, canadesi e americani in cerca di sballo e
why not!?
mr.d