Avete mai sentito parlare approfonditamente sui giornali o nei documentari, di gulag, torture e massacri di popolazioni inermi e di intellettuali per mano di dittatori comunisti in est Europa, Russia, Asia e Africa? Di Guerra Fredda? No? In italia certamente no, per ovvi motivi.
Io stessa iniziai a interessarmi approfonditamente dell’argomento solo anni fa, quando a NY mi fermavo per le vacanze estive. Durante una visita a Ellis Island vidi una mostra sul Comunismo incentrata sul Bolscevismo, sulla vita nei gulag sovietici, sulla storia della Guerra Fredda e le vicissitudini dei dissidenti politici approdati in America e ne rimasi colpita.
Avevo visitato il campo di concentramento di Dachau in Germania ai tempi del liceo e non ero completamente allo scuro sui fatti della Guerra Fredda, ma i dettagli che appresi durante quella visita al museo degli immigrati mi avevano aperto gli occhi su una realta’ “nuova”. Tornata a Roma iniziai a documentarmi, a leggere di tutto, a guardare documentari. Una ricerca che va avanti anche oggi e si arrichisce di giorno in giorno. Crediamo di conoscere quasi tutto del Nazismo e del Fascismo perche’ di questo ci hanno parlato nelle scuole, perche’ il cinema e i documentari propostici negli ultimi 60 anni ce li hanno riproposti in tutte le salse, ma sappiamo poco o niente del Comunismo reale, “internazionale”. Eccezion fatta per alcuni giornalisti che hanno trattato questo argomento “spinoso”, Marco Dolcetta e Paolo Guzzanti ad esempio, siamo stati indotti a pensare che “quella” e’ una storia che non ci tocca direttamente e, soprattutto, che “da noi e’ tutta un’altra cosa“.
Siamo stati persuasi a credere che Nazismo, Fascismo e Comunismo siano ideologie distinte e contrapposte fra loro: sbagliato. Alla base di queste aberrazioni filosofico-religiose c’e’ lo stesso pensiero gnostico, un pensiero che oggi ha assunto altre forme piu’ sofisticate e subdole.
Ancora oggi e’ evidente la reticenza di tanti giornalisti a citare il “Comunismo” come causa scatenante dei conflitti interni ucraini, venezuelani e del dramma nord coreano. Passi pure che la Ciccone, in arte Madonna, scriva un twitt come questo:”A quanto pare Maduro non ha familiarità con le parole: ‘diritti umani’. Il fascismo è vivo e fiorente in Venezuela come in Russia. E l’Ucraina non è da meno!!» (leggi articolo del Messaggero), ma dal Corriere della Sera mi aspettavo qualche cosa di piu’.
In un articolo di pochi giorni fa, si parlava delle rivelazioni fatte da una ex detenuta nord coreana fuggita da un campo di concentramento. La donna ha disegnato le torture a cui i prigionieri sono esposti in Nord Corea e gli orrori della loro vita quotidiana: come e’ stato intitolato l’articolo? Ovviamente cosi:”L’Onu mostra le torture della Corea del Nord: come i nazisti“. In Corea del Nord vige una dittatura comunista e stupirsi dell’entita’ di tali torture paragonandole a quelle naziste, equivale a coprire il fatto che l’ideologia comunista sia altrettanto brutale, che soprattutto ancora oggi venga imposta, e infine a rinsaldare l’idea che Nazismo e Comunismo siano due ideologie contrapposte. Ripeto: non lo sono.
A riprova del fatto che questa mistificazione e’ prassi assodata in Italia, ho trovato in rete un articolo di Paolo Guzzanti del 2011 intitolato:”Se ora”comunismo”è una parola proibita“. Ne cito alcuni passi:
Non ci volevo credere, ma su Internet è facile verificare. E dunque a meno che io non sia diventato cieco e sordo, è vero: sia nel caso della morte del dittatore comunista nordcoreano Kim Jong-il, sia nel caso della morte del campione dell’anticomunismo europeo dell’Est Václav Havel (per due volte presidente della Repubblica) il Tg3 non ha mai pronunciato o fatto pronunciare le parole, peraltro foneticamente semplici e note, di «comunista» e «comunismo».
Dunque, impariamo ogni giorno di più dai maestri della e dalla sinistra che il comunismo non è esistito, sono esistite le sue utopie (invariabilmente nobili e generose), sono esistite le sue distorsioni staliniste, maoiste, polpottiste, castriste, africane e nordcoreane, ma le distorsioni non erano la «cosa», l’oggetto che merita il nome che ha scelto di portare e di cui non si deve parlare perché non ne siamo degni o non vogliamo rogne.
Come concludere questo post? Magari con una bella citazione biblica, la stessa citazione che appare all’entrata del “Memoriale delle Vittime del Comunismo e dei Resistenti” di Sighet in Romania:
Conoscerete la Verita’ e la Verita’ vi fara’ liberi