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Vietato dire che non ci sono i soldi. Primo postulato e primo comandamento della nuova amministrazione

Creato il 08 giugno 2013 da Romafaschifo
Vietato dire che non ci sono i soldi. Primo postulato e primo comandamento della nuova amministrazione Spesso a Roma, specie negli ultimi anni ma anche prima, si è proceduto a giustificare qualsiasi episodio di scadente, mediocre o pessima amministrazione con il dogma della mancanza di soldi. Dimostreremo, facilmente, che questo dogma è facilmente confutabile.
E lo dimostreremo non entrando nelle cose grandi (magna pars dei 12 miliardi di euro di debiti che il Comune ha accumulato sono, banalmente, dovuti a funzionari, Consiglieri Comunali e Assessori che da 45 anni sono lì per rubare. Proprio rubare, in ogni momento e in ogni sfaccettatura della loro attività), non entreremo nei numeri a mille zeri, non entreremo neppure negli sprechi della 'parentopoli' (fatta da Alemanno, ma probabilmente - con meno clamore mediatico - ben presente anche prima: Alemanno e la mandria di scimpanzé che lo circondava hanno avuto solo il difetto di effettuarla senza la dovuta eleganza) che ci succhia un'ottantina di milioni all'anno, che nell'orizzonte di una consiliatura doppia (10 anni), che è l'orizzonte che dovrebbe avere ogni sindaco, fanno 800 milioni \ 1 miliardo di euro.

No. Staremo nelle cose 'piccole'. Che quasi non si vedono, ma che, con un minimo sforzo e con un briciolo di volontà politica e lucidità amministrativa, potrebbero far incassare al Comune una tale quantità di denari da sgomberare il campo da tutte le scuse. Prendiamo solo i seguenti punti e analizziamoli uno a uno.

1. OSP
A Roma, specie da certa sinistra al caviale, si fa tantissima resistenza contro i tavolini all'aperto. Invece di combatterli, si dovrebbe invece metterli a reddito trasformandoli non solo in una fondamentale leva di attrazione turistica, ma anche in una fonte di risorse per l'amministrazione. Oggi molti tavolini sono abusivi perché gli esercenti, esasperati dalla corruzione (sovente per avere un sì occorre ungere, e tanto) e dalle inefficienze del Comune, decidono di rischiare la multa. I tavolini che non sono abusivi pagano 0.30€ al mq. Il suolo pubblico viene regalato praticamente. A Londra la cifra è di 2€ al mq, a Parigi 1.5€. Ma anche a Milano o a Firenze la cosa è simile. Cosa bisognerebbe fare? Dare via libera ai commercianti nell'ambito di un patto: io ti do i permessi in tempi rapidi, non ti rompo le scatole, ti faccio lavorare in modo che tu puoi pagarmi le tasse (anche comunali) e assumere personale (che paga irpef anche al Comune), ma in cambio tu mi paghi una cifra civile che mi permette di rendere davvero interessante per le casse pubbliche questo business. E' una partita da centinaia di milioni di euro dove peraltro guadagnano tutti: l'esercente lavora, i disoccupati trovano impiego, il Comune incassa un sacco di soldi di imposte, i turisti hanno la possibilità di bersi un bicchiere all'aperto in dehor finalmente di qualità (deve essere un obbligo) nelle aree più belle del mondo. Si preferisce invece fare la guerra ai tavolini puntando ad eliminarli: dove lo si è fatto al loro posto è arrivata la sosta selvaggia. Ma i tavolini come abbiamo dimostrato possono essere una risorsa enorme, la sosta selvaggia è solo degrado e schifo e non porta neppure un euro di guadagno e anzi, creando pericoli (costi sociali enormi) e facendo scappare i turisti è una perdita netta.
2. CARTELLONI
Secondo autorevoli studi che il blog Cartellopoli ha potuto analizzare il mercato di Roma per quanto riguarda gli oneri concessori della pubblicità esterna vale circa 70 milioni di euro all'anno. Il Comune (non) ne incassa circa 19 milioni. Significa che ogni anno il Comune, non sistemando questo comparto, decide deliberatamente di lasciare nelle mani della mafia che lo controlla circa 50 milioni. Su una proiezione di doppia consiliatura stiamo parlando di 500 milioni di euro solo di introiti diretti. Che poi potrebbero aumentare perché, oltre agli oneri di concessione, finalmente si pulirebbe un settore dove regna illegalità, criminalità e nero. Significa irpef dei dipendenti e irap delle aziende: con conseguenti aliquote comunali a risanare il bilancio dell'amministrazione.
3. PUP
La costruzione di parcheggi privati (possibilmente posti auto a rotazione e non box) è un guadagno netto e multiplo per l'amministrazione: concedendo a privati la possibilità di sfruttare il sottosuolo il Comune guadagna un tot (deve aumentare, perché son troppo pochi soldi) di oneri di concessione che la ditta paga. Ma guadagna anche da altre parti: si riduce la sosta selvaggia che comporta enormi costi sociali (sanità, stress, velocità commerciale dei mezzi pubblici), l'apertura di cantieri diminuisce la disoccupazione e dunque aumenta la quantità di persone che pagano tasse, anche comunali. Questi piccoli project financing dovrebbero essere concessi dovunque e con grande abbondanza perché, per ciascuno, il Comune incassa milioni di euro netti, a spese zero. E sempre a spese zero le ditte devono venire obbligate, come succede, a manutenere la superficie sopra il parcheggio e ri-arredare le strade circostanti. Prendete Piazza Cavour o Piazzale delle Muse: aree bellissime che al Comune sono costate zero e che vengono manutenute a costo zero. In cambio al Comune è stata versata una cifra in cambio del permesso di costruire in profondità. In una città come Roma, dove la sosta deve essere spostata dalla superficie al sottosuolo, dovrebbero esserci mille cantieri per mille parcheggi con miliardi di euro di guadagno per il Comune. Ma per tornaconto elettorale si preferisce dare retta ai terrificanti comitati che, pur di continuare a parcheggiare l'auto gratis in curva, sulle strisce o sull'aiuola sotto casa si venderebbero la figlia per tre denari. Ma poi non ci si lamenti che "non ci sono i soldi" visto che si lasciano interi ambiti economici abbandonati per non scontentare squallide lobby.
4. MULTE
Non se ne fanno, se ne fanno pochissime, il corpo dei 'vigilini' per il controllo delle strisce blu - gli unici che multavano - è stato ridotto a poche decine di unità e di quelle poche che si fanno si incassa per davvero solo il 30%. Uno scandalo che significa, anche qui, decine e decine di milioni di euro perduti da un Comune che poi si lamenta di non avere soldi per assistenza agli anziani o asili nido. Vergognoso. E anche qui, come per altri punti, i mancati ricavi generano costi: una città dove non si fanno multe è una città dove regna anarchia e caos, inquinamento e insicurezza. Con costi sociali abnormi. Il Comune non guadagna e, oltretutto, spende!
5. BANCARELLE
Vale il discorso delle OSP al punto uno. A Roma ci sono 7000 bancarelle che guadagnano 1000 euro al giorno e pagano al Comune 1000 euro l'anno per occupare il suolo pubblico. L'amministrazione ha deciso di lasciare che questa montagna di denaro finisca tutta nelle tasche di alcune famiglie di ambulanti, spossessandosi di risorse che gli competono pur di facilitare e favorire questa gente. E' assurdo e inspiegabile se non per il fatto che questi stessi ambulanti sono coloro che foraggiano, in vario modo, dirigenti e politici. Una partita di giro che massacra la città e i cittadini.
6. EVASIONE MEZZI PUBBLICI
Una cosa vergognosa e inaudita. Non c'è molto da commentare: milioni di euro l'anno ai quali il Comune rinuncia lasciandoli nelle tasche dei prepotenti. Enormi le colpe di Atac. Che poi si lamenta per essere in difficoltà economiche. Ma quale azienda in difficoltà economiche rinuncia a decine di milioni di euro di tariffe e decide di non esigerle?
7. STRISCE BLU \ CONGESTION CHARGE
Lo smantellamento ignobile effettuato dall'amministrazione Alemanno del sistema delle strisce blu, va da se, ha ridotto gli introiti per il Comune. Una riduzione di introiti che vale doppio perché combacia, by definition, con un aumento del traffico privato e tutto quello che ne consegue in termini di costi sociali per la città. Le strisce blu andrebbero estese a quasi tutta la città consolidata, le modalità per aggirare le prescrizioni del Codice della Strada (una legge davvero pro-maghina, vergognosa in un paese europeo) ci sono tutte perché Roma è quasi tutta di "grande rilevanza architettonica e urbanistica" e dunque quasi tutta può essere dotata di 100% strisce blu. Gli introiti del Comune aumenterebbero e poi si favorirebbe la rotazione dei posti auto, la si farebbe finita con le auto (decine di migliaia a Roma, a causa della mancanza di una sosta tariffata in superficie) abbandonate in strada e quant'altro. L'area interna all'anello ferroviario dovrebbe essere protetta poi da una congestion charge, come avviene a Milano o a Londra: introiti per il Comune e disincentivo a usare l'auto privata, che vuol dire aumento dell'utilizzo dei mezzi pubblici e dunque ulteriore introito per il Comune. Che se decide di comportarsi bene guadagna da tutte le parti.
8. PUBBLICHE AFFISSIONI
Roma guadagna meno di Genova o di Bologna dalle pubbliche affissioni. Nessuno 'compra' spazi autorizzati del Comune per mettere i propri manifesti (negozi in apertura, liquidazioni, financo annunci mortuari: avete fatto caso che Roma è l'unica città italiana dove non si espone sugli spazi delle pubbliche affissioni chi muore?) perché gli spazi autorizzati non sono presidiati dallo stesso comune che li vende e vengono, in pochi minuti, coperti dalla pubblicità abusiva specie dei politici stessi che lavorano dentro l'amministrazione. Una situazione fuori controllo che, ogni anno, fa perdere all'amministrazione diversi milioni di euro. Semplicemente dando in appalto questo servizio ad una ditta si potrebbe risolvere il problema e, di conseguenza, si stroncherebbe finalmente l'abusivismo. Non si fa perché non si vuole irritare la lobby e il racket degli attacchini, presenti solo a Roma. I soldi, invece di guadagnarli il Comune, li guadagnano loro.
9. PATRIMONIO IMMOBILIARE
Sconfinato patrimonio immobiliare del Comune. Sconfinato e abbandonato. Con negozi, di proprietà di tutti noi, affittati dall'amministrazione a conduttori 'fortunati' a 50 euro al mese di affitto. Danno enorme per il Comune e per il commercio in generale vista la concorrenza sleale al locale a fianco che invece di euro al mese magari ne spende 10mila. Dumping autentico con la complicità del Campidoglio. Pur di continuare a favorire alcune realtà, il Comune ha deciso di non fare neppure un inventario del suo stesso patrimonio. Preferisce non sapere cosa possiede perché, sapendolo, dovrebbe autoammettere di regalare case, fondi commerciali e palazzi a danno di tutti noi.
Vi vengono in mente altri punti che possiamo aggiungere alla terrificante a atroce lista? Dove il Comune decide (decide!) di regalare soldi a criminali e prepotenti spossessandosene, salvo poi lamentarsi di non avere risorse per garantire il minimo sindacale di decenza...

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