Italiani discriminati nel proprio paese
nel nome dell’ipocrisia del politically correct
di Iannozzi Giuseppe

Tramite una lettera la direzione fa sapere ai genitori dei bambini che la tradizionale “canzoncina per le mamme non si farà, data la presenza di un’alta percentuale di bambini appartenenti ad altre culture e religioni e di stranieri appena ammessi alla frequenza, che non parlano neppure italiano”. Nella lettera inviata a 175 genitori si evidenzia “che cantare in pubblico potrebbe creare disagio ai bambini piccoli, di due anni e mezzo, così come ai figli privi di figure familiari durante la festa”.
In pratica, si fa della discriminazione nei confronti dei bambini italiani, che si vedono strappato il Natale da sotto gli occhi nel nome dell’ipocrisia del politically correct.
Una mamma spiega: “La presenza degli stranieri non è un buon motivo per non fare la festa, e Natale anzi può essere un momento di incontro per le famiglie di ogni cultura e religione”.
La responsabile della scuola, Angela Airaghi, ha portato a Palazzo Marino la sua giustificazione: “E’ logico che i figli di testimoni di Geova, ebrei o musulmani non debbano imparare canzoncine cristiane. Quanto alla scelta di non invitare le mamme a scuola, lo facciamo soprattutto per evitare stress ai piccoli”.
A Natale si canteranno dunque canzoncine laiche, meglio se con sperticate lodi ad Allah ma non a Geova, perché i testimoni di Geova sono comunque una religione cristiana, oltreché restaurazionista millenarista e teocratica.





