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Vietato l’ingresso ai politici

Creato il 06 gennaio 2012 da Marvigar4
Vietato l’ingresso ai politici

  avviso varese

Vietato l’ingresso ai politici

divieto di ingresso
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   “Vietato l’ingresso ai politici nel negozio. Perché?”

   “Perché non mi rappresentano assolutamente. (…) Nasce da una disperazione di un ragazzo che ha aperto un’attività a 25 anni; al posto di andare di andare a ballare, a divertirsi, si è fatto i debiti per crearsi un’attività, e oggi, per colpa loro, facciamo fatica a mantenerci il lavoro.”

   Giuseppe Riggi, un giovane calzolaio di Varese, ha appeso alla vetrina del suo negozio un cartello con su scritto: “Avviso – in questo negozio i politici se non dovessero entrare mi fanno un piacere, sono persone che non mi rappresentano sia come commerciante ma soprattutto come italiano. Grazie”. L’idea è piaciuta subito a Beppe Grillo che, sul suo blog, ha creato due cartelli “Divieto di ingresso ai politici” e “Vietato l’ingresso ai politici” riproducendo i segnali stradali di divieto di transito e divieto generico, entrambi al loro interno con la “faccia” di un politico, composta da due chiappe, naso e occhiali… Le immagini sono presenti anche sul profilo facebook Vietato l’ingresso ai politici… Al di là della giusta considerazione che non tutti i politici hanno una faccia di c..o e sono dei parassiti (non si può demagogicamente fare di ogni erba un fascio…), non si può non sottolineare che è avvenuta una spaccatura difficilmente sanabile nel nostro paese tra classe politica e molti cittadini comuni, i quali non si sentono più tutelati da chi li dovrebbe rappresentare in Parlamento, nelle sedi amministrative locali, etc.. A mio avviso, sui “politici” gravano pesanti responsabilità, però gli italiani dovrebbero anche chiedersi quanto in questi 66 anni di “democrazia” hanno davvero vigilato sul funzionamento della cosa pubblica, quanto sono riusciti ad esercitare la propria cittadinanza. Il “politico” che entra in Parlamento, o nelle Regioni, o nei consigli comunali, nasce come cittadino comune e poi, forse, diventa qualcos’altro… L’evasione fiscale, il corporativismo, le furberie, il qualunquismo, l’indifferenza nei confronti delle istituzioni sono un patrimonio collettivo che appartiene a buona parte degli italiani, è inutile continuare a scaricare il barile e a non vedere il malcostume che circola un po’ dappertutto, nelle piccole malefatte di ogni giorno, nello scarso impegno professionale, nel clientelismo diffuso da destra a sinistra. I “politici” sono il prodotto di un contesto che è già scarsamente “democratico”, nel senso ampio dell’aggettivo. Trovo legittimo e giustificato l’uso della protesta, anche eclatante, però un piccolo esame di coscienza dovrebbero farselo un po’ tutti. La carità comincia a casa…

mvg

http://www.beppegrillo.it/

https://www.facebook.com/VietatoIngressoAiPolitici



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