Amnesty international ha pubblicato, come ogni anno, il Rapporto annuale. Piu’ in basso riportiamo l’introduzione del capitolo sul Vietnam. Vi si fa cenno alle limitazioni all’uso dei social network, peraltro facilmente aggirabili attraverso Ultrasurf, o altri proxy server. «È proseguita la dura repressione nei confronti dei dissidenti, con forti restrizioni alla libertà di espressione, associazione e riunione pacifica.
Il logo di Amnesty international
Coloro che criticavano le politiche del governo sono stati presi di mira, compresi attivisti sociali e politici. Sono stati celebrati almeno nove processi a carico di dissidenti, con 20 persone imputate. Disposizioni dalla formulazione vaga contenute nel codice penale del 1999 sono state di fatto utilizzate per criminalizzare il pacifico dissenso politico e sociale. Il governo ha continuato a imporre la censura su Internet sebbene, stando alle notizie, siano aumentati gli utenti dei social network grazie agli accorgimenti escogitati per aggirare le restrizioni.
Decine di prigionieri di coscienza sono rimasti in carcere. Gruppi religiosi ed etnici percepiti come oppositori del governo hanno continuato a subire violazioni dei diritti umani. Secondo fonti giornalistiche, sono state condannate a morte 23 persone e cinque sono state le esecuzioni; si ritiene che le cifre reali siano più elevate. Le statistiche ufficiali sulla pena capitale sono rimaste secretate».
(Francesco Giappichini)