Prima di riportare un brano del pezzo segnalato, aggiungiamo che il rallentamento dell’economia ha poi comportato nuove difficoltá per l’entrata nel mondo del lavoro – specie per i giovani piú scolarizzati – e crescenti difficoltá d’accesso al credito per le imprese dell’interland di Hanoi, che secondo l’articolo di Asianews hanno registrato un sensibile calo dell’export. (A un Paese dal basso reddito come il Vietnam non puó bastare una crescita economica su ritmi europei, dovendosi colmare un forte gap sia infrastrutturale, sia in termini di servizi essenziali, come scuola e sanitá, ndr).
La banconota da 10mila dong
«Corruzione, inefficienza e problemi strutturali mettono a rischio l’economia. Hanoi ha promesso riforme, ma il governo comunista è lacerato da conflitti interni. A picco il prezzo delle case, con un meno 50%. In alcuni distretti azzerate le esportazioni di merci. La crescita annuale scende dal 7 al 4%. Corruzione, inefficienza e problemi strutturali ancora irrisolti mettono a rischio la crescita del Vietnam, finora considerato un Paese emergente nel quale investire, ma che inizia a subire i riflessi della cristi economica mondiale.
Il governo comunista ha più volte promesso riforme, ma sembra incapace di risollevare le sorti di una nazione in cui – negli ultimi anni – alti funzionari e leader di partito hanno fatto fortuna, a discapito di una maggioranza che non ha tratto reali benefici».
(Francesco Giappichini)