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Questo provoca tensioni sociali talmente forti, da condurre a strappi violenti, tentazioni dittatoriali che generalmente portano a roghi bellici per far risorgere la fenice dalle sue ceneri, dopo il bagno di sangue collettivo. La difficile crisi finanziaria di questi tempi ne è un esempio tipico. I debiti sovrani di tutti i paesi sviluppati sono in sofferenza e la storia non mostra soluzioni praticate precedentemente che abbiano una qualche efficacia risolutoria. Ogni caso storico, che pur è stato sempre parziale o regionale, è finito drammaticamente, non solo lacrime e sangue vere, non le bazzecole di cui ci si lamenta in questi giorni, ma morte e distruzione. Le proposte new age invece fanno tenerezza. Perché, come propongono con facilità costoro, non si diminuiscono pesantemente i consumi, aiutando in questo modo anche il cessare della distruzione delle risorse del pianeta, che dobbiamo ricordare è un sistema chiuso come Rapa Nui? Ma pensate che è sufficiente la stagnazione per provocare reazioni scomposte a catena, che chiudono una fabbrica dopo l'altra, con un impoverimento drammatico delle risorse a disposizione. Un calo davvero sostanziale dei consumi, provocherebbe la completa dissoluzione del sistema in brevissimo tempo; una impossibilità di produrre cibo a sufficienza, di fornire cure ai malati, di erogare qualunque forma di sostegno oggi visto come civile e naturale. Sarebbe un ritorno alla barbarie di millenni, in una generazione, ad una economia di sussistenza e di autoproduzione stentata, fame e pestilenze, abitudini comuni fino a pochissimi secoli fa.
Qualcun altro, digiuno anche delle più elementari regole economiche, dice con facilità: "Ma tutti questi debiti, non basterebbe non pagarli?". Santa ingenuità. Ma il debito del tuo stato è un debito tuo a tutti gli effetti, che in generale hai contribuito a creare usufruendo di servizi, forse troppo generosi o comunque non congrui e il non restituirli, spesso coincide con non ridarli a te stesso (ricordo che oltre la metà del debito italiano è con gli stessi cittadini che hanno i loro risparmi in titoli di stato o in depositi o fondi che a vario titolo sottendono agli stessi). Il default corrisponderebbe in prima istanza alla perdita di tutti i risparmi dei cittadini. Di seguito nessun altro organismo economico o politico presterebbe altri soldi a chi non ha pagato e per un paese come il nostro privo di risorse naturali da vendere in cambio di quel che serve (energia, cibo ed altro di cui deficitiamo) significherebbe impossibilità immediata di pagare stipendi e pensioni a tutti, salvo l'uscita dalla moneta comune e stampaggio a manetta di moneta fasulla, iperinflazione incontrollata e tutte le altre piacevolezze che sono accadute in questi casi in paesi assai più ricchi del nostro (tanto per ricordare Russia e Argentina, che dopo un decennio di macello sociale vero di oltre metà della popolazione, possono tirarsi su grazie alle loro risorse naturali infinite, mentre in Yugoslavia che aveva più o meno le nostre risorse sappiamo come è finita). Non ho soluzioni, se non pensare che togliendo un po' di pus alla volta, anche se fa molto male, può anche permettere alle ferite gravi di guarire. Forse. Dacci dentro professore, facci soffrire, resisti e a tutti quelli del dito medio, che ce lo hanno ficcato dentro per anni e che dopo averci portato fino a questo punto adesso hanno ancora il coraggio di sbraitare, fai vedere come è fatta la gente seria.
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