Nell’anno 1973 Napoli fu invasa da un’ingente epidemia di colera, causata dall’importazione di cozze provenienti dalla Tunisia. Tale infezione colpì anche altre città quali Cagliari, Barcellona, Palermo e Bari ma purtroppo “le colpe” furono unicamente addossate alla nostra città, che fu accusata di riversare in condizioni igieniche pessime, comprese quelle delle acque del mare partenopeo. Da quell’episodio e non solo, Napoli è additata come un covo in cui vige scarsa igiene: addirittura è stato coniato il termine “colerosi” con cui vengono additati i napoletani e che tutt’oggi è lo slogan razzista delle tifoserie italiane.
Naturalmente è stato tralasciato un importante particolare, degno di nota: Napoli fu la prima a combattere e debellare l’epidemia ma ancora oggi vigono pregiudizi e luoghi comuni che ben conosciamo. L’ultimo cliché, che conferisce alla città un’immagine sbagliata e fuorviante, arriva dal mondo dei fumetti. Come riportato sul blog di Angelo Forgione (angeloxg1.wordpress.com), il fumettista veronese Simone Albrigi famosissimo sui social grazie al suo canale youtube denominato “Scottecs”, ha dato vita ad una rivista cartacea, intitolata “Scottecs Megazine”.
Sul secondo numero di tale rivista è apparsa una vignetta nella quale un anziano, prima di morire a Frosinone, ha informato il suo interlocutore di essere stato a Napoli nell’anno 1973, pronunciando per giunta la famosa famosissima frase “Vedi Napoli e poi muori”. Satira o cattivo gusto, fuorviante soprattutto per gli adolescenti che leggono il fumetto?
Tempo fa anche un altro vignettista di Verona realizzò una vignetta alquanto offensiva contro Napoli.