L’articolo che segue è a dir poco inquietante, come mai non c’è Vigonza, è un Comune poco virtuoso oppure per niente informato?
dal gazzettino di Martedì 1 Novembre 2011,
Gioiscono diciassette Comuni, dalle Terme a Este, pasando per Noventa, Galliera, Teolo, San Martino di Lupari e Vigodarzere. Tutti inseriti nella lista dei “virtuosi”, per i quali si allargheranno così i cordoni delle borse del patto di stabilità, consentendo investimenti altrimenti stoppati dalla legge sul rispetto della finanza pubblica.
Tutto nasce sulla scorta di un provvedimento nazionale che permette alle regioni di spalmare, proprio sui comuni, i loro maggiori margini di rispetto dei limiti di spesa. Risultato? Il maggior equilibrio finanziario garantito dalla Regione ha innescato il meccanismo del cosiddetto “patto di stabilità verticale”. Facendo ricadere a cascata gli effetti della gestione virtuosa di Palazzo Balbi sulle amministrazioni comunali. Diventate in tal modo eredi, nella sola provincia di Padova, di un “buono” di maggior spesa per circa 4 milioni di euro.
Non tutte le amministrazioni che sulla carta figuravano come virtuose, hanno fatto domanda alla Regione, entro il 15 settembre scorso, per essere inserite nella lista dei beneficiari. A muoversi sono stati i comuni “più” o “meglio” informati. Come Montegrotto.
«Abbiamo chiesto alla Regione – ha detto il sindaco, Massimo Bordin – un allargamento della capacità di spesa di un milione e mezzo di euro. Ottenendo alla fine più di un milione e 300 mila, che ci consentirà comunque di ultimare tutti i cantieri avviati e pagare i fornitori delle ristrutturazioni successive alla tromba d’aria, ancora scoperti».
Anche Teolo nel suo piccolo potrà beneficiare in maggiori limiti di spesa per circa 200 mila euro. Con i quali sistemare i parchi, mettere a norma l’impianto elettrico del comune e ultimare le asfaltature. I comuni non premiati potranno tentare di essere inseriti nell’operazione del “patto di stabilità orizzontale”. Vale a dire prestare o ottenere da un altro comune, le maggiori capacità di spesa. Con l’obbligo però di rendere il debito l’anno successivo. Lo scambio non sembra aver suscitato eccessivi entusiasmi, rispetto a chi ha ereditato il bonus di spesa regionale. Che si accetta e basta. Senza obbligo di restituzione.