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Vijay, il mio amico indiano

Creato il 21 gennaio 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Vijay, il mio amico indiano

 

Anno: 2013

Distribuzione: Officine Ubu

Durata: 96’

Genere: Commedia

Nazionalità: Belgio

Regia: Sam Garbarski

Data di uscita: 13 Febbraio 2014

 

Con le fattezze del Moritz Bleibtreu visto, tra l’altro, in The experiment (2001) di Oliver Hirschbiegel e Vallanzasca-Gli angeli del male (2010) di Michele Placido, Will Wilder sarebbe un bravo attore newyorkese, ma è costretto nel frustrante ruolo del verde Coniglietto della Sfortuna in uno show televisivo per bambini. Un po’ depresso perché sembra che famiglia e amici si siano dimenticati del suo quarantesimo compleanno, decide di realizzare un vecchio sogno dal momento in cui tutti lo credono morto dopo che la propria automobile – appena rubatagli – è stata ritrovata distrutta in seguito a un terribile incidente: andare al suo funerale per scoprire cosa pensano veramente i suoi cari di lui.

Un’idea di partenza, quindi, che non può fare a meno di apparire quale variante non ultraterrena di quella che fu alla base dell’intramontabile La vita è meravigliosa (1946) di Frank Capra, ma che finisce per avvicinare sempre più a Tootsie (1982) di Sydney Pollack la vicenda quando, con la complicità del ristoratore indiano Rad alias Danny Pudi, suo migliore amico, il protagonista si traveste con barba e turbante da Vijay Singh, distinto e galante Sikh.

Travestimento che, in poco tempo, lo porta ad attirare l’interesse da parte della sua stessa vedova Julia, ovvero la Patricia Arquette del lynchano Strade perdute (1997), in quanto, come spiega il regista SamIrina PalmGarbarski: “Vijay, il mio amico indiano è la storia di una coppia dall’amore un po’ spento, dopo molti anni di matrimonio. La prima scena del film riassume lo stato attuale del matrimonio di Will e Julia: i letti separati. Sono stati sposati per vent’anni. Sono passati dal fare l’amore ogni notte al coccolarsi, fino al ‘Non oggi, sono troppo stanco’. L’assurda decisione di Will permetterà alla coppia ormai estinta di vivere una seconda giovinezza. Mentre Julia inizierà a conoscere Vijay, Will avrà l’opportunità unica di riscoprire sua moglie”.

Infatti, è nei panni di Vijay che Will inizia a conoscere verità imbarazzanti di se, trovandosi a confrontarsi con il problema di piacere sia alla donna che a tutti gli altri molto più ora di prima.

Ed è questo aspetto, complici divertenti situazioni come quella della conversazione insieme ai suoceri, a fornire il giusto pretesto per poter permettere allo humour di emergere più volte nel corso della oltre ora e mezza di visione, basata sul bisogno di cambiare la propria vita in un certo modo.

Eppure, nonostante il piuttosto originale soggetto e la tutt’altro che disprezzabile prova sfoggiata dal cast, l’insieme tende in diverse occasioni a cadere nella morsa della fiacchezza, la quale non può fare a meno di penalizzare in parte il giudizio positivo sull’operazione.

Francesco Lomuscio


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