- Vincenzo D’Arienzo: 84 delegati con 59,60% dei voti;
- Mario Lonardi: 57 delegati con 40,4% dei voti.
“A Vincenzo D’Arienzo, ha dichiarato Franco Bonfante, congratulazioni e auguri, a Mario Lonardi una forte e calorosa stretta di mano, al segretario uscente, Giandomenico Allegri, un abbraccio ed un ringraziamento di cuore per aver retto il nostro partito in condizioni difficilissime; le critiche nei suoi confronti, anche nel dibattito congressuale, sono state ingiuste: è vero che il PD a Verona ha subito un calo di voti, ma il calo è più o meno uguale, percentualmente, a tutto il resto del Veneto. È vero, invece, che ha costruito in tutta la provincia il partito, che ha lavorato incessantemente per esso, mai per sé stesso”.
In politica bisogna avere la memoria lunga e non dimenticarsi delle dichiarazioni effettuate all’indomani dei risultati del congresso nazionale dell’anno scorso. In quella occasione vi era stato il tentativo di congelare i tanti consensi che Franceschini, candidato alla segreteria nazionale, aveva ricevuto in vista del congresso locale.
In quella occasione nel post “Fogliardi come Penati” avevo scritto: “Chi ha stabilito e con quali criteri che i consensi ricevuti oggi da Dario Franceschini verranno riconfermati nel prossimo congresso provinciale?”
A questo punto l’area dei sostenitori di Mario Lonardi dovrebbe porsi qualche domanda rispetto ai consensi ricevuti in quella occasione.
Da allora molte cose sono cambiate: la componente di Giampaolo Fogliardi è rimasta orfana di Dario Franceschini e continua ad attestarsi sulle posizioni di Fioroni e Dario Franceschini ha assunto delle posizioni politiche a livello nazionale di collaborazione costruttiva con la segreteria Bersani.
Occorre prendere coscienza che è in giuoco il futuro dell’Italia con tutti i suoi problemi e che la costruzione del Partito Democratico rappresenta uno strumento essenziale per invertire la rotta ed offrire prospettive concrete ai cittadini. Attardarsi su vecchi equilibri e rivalse locali significa non impegnarsi nel progetto proposto del Partito Democratico.
L’esperienza dimostra che i comportamenti non costruttivi e gli attacchi e le polemiche strumentali in assenza di una strategia unificante non portano consensi a chi pratica tali metodologie al contrario i consensi si perdono perché le persone sono stanche di queste testimonianze sterili.
Quali prospettive per il Partito Democratico di Verona?
Avviare un grande processo unitario e selezionare nel prossimo incontro le migliori capacità e competenze da eleggere nella direzione provinciale del PD. Scegliere le persone sulla base della fedeltà e dell’obbedienza al capo non serve a Verona ed al PD.
Occorre lavorare con gli altri e per gli altri perché sono tanti i problemi da affrontare con serietà, competenza e responsabilità. La prima scadenza sono le elezioni amministrative di Verona e per tale appuntamento occorre creare un’alternativa credibile e condivisa con i cittadini veronesi. E' necessario aprirsi alla società veronese attraverso la trasparenza e la sincerità senza tali fattori non si può costruire un rapporto efficace con i cittadini veronesi.