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Vino trentino, finalmente buone notizie

Da Trentinowine
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In questo deserto al napalm che si chiama vitivinicoltura (e cultura) trentina, ogni tanto vale la pena anche dare buone notizie. Almeno quando ci sono. E quindi vi propongo alcuni flash che mi hanno colpito in positivo durante l’ultima settimana.

Lunedì a Riva del Garda – presentazione del catalogo Proposta Vini 2013 – ho scoperto un metodo classico che mi ha sorpreso. E’ il Vernaza Belle – Pravis, nato da un progetto del team di Girardi per valorizzare le bollicine prodotte da uve italiane, in questo caso la Vernaccia Bianca. Vino spumoso, piacevole da bere, dissetante, con una bella vena citrica che lo rende, per fortuna, facile. Una gradevolezza di mela e di frutta bianca che conferisce eleganza. Una splendida terza via, per chi cerchi un alternativa “alta” alla solennità dei nostri Trento Doc e alla tentazione modaiola e banalizzata del Prosecco e degli Charmat, lunghi o corti che siano. Voto: 8.

Un paio di giorni fa ho saputo che contestualmente ad Anteprima Bardolino e ChiarettoLazise, 17 e 18 marzo -, una decine di aziende Terradeiforti, la Denominazione che comprende il lembo di terra che costeggia l’Adige fra il Basso Trentino e l’Alto Veronese, presenteranno le loro bottiglie (Enantio e Casetta, Lambrusco a Foglia Frastagliata e Foja Tonda) nel centro Gardesano. In una location diversa, ma contigua, a quella scelta dai bardolinisti di Angelo Peretti, la Dogana Veneta. I terrafortisti trentini e veronesi, invece, presenteranno i loro vini nella vicina sala della Biblioteca Comunale, solo nella giornata di domenica. Sedi diverse ma l’occasione per intercettare una buona fetta di pubblico che accorrerà alla Dogana (lo scorso anno furono 10 mila persone). Una buona notizia anche questa, perché dopo anni di inazione e di ripiegamento in trincea, il nucleo duro dei terrafortisti, esce allo scoperto. E lo fa cercando alleanze e nuovi mercati sul Lago di Garda, gettando un ponte, anche simbolico, fra Veneto e Trentino, fra il Garda e il Monte Baldo. Voto: 8.

Grazie all’Iphone di Luca Boscheri (vulcanico ristoratore del Mas dela Fam), nei giorni scorsi ho avuto modo di vedere come funziona una nuova applicazione per il giocattolino di Apple. Si chiama ChefSommelier ed è stata inventata da un insegnante (e sommelier Aspi) che vive a Riva del Garda, Antonio Garofolin. L’idea è semplice e al tempo stesso rivoluzionaria. Si tratta di una App che consente all’utente di costruire il suo vino perfetto, la bottiglia più vicina ai propri gusti. Il funzionamento è semplice: il consumatore attraverso un cursore attribuisce un valore di preferenza ad una serie di descrittori (piacevolezza, dolcezza, aromaticità e tanto altro) et voilà: il motore di ricerca della App assembla tutte queste indicazioni e macina le sue proposte, indicando un panel di etichette che corrispondo ai criteri indicati dal consumatore. La rivoluzione sta qui: mettere al centro la capacità di scelta e di decisione dell’utente. Che da consumatore diventa attore consapevole ed evoluto della scelta. Per ora l’applicazione è disponibile solo per piattaforme Apple, ma presto (speriamo prestissimo) sarà disponibile anche per gli androidiani come me. Voto: 10 -.

buone notize
Ieri sera ho assaggiato l’ultimo nato nel fortino cooperativo di Ravina, il Fort Knox di Cavit: Altemasi Pas Dosè – vendemmia 2005 e sboccatura 2012, 78 mesi dichiarati di lavoro sui lieviti. E si sente. Un vino elegantissimo, preciso, pulito, che entra nel naso e nella bocca senza aggredire, ma con la solennità di un grande sovrano. Una cuvée classicissima di Chardonnay (60) e Pinot Nero (40) austera, e forse per questo non per tutti, che combina perfettamente la polposità dei frutti gialli e della vaniglia e si traduce alla fine in una splendida fragranza di mandorla, che lascia in bocca una rara sensazione di pulizia e di freschezza. Questa bottiglia è la prova che anche il mondo cooperativo può dare un contributo formidabile alla rinascita (?) dell’enologia trentina. Voto: 9.

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